TANTA GENTE PER DON ANGELO MEDURI
Montebello Jonico – Gremita la Chiesa dedicata alla Madonna del Buon Consiglio in Fossato per il decimo anniversario della morte di don Angelo Meduri, il prete semplice che fece della sua vita un dono anche alla comunità di Fossato servendola per circa cinquanta anni.
Mezzo secolo ricordato oggi dai suoi confratelli sacerdoti. Sull’altare, don Carmelo Perrello, suo successore ed attuale parroco, don Benvenuto Malara, don Rocco De Franco, don Cosimo Latella e don Giovanni Zampagliene. Preti che hanno conosciuto ed apprezzato lo storico sacerdote che ha regalato a tutti qualcosa di sé.
L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione “I Fossatesi nel Mondo”, il movimento culturale impegnato da anni sul territorio.
Don Carmelo da una parte e Mimmo Pellicanò dall’altra per organizzare con tutti i soci un momento che si potrà scrivere nella storia di Fossato.
Dentro la Chiesa del Buon Consiglio non c’erano più posti a sedere. Presenti i parenti di don Angelo ma anche anziani, giovani, donne, uomini e bambini. Presente la scuola, l’assessore alla Pubblica Istruzione Giuseppe Crea, il consigliere Giampiero Benedetto e tanti altri.
I canti sono stati allietati dal coro polifonico dell’Isòdia “don Pietro Polimeni”.
In Chiesa non mancava nessuno. Tutti avevano ereditato qualcosa dal quel piccolo grande prete.
Ricca di contenuti l’omelia di don Malara. Lo conosceva bene e con lui aveva condiviso i momenti forti della vita.
Don Malara ha ricordato la vita del prete, le gioie ma anche i momenti tristi come la perdita di un occhio in guerra e della vista sul finire degli anni.
Don Benvenuto ha evidenziato le sofferenze fisiche ma anche morali di un prete che per mezzo secolo ha portato tutto sulle spalle compreso le amarezze nell’intento di trasformarle in gioia.
Da qui le parole di don Carmelo Perrello al termine della Messa. Forti ed incisive. “Il prete va amato nel tempo presente”. Don Perrello ha messo in evidenza il ruolo del sacerdote e ricordato come sia necessario vivere la comunione per essere veri testimoni.
Parole emozionanti quelle di Mimmo Pellicanò , il quale ricordava il prete, o meglio il suo prete. Quello che lo ha visto crescere e da cui ha appreso molti insegnamenti.
Profonde le parole della vicepresidente dell’Associazione SS Cosma e Damiano di Masella, Maria Palermo, tese ad evidenziare lo spirito si servizio e di sacrificio nell’arco di mezzo secolo.
Il direttore del Coro Polifonico ha definito don Angelo, “sacerdote semplice capace di trasferire la misericordia di Cristo, in un mondo che ha bisogno di veri testimoni e di cristiani capaci di trasferire la luce di Dio”.
Emozionanti le parole di Giuseppe Meduri, il nipote, il quale ha tracciato il profilo dell’uomo e del prete in maniera tale da fare emergere grande sintonia.
Il prete semplice è stato poi ricordato con una mostra fotografica, organizzata dai “Fossatesi nel Mondo” in piazza.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”