Montebello Jonico – Il Comune di Montebello Jonico, il quattro novembre, ha ricordato i caduti in guerra deponendo una corona a Saline, a Montebello e a Fossato. Presente il sindaco Antonio Guarna, assessori e consiglieri nei diversi luoghi del Comune nonché cittadini per rendere omaggio a chi ha donato la propria vita nei tempi critici della storia italiana. A Montebello e a Fossato, con i parroci e con i fedeli, si è realizzata una celebrazione culminante con la benedizione. Un momento per riflettere su come e quanto le guerre siano sempre ingiuste e ancor più quando l’uomo annienta l’uomo, così come avvenuto nelle grandi guerre. Un momento per ricordare, anche, l’unità nazionale e l’armistizio firmato il 4 novembre 1918 che pose la parola “fine” alle ostilità esistenti tra Italia e Austria-Ungheria durante la prima guerra mondiale. Nei monumenti dei caduti, i nomi dei figli di Montebello che, insieme ad altri italiani, persero la vita. Partiti dal piccolo centro ai piedi dell’Aspromonte, in tempi poco felici della storia e reclutati senza nemmeno saper tenere un fucile in mano, quei figli di pastori, anch’essi pastori o contadini, hanno dovuto premere un grilletto e sparare all’impazzata. Così come altri, del resto hanno fatto nei loro riguardi. Giovani che sparavano contro giovani, senza nemmeno sapere il perché o meglio perché quello rappresentava il solo modo di vivere. Una assurdità promossa da chi aveva deciso che bisognava fare guerra.  Diciottenni o trentenni che dovevano ammazzare e basta per poi regalare la vittoria ad uno stato. Un giorno per riflettere sul senso di chi governa le nazioni e per meditare ancora oggi sul silenzio dei “grandi” nei riguardi delle tante guerre che ancora oggi come allora si avvengono nell’indifferenza di tutti. Soprattutto quando non ci sono interessi economici. Così mentre i Comuni ricordano i caduti sarebbe forse il caso che a livello internazionale si celebrasse una giornata per ricordare lo sterminio di vite che, anche oggi, guerre nascoste producono senza esitazione alcuna. Vincenzo Malacrinò pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”