GLI ABITANTI DI S. ELENA RISCHIANO L’ISOLAMENTO
21 novembre 2002
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Montebello Jonico – non erano paure quelle manifestate dagli abitanti di S. Elena, borgata di Montebello Jonico, quando nei giorni scorsi palesavano la precarietà con cui era stato trattato il grosso “problema ponte”. Questi cittadini vivono nel territorio di Montebello Jonico ma di fatto risultano essere tagliati fuori dal mondo per l’inesistenza di un vero elemento stabile capace di metterli in comunicazione con il paese. C’era il “vecchio ponte” ora vecchio in tutti i sensi perché vetusto e poco sicuro, chiuso al transito ed oggi in “attesa”. Per questo increscioso motivo gli abitanti di S. Elena sono costretti ad attraversare la fiumare, trasformata in una, chiamiamola pure, “strada”. Ma questo fin quando i millimetri di pioggia non diventano copiosi, come quelli dei giorni scorsi, tali da favorire l’ingrossamento della fiumara e causare l’interruzione completa, totale del passaggio. I cittadini non ci stanno, protestano, chiamano i vigili del fuoco, i carabinieri, l’amministrazione comunale è tutto un caos. A piedi attraversano la fiumara, mobilitano tutti. Intanto i vigili del fuoco cercano di rendere un po’ “praticabile” il tratto ma… per gli abitanti non basta. Non è giusto, affermano decisi, essere trattati in questo modo, non è pensabile che si scherzi con vita delle persone in questi termini. Da non dimenticare che proprio in quella frazione abitano ammalati gravi necessitanti a volte di ricoveri immediati. Ma ciò sembra non bastare continuano decisi, sono anni che si doveva realizzare il ponte nuovo, aggiungono, ma ancora niente. “Promesse, solo promesse, i fatti sono quelli che tutti vedete, cittadini in mezzo alla fiumara, ammalati costretti a stare dall’altra parte della trincea e noi che ancora una volta rivendichiamo un nostro diritto: avere una strada”. Queste le parole molto animate degli abitanti di S. Elena. “Stiamo chiedendo tanto? – Aggiunge un altro – è tutto vergognoso ed ingiusto, questo assurdo comportamento è sinonimo di azzeramento della dignità umana, dell’identificare l’essere umano non più come persona” ed un anziano conclude affermando “nemmeno nel ’40 ai tempi della guerra esisteva una tale situazione, almeno all’epoca se si camminava a piedi c’era un motivo … ma oggi…” Così gli abitanti di S. Elena assieme ad altri di Montebello si recano nella sede municipale per incontrare il primo cittadino e proprio lì scatenano la loro ira mista a tanta rabbia. Volano cestini di carte per terra, sbattono le porte, urla, grida, rivendicazioni, proteste. Succede di tutto, l’impensabile, la disperazione arrivava al punto di vedere anziani e bambini camminare avanti e indietro parlando e riparlando a voce alta mentre tra un urlo e un altro si percepivano voci che con tono forte ma anche rassegnato, affermavano “non è giusto, non è giusto”. E poi i cori si fanno forti all’arrivo del primo cittadino, Loris Nisi, a lui manifestano tutto il loro disagio e le loro difficoltà. Protestano ed anche vivamente e per mantenere la calma giungono persino i carabinieri. Protesta motivata dalla necessità, così affermano tutti gli abitanti di S. Elena e alla stampa concludendo lasciano un messaggio: “chi risponderà se per colpa dell’interruzione stradale e a causa di questo ponte mai iniziato qualcuno non potendo giungere in ospedale resterà privo di vita”? “chi pagherà nei confronti di una vita spenta per tale causa”? queste le domande al quale sicuramente chi di dovere dovrà dare risposta. Una cosa è certa la vita vale più di ogni cosa e per questo sicuramente in modo sinergico si dovrà collaborare al fine di dare la possibilità anche al 118 di soccorrere chi ne ha diritto come cittadino del mondo.
Vincenzo Malacrinò