SUL TORRENTE “MOLARO” SCORRONO RIFIUTI
Montebello Jonico – L’alveo del torrente Molaro trasformato in una pattumiera colma di rifiuti di ogni genere: da carcasse di automobili a sanitari, da frigoriferi a televisori, da pneumatici a lavatrici e così via, fino ad arrivare a lastre di eternit rotte, spezzate in più parti e disseminate ovunque. È questo lo scenario surreale che si presenta agli occhi della gente, soprattutto di coloro i quali quotidianamente vi si recano per fare jogging o per una passeggiata in bicicletta.
Tante le segnalazioni dei cittadini, sempre più preoccupati da una situazione che, col passare del tempo, rischia di trasformarsi in una bomba ecologica pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Le situazioni di maggiore criticità dal punto di vista ambientale sono riscontrabili a ridosso delle abitazioni di Riace, dove giacciono cumuli sparsi di eternit contenti amianto, le cui polveri, se inalate, possono provocare gravi problemi alla salute. Centinaia sono i mucchi di eternit lungo la fiumara, privi di qualsivoglia protezione esterna in grado, quanto meno, di evitare che le micro particelle cancerogene si diffondano nell’aria.
Lo stesso scenario si registra a ridosso del mare, subito dopo località “Ponte Lungo”, ambita meta balneare estiva, di fronte al tratto di spiaggia in cui giace il relitto della “Laura C”.
A far bella mostra di se in questo caso non è solo l’eternit, ma vere e proprie montagne di rifiuti di ogni genere, soprattutto ingombranti. Sedili di macchine, tavolini di plastica, computer, mobili in legno, sedie rotte, scaldabagni, materassi e quant’altro. Una sorta di discarica a cielo aperto in una zona che, vista la presenza del relitto della “Laura C”, dovrebbe garantire ben altro tipo di visibilità che non quella desolante appena descritta. Analogo “spettacolo” si può “ammirare” anche in contrada Zuccalà.
Una situazione allarmante quindi, che si protrae ormai da diversi anni. Colpa di mancanza di senso civico e di educazione ambientale da parte di gente senza scrupoli che non si crea alcun problema a gettare di tutto in un’area demaniale a pochi passi da un torrente. Ma colpa anche e soprattutto di chi dovrebbe quotidianamente controllare il territorio per verificare la presenza di fonti di inquinamento da rimuovere con la massima urgenza per tutelare la salute dei cittadini.
L’amministrazione comunale nel 2009 (quando era sindaco Nisi) aveva approvato il progetto definitivo per la bonifica del torrente Molaro per un importo complessivo di 240 mila euro. Somma questa stanziata in virtù dell’Apq in materia di tutela e risanamento ambientale sottoscritto nel luglio del 2008 tra il Governo e la Regione. Appaltati ed eseguiti i lavori, a fine novembre dello scorso anno è stato presentato da parte della Direzione Lavori il certificato di regolare esecuzione degli stessi, che hanno interessato le borgate Acone, Ciurca e Rocca Calojero.
Nonostante ciò, però, la situazione, come testimoniano in modo inequivocabile le foto, rimane di grande emergenza ambientale. Un’emergenza della quale l’attuale amministrazione, guidata dal sindaco Guarna, non potrà non farsi carico in tempi brevi.
Federico Strati
pubblicato sulla “Gazzetta del Sud”
gennaio 25th, 2011 at 23:39
Uno scenario simile lo si può trovare anche nella parte valliva della fiumara S. Elia, nella località Caracciolino.
Questo fa notare che il problema non si limita al solo torrente Molaro, ma è esteso su vari punti del territorio comunale.
Il primo problema da risolvere è proprio il recupero di questi siti, proprio per iniziare a limitare il degrado ambientale e l’inquinamento comunale e poi occuparsi delle altre iniziative tanto discusse nell’ultimo periodo, volgendo l’attenzione sempre verso fonti di energia rinnovabili e pulite.