Montebello Jonico –  “Ombre e Carbone”. Questa l’inchiesta della televisione svizzera, sulla centrale a carbone SEI – Repower, andata in onda sulla TV elvetica RS1. (http://la1.rsi.ch/_dossiers/player.cfm?uuid=c9029a19-6ad0-4744-ba83-a53bdd22eda3) – CLICCANDO POTRETE VEDERE LA TRASMISSIONE-

A rendere noto questo evento è stato il coordinamento delle associazioni “no carbone” protagonista di primo piano durante il lungo filmato.

Assente, invece, la SEI – Repower il cui silenzio è stato definito poco gradevole dal coordinamento affermando che “negando un’intervista alla TV elvetica, appare sempre più un’entità intangibile, senza consistenza e senza parola”.

Tra l’altro, la conduttrice del programma specifica che la società italo-elvetica, attraverso il suo amministratore delegato Fabio Bocchiola, ha inviato alla redazione di Falò una e-mail specificando che “Sei teme che un approccio squilibrato al tema potrebbe mettere a rischio la stessa realizzazione del progetto”. Per questo, la stessa società, dice la giornalista, chiede che il servizio abbia “un tono più in difesa dell’attività svolta da una sana azienda Svizzera”.

Un comportamento, dice il coordinamento del “no carbone” non curante dell’ammonizione ricevuta dall’allora Presidente del Consiglio grigionese Martin Schmidt, che aveva definito “intollerabile il comportamento di SEI-Repower, volto ad influenzare i media”.

Il filmato, che parte da Saline giunge poi in Svizzera per mostrare i manifestanti che ribadiscono il “no” ma anche quello  “si” verso i quali il gran consigliere PS Jon Pult, è molto critico affermando che gli stessi sono stati pagati. Una verità che viene confermata nella stessa trasmissione da Kurt Bopst – Ceo Repower, il quale afferma: “E’ vero, abbiamo dato un contributo ai manifestanti di 9000 franchi” specificando che “ciò è avvenuto nell’ambito della nostra attività di sostegno ed informazione del progetto”.

Nel servizio, poi, interviste d’eccellenza col giornalista Giovanni Tizian e col Procuratore aggiunto della Repubblica Nicola Gratteri i quali evidenziano i pericoli di un’infiltrazione della ‘ndrangheta nel progetto. Il Procuratore Gratteri ha affermato che “sicuramente qualcuno andrà a chiedergli la mazzetta del 4%, sicuramente qualcuno andrà a dirgli di assumere determinati operai, sicuramente qualcuno andrà a dirgli chi gli deve fornire il calcestruzzo, chi deve fare il movimento terra…sta poi all’impresa avere la forza, il coraggio, la volontà o la convenienza di denunciare o meno”.

Gianni Silvestrini, direttore di Kioto Italia, si chiede il senso della costruzione di nuove centrali in una Italia con parco elettrico sovradimensionato. Lo stesso afferma che “appare oscuro il senso di questo investimento milionario”.

Forte la voce di Ezio Pizzi di unionberg a difesa del bergamotto e di tutto l’indotto.  Nel filmato si parla di come mai sia stata rispettata la volontà popolare e di come in Svizzera ciò non potrebbe accadere.

In Calabria, accanto al popolo le istituzioni si sono schierate contro il progetto  e le  stesse si chiedono come mai tutto sembra andare avanti facendo emergere, come evidenziato dal titolo dell’inchiesta, “ombre e carbone”.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”