VIENE NEGATO IL CONCERTO A ROGHUDI MENTRE IL SINDACO DI MOTTA S.G. DICHIARA DI IMPUGNARE IL DECRETO AL TAR. IL 23 TUTTI SARANNO A MANIFESTARE AL CONSIGLIO REGIONALE
Montebello Jonico – L’amministrazione comunale di Roghudi ha negato l’autorizzazione allo svolgimento del concerto contro la centrale a carbone che si doveva svolgere il 24 luglio a Roghudi. A renderlo noto un comunicato stampa dell’Agenzia dei Borghi Solidali che, in collaborazione con il Coordinamento Associazioni Area Grecanica “No Carbone”, aveva organizzato l’evento.
La motivazione data dall’Amministrazione? Un evento ritenuto non compatibile con le attività previste dal programma estivo del Comune.
Così il concerto “Oxygen per il SI all’ossigeno” viene “bocciato” e con lui i partecipanti e quanti avrebbero voluto dire “no al carbone”:a suon di musica
Si prevedevano grandi numeri per la serata ma questi, allo stato, non si potranno contare.
Sei le band musicali che avrebbero dovuto esibirsi per l’occasione: The Syndrome, Ashtray, La corte di Alice, Scassamenti, Phenomena e Proxima Centauri. Un Concerto “promosso attraverso i social network ed il lancio di un video promozionale realizzato dalla Ram Film che, in poco tempo, aveva riscosso grande successo”.
Poi, i Borghi solidali precisano che la centrale a carbone è in antitesi con lo sviluppo sostenibile e che la stessa comporterebbe un deciso sperpero di denaro pubblico (Fondi Europei), connessi all’approvazione dei vari PISL e PISR presentati dalle amministrazioni comunali dell’Area Grecanica dove “tra l’altro, il Comune di Roghudi é tra i soggetti capofila del PISL più importante per l’intera area di riferimento: il PISL minoranze linguistiche che, se approvato, porterebbe nell’area risorse pari a circa 7 milioni di Euro e un indotto socio-economico di gran lunga superiore a quello di qualsiasi centrale a carbone”.
Il concerto precisano, “sarà riorganizzato in altra data”. Intanto “con urgenza si terrà un incontro per valutare le iniziative più coerenti e opportune da intraprendere nei prossimi giorni”.
Se da un lato i borghi solidali evidenziano il “no” al concerto da parte del Comune di Roghudi, dall’altro, il coordinamento delle associazioni “no carbone” plaude al sindaco Paolo Laganà, il solo coerente fino in fondo tanto da voler impugnare il Decreto della V.I.A. al Tar Lazio anche senza la collaborazione dei suoi colleghi che a quanto pare dicono “ni”. “Non c’è più tempo per posizioni pilatesche e altalenanti. Avremmo gradito che, chi tra le figure istituzionali propende per il SI, lo facesse con dichiarazioni altrettanto chiare e risolute. Qual è il timore? Quello del linciaggio da parte della stragrande maggioranza della popolazione che sanno essere contraria alla realizzazione della Centrale?”.
Il coordinamento “plaude soprattutto alla chiarezza del Sindaco Laganà ed alla sua determinazione di opporsi al progetto. Chiarezza e determinazione che in passato, era stata riscontrata anche nelle dichiarazioni pubbliche dei sindaci di Bagaladi, San Lorenzo e Palizzi”. Il sindaco Laganà, affermano, “fa politica e non il gioco delle tre carte”.
Un richiamo alla coerenza, dunque, evidenziato anche dal Consigliere Regionale Nino De Gaetano e dal consigliere comunale Demetrio Delfino i quali evidenziano come il 23 luglio diventa una data storica per la Calabria perché chiamata a dare una “seria prova di coerenza e responsabilità”, confermando il “no” alla costruzione della centrale a carbone.
Il dato confortante, scrivono, è dato dal parere negativo già espresso dalla Regione verso la realizzazione di tale progetto “per le motivazioni che spaziano dall’incompatibilità del progetto ,alla naturale vocazione turistica dell’area grecanica, alla sua gravosa ricaduta in termini di salute pubblica, al non rispetto dei piani energetici regionali e alla netta opposizione della popolazione dell’area interessata”.
Ad avviso di De Gaetano e Delfino bisogna tenere in considerazione la presenza dei deiversi centri abitati e soprattutto “le conseguenze che il Progetto avrebbe su di esse poiché non ci sono, infatti, analisi sufficienti delle conseguenze con le relative ricadute prodotte dalla costruzione della centrale, dalla ricostruzione del porto, dal movimento delle navi carbonifere etc.. così come non ci sono neanche la valutazione dell’impatto sulla qualità dell’aria e le ricadute degli inquinanti sul territorio circostanti”.
Loro affermano ancora una volta si essere contrari “ a questa mostruosa opera” e “a difesa dei diritti dei cittadini”.
Intanto non si ferma la raccolta firme contro il progetto della centrale a carbone. A Reggio Calabria, tra i tanti, il Partito Repubblicano Italiano con il suo leader nazionale Francesco Nucara, già viceministro all’Ambiente nel governo Berlusconi, ieri, ha raccolto numerose firme. Il PRI, nella piazzetta di San Giorgio al Corso ha detto chiaramente “No” al progetto.
Ora l’invito da parte di tutti è quello rivolto ai cittadini di essere numerosi lunedi 23 luglio alle 15 davanti al palazzo della Regione per ribadire ancora una volta il “no” alla centrale a carbone.
E chi lo sa, nel corso della manifestazione, qualche sindaco presente potrebbe dare la disponibilità alla realizzazione del concerto negato dal Comune di Roghudi.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”
nella foto: una manifestazione passata contro la centrale a carbone