MONTEBELLO NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA PRESENZA DI DON PIETRO POLIMENI
18 gennaio 1998
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L’anniversario di Don Pietro in Montebello implica una profonda riflessione: l’importanza del sacerdote nella comunità parrocchiale.
Il presbitero è un inviato, colui che si spoglia delle proprie vesti per indossare quelle di Dio, colui che dà agli altri i doni che abbondantemente ha ricevuto.
“Gratuitamente avete ricevuto, così pure date” è questa la bellezza del sacerdozio ed infondo di ogni cristiano, riuscire a donare se stessi!
Sta proprio nella sfida del donare la capacità di cogliere poi i frutti nella certezza però che questi ultimi possono anche maturare tardi e quindi essere raccolti da un altro agricoltore.
L’importante comunque è seminare sicuri che i frutti buoni e maturi nessuno li lascerà in balia delle intemperie! Si raccoglieranno.
L’importanza del sacerdote nella comunità parrocchiale sta quindi nella capacità di seminare, di porre il seme alla profondità giusta per non correre il rischio di farlo necrotizzare.
E la celebrazione del primo anniversario di don Pietro altro non è stata che una profonda testimonianza di un uomo che dice di sì a Dio.
Quel sì di cui tanto ci parla la Bibbia e che Maria ha pronunciato come totale abbandono alla volontà di Dio.
Ed è proprio grazie al sì che don Pietro è diventato Ministro, e grazie al sì che è stato inviato a Montebello perché certo che in esso si concretizza il disegno del Padre.
Un sì che si ripete in ogni giorno ed in ogni istante e che fa della sua vita un modello da seguire.
Avere un sacerdote stabile è il dono più grande che Dio possa permettere ai suoi fedeli perché in lui è presente Lui.
D’altra parte come può crescere una parrocchia senza parroco? La sua testimonianza è indispensabile!
La presenza di don Pietro e quindi del sacerdote in una comunità affidatagli ci fa riflettere su quanto Dio vuole stare vicino al suo popolo.
Infondo don Pietro che visita i malati per i vicoli di Montebello, che confessa, che evangelizza altro non è che Cristo stesso che opera per mezzo di lui.
E’ Cristo che si muove, è Cristo che parla, che fa tutto accompagnato da lui.
Ma è un accompagnamento reciproco e che fa dei due una sintesi univoca.
Per comprendere meglio quanto sopra, possiamo rifarci ad una frase bellissima del Vangelo nella quale natura divina e umana si fondono per divenire un unico dono: “E il Verbo si fece carne e dimorò fra noi” (Gv 1-14).
Dio si fa carne, diventa uomo ma per diventare tale ha bisogno dell’uomo, un bisogno da intendere nel senso divino e cioè un bisogno che si traduce in regalo.
Dio infatti si fa portare nel grembo di una donna per assumere la piena umanità e per dimostrare all’uomo quanto Egli gli stia vicino.
Il sacerdote è quindi il prolungamento delle braccia di Dio; è l’uomo che si fa attraversare da Cristo per poi trasmetterlo agli altri in ogni circostanza, cultura e mentalità.
Ed infondo come Maria lo ha portato dentro di sé per donarlo poi agli altri così pure il sacerdote fa lo stesso!
Il mondo è profondamente grato a Maria per questo suo grande gesto e nel piccolo la comunità di Montebello è ugualmente grata a Dio perché possiede una guida stabile, un Ministro che porta in sé Cristo donandolo con gioia agli altri.
Il presbitero è un inviato, colui che si spoglia delle proprie vesti per indossare quelle di Dio, colui che dà agli altri i doni che abbondantemente ha ricevuto.
“Gratuitamente avete ricevuto, così pure date” è questa la bellezza del sacerdozio ed infondo di ogni cristiano, riuscire a donare se stessi!
Sta proprio nella sfida del donare la capacità di cogliere poi i frutti nella certezza però che questi ultimi possono anche maturare tardi e quindi essere raccolti da un altro agricoltore.
L’importante comunque è seminare sicuri che i frutti buoni e maturi nessuno li lascerà in balia delle intemperie! Si raccoglieranno.
L’importanza del sacerdote nella comunità parrocchiale sta quindi nella capacità di seminare, di porre il seme alla profondità giusta per non correre il rischio di farlo necrotizzare.
E la celebrazione del primo anniversario di don Pietro altro non è stata che una profonda testimonianza di un uomo che dice di sì a Dio.
Quel sì di cui tanto ci parla la Bibbia e che Maria ha pronunciato come totale abbandono alla volontà di Dio.
Ed è proprio grazie al sì che don Pietro è diventato Ministro, e grazie al sì che è stato inviato a Montebello perché certo che in esso si concretizza il disegno del Padre.
Un sì che si ripete in ogni giorno ed in ogni istante e che fa della sua vita un modello da seguire.
Avere un sacerdote stabile è il dono più grande che Dio possa permettere ai suoi fedeli perché in lui è presente Lui.
D’altra parte come può crescere una parrocchia senza parroco? La sua testimonianza è indispensabile!
La presenza di don Pietro e quindi del sacerdote in una comunità affidatagli ci fa riflettere su quanto Dio vuole stare vicino al suo popolo.
Infondo don Pietro che visita i malati per i vicoli di Montebello, che confessa, che evangelizza altro non è che Cristo stesso che opera per mezzo di lui.
E’ Cristo che si muove, è Cristo che parla, che fa tutto accompagnato da lui.
Ma è un accompagnamento reciproco e che fa dei due una sintesi univoca.
Per comprendere meglio quanto sopra, possiamo rifarci ad una frase bellissima del Vangelo nella quale natura divina e umana si fondono per divenire un unico dono: “E il Verbo si fece carne e dimorò fra noi” (Gv 1-14).
Dio si fa carne, diventa uomo ma per diventare tale ha bisogno dell’uomo, un bisogno da intendere nel senso divino e cioè un bisogno che si traduce in regalo.
Dio infatti si fa portare nel grembo di una donna per assumere la piena umanità e per dimostrare all’uomo quanto Egli gli stia vicino.
Il sacerdote è quindi il prolungamento delle braccia di Dio; è l’uomo che si fa attraversare da Cristo per poi trasmetterlo agli altri in ogni circostanza, cultura e mentalità.
Ed infondo come Maria lo ha portato dentro di sé per donarlo poi agli altri così pure il sacerdote fa lo stesso!
Il mondo è profondamente grato a Maria per questo suo grande gesto e nel piccolo la comunità di Montebello è ugualmente grata a Dio perché possiede una guida stabile, un Ministro che porta in sé Cristo donandolo con gioia agli altri.
Vincenzo Malacrinò