ROCCE: POTENZIALI OMICIDE
27 ottobre 2002
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Avvisata la prefettura e i vigili del fuoco: ancora tutto fermo
Sono sospese e poco ancorate, potrebbero cadere da un momento all’altro Sarebbero necessarie reti di protezione
Montebello Jonico – potenziale disastro, ovviamente non sicuro, ma probabile, forse poco temuto perché parcamente visibile ed ormai elemento col quale ci si convive da tempo.
Ora i cittadini sono tesi e preoccupati perché maggiormente consci dei “panzer” che sovrastano la provinciale, quella che porta a Montebello centro a pochi centinaia di metri dell’abitato.
Là, fra una curva e l’altra in una strada che cinge la montagna si nascondono in un mondo roccioso due grossi massi che ormai hanno perso la loro integrale adesione con il complesso lapideo e sono svincolate dallo stesso per buona parte dal momento che appaiono per alcuni tratti a sbalzo lungo l’asse portante che fa da base alle stesse.
Proprio in corrispondenza di quest’area “vulcanica” durante le piogge lungo la strada è possibile rinvenire di volta in volta pietre abbastanza voluminose, frutto di quelle parti che “convivono” in questo focolaio e che con l’azione delle acque trovando piano idoneo tendono a scivolare lungo l’asse perpendicolare che porta là dove passano tantissime autovetture dal momento che quella strada è l’unica che porta a Montebello centro e a Fossato.
Della situazione nel mese scorso è stata messa al corrente la prefettura di Reggio Calabria, sia pur telefonicamente, ed i vigili del fuoco in quanto le piogge estive cadute nel territorio montebellese in detto periodo avevano causato in corrispondenza del “punto temuto” lo scivolamento di sassi, massi e fanghiglia con il risultato di avere tutto riversato sulla provinciale.
Per fortuna come sempre non è passato nessuno in quel momento e quindi “tutto liscio”.
Ma un cittadino, facendosi portavoce dei molti, di sera telefona alla prefettura ed ai vigili del fuoco i quali questi ultimi verso le ore 23 si recano sul posto, perlustrano con la lampada dalla strada i massi che sono collocati a diverse centinaia di metri dalla stessa e poi ritornano in sede.
Lo stesso cittadino la mattina successiva ritelefona in prefettura per chiedere lumi in merito e l’operatore sempre telefonicamente afferma che bisognava conoscere l’esito del verbale dei vigili del fuoco.
I cittadini si chiedono cosa ci sia scritto e se è possibile vivere tranquilli attraversando quel pezzo di strada che con l’arrivo delle piogge diventerà ancora più pericoloso.
Ed ancora gli stessi gradirebbero, se la sicurezza è del 100% perché certificata, e si chiedono anche con quali mezzi, essere rasserenati attraverso qualche dichiarazione scritta da parte degli organi preposti che attesti che quei massi non cadranno mai in strada.
Comunque afferma un montebellese “la realtà è una sola; i massi esistono sono là fermi quasi ad attendere il momento migliore e se non cadono forse nessuno interverrà, però io, continua voglio sperare che sotto non ci sai nessuno altrimenti veramente sarebbe il disastro”.
Ci vorrebbero delle reti di protezioni adatte afferma un altro cittadino e non “un pezzetto” come quello esistente tanto somigliante una rete da pallavolo.
Infatti lungo tutta la montagna solo in un tratto, tra l’altro distante dalla collocazione di questi massi, esistono pochi metri di rete, ma realmente la loro estensione non è tale da non garantire la totale sicurezza, se non solo nel tratto della sua stessa collocazione.
La speranza è che presto tutta la montagna possa essere protetta con reti o che comunque venga trovata una soluzione tale da far star sereni i cittadini.
Ciò che tutti si augurano è che non si attenda il “dopo” per palesare polemiche e disappunti ma che si intervenga ora provvedendo ad allontanare dalla montagna questi due carri armati che potrebbero schiacciare qualcuno.
Se il problema non sussiste allora che vengano tranquillizzati i cittadini.
Vincenzo Malacrinò