OGGI GIORNO DELLA MEMORIA PER NON DIMENTICARE LA SHOAH
Care amiche, cari amici,
oggi è il giorno della memoria e voglio condividere con voi il mio pensiero.Grazie anticipatamente per la vostra attenzione.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Non si può e non si deve dimenticare il passato così come nemmeno il presente. Siamo la sintesi di quanto ci ha preceduto e di quanto vive intorno a noi.
Per questo bisogna ricordare. Cioè portare il passato nel presente. Una sorta di trasporto per far vivere nella memoria quanto potrebbe essere cancellato.
Così non si può non ricordare la shoah: la follia dell’uomo che ha inteso cancellare un altro uomo, ossia il suo stesso simile.
Un vero e proprio obbrobrio. Una vergogna o meglio un orrore.
Milioni e milioni di persone trattate in modo disumano. Milioni di bambini ucccisi, tanto che sarebbero necessari due anni per poter pronunciare il loro nome uno per uno.
Sogni infranti, così come le speranze, in nome della supremazia della razza.
E lì nel campo, dove campeggiava la scritta che “il lavoro libera l’uomo” c’era solo sofferenza e crudeltà.
I forni ogni giorno bruciavano e bruciavano uomini costretti a fare la doccia di gas.
Non c’era pietà per nessuno tantomeno per i bambini. Anche per loro era riservata la stessa doccia.
Così, nudi non solo di vestisti ma persino del proprio cuore venivano inviati là dove nessun uomo sarebbe voluto andare. Privi di forza e stremati, venivano condotti con forza dentro la camera della disperazione.
Milioni di bambini non hanno potuto abbracciare i propri genitori. Milioni di donne non hanno più potuto vedere i propri mariti. E milioni di mariti non hanno più avuto notizie delle proprie mogli.
Eppure, erano tutti in quel “fazzoletto” di terra.
Chissà come trascorrevano le notti e i giorni quelle famiglie disgregate, quei giovani e quegli anziani a cui ormai era stato negato tutto.
Come poteva trascorrere il tempo una madre priva del proprio figlio ed un figlio privo della propria madre; della propria famiglia.
Sul fango e dentro quelle mura, cinte di filo spinato, si nascondeva l’orrore. Neppure il cielo poteva apparire azzurro e il sole, anche se caldo, appariva freddo. E lì c’erano i tedeschi che facevano esperimenti sui corpi vivi dei bambini. Esperimenti barbari al cui termine assicuravano ai piccoli la stessa fine degli altri: uccisi e bruciati.
Questo non si può e non si deve dimenticare. Così come non si possono dimenticare le condizioni di vita, disumane, cui erano sottoposti. Non c’erano più letti, né tavoli, né divani o poltrone ma solo baracche in legno dove l’uomo veniva ammassato al pari delle bestie.
Ed era questo che i tedeschi volevano dagli Ebrei. Farli sentire bestie. Spogliarli della loro dignità e del loro “io” per farli sentire “nessuno”.
Come ha potuto l’uomo infliggere dolori così forti al suo stesso simile? Come ha potuto! Eppure lo ha fatto. Con disinvoltura e senza ripensamenti ha agito peggio della peggiore bestia, poiché gli animali uccidono per istinto e solo per necessità.
Ma la shoah non è finita. Lo sterminio degli uomini non è terminato. Oggi, più di prima, esistono olocausti che passano nel silenzio.
Ci sono bambini, giovani e anziani che ogni giorno vengono uccisi non dalle camere a gas ma da guerre, da povertà, da schiavitù e soprattutto dall’indifferenza umana o meglio disumana che vive la storia di questo tempo che si dice evoluto e moderno ma di fatto non lo è.
Quanti bambini sfruttati, quanti lasciati morire per strada e sui marciapiedi. Quanti nella capanne dei loro villaggi e quanti ancora venduti e uccisi per l’espianto di un organo. Altri ancora addestrati a fare i bambini soldato e tantissimi costretti a lavorare nei sotterranei in cambio di niente o meglio di soprusi e sopraffazione. Bambini che mai avranno un futuro o meglio bambini a cui il futuro è stato rubato.
Quanti poi ci sono costretti a lavorare per un piatto di riso. Quanti ancora usati e costretti ad una vita non propria. L’elenco non finirebbe mai. Bisogna considerare ancora le donne, i giovani e gli anziani del mondo costretti a questa stessa vita.
In tanti paesi viene maltrattata e non considerata la dignità dell’uomo. In molti paesi ancora esiste l’olocausto. Esiste la Shoah.
Così, se pur in molti lo sanno e la vedono, si finge di non capire. Si finge di non comprendere e si va avanti, verso l’economia sfrenata e verso gli interessi commerciali spesso basati proprio sullo sfruttamento e sugli olocausti moderni.
Che dire dei bambini oggi costretti a lavorare nelle miniere per estrarre carbone usato poi per le centrali elettriche utili al mondo “evoluto”.
E’ come se nel mondo esistessero due classi: una di soggetti e una di soggetti-oggetto. La classe dei soggetti si sente autorizzata a vivere sulle spalle dei soggetti-oggetto. Sono questi che “devono” lavorare sodo per chi deve vivere nel benessere. E tutto sembra normale. Che vergogna! che nefandezza!
Oggi, giustamente, si criticano i tedeschi e la Germania per il male recato agli Ebrei ma chi, sempre oggi, critica i tanti “nuovi tedeschi” sparsi nel mondo?
Tutto tace. Nessuno proferisce parola mentre i forni crematori moderni continuano a fumare. Non sono come quelli di Auschwitz ma forse peggiori.
Tutto tace e nessuno proferisce parola mentre le docce a gas continuano a seminare morti. Docce moderne ma purtroppo esistenti.
Questa la vergogna del presente. La vergogna degli Stati che non tutelano l’uomo, la sua vita e il suo essere. La vergogna dell’uomo che non riesce a riconoscere nell’altro una parte si sé.
Tutto questo perché l’uomo si è allontanato da Dio. Questo perché l’uomo non è disposto a vedere Dio nel prossimo e quindi nella persona che gli sta accanto.
Un passo del Vangelo dice: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” Matteo 7, 12.
Dio ci invita a fare agli altri ciò che noi vorremmo gli altri facessero a noi. Ci invita a vedere nell’altro noi stessi. A vedere nell’altro Dio. E’ questo il famoso “prossimo” di cui parla la Bibbia.
Però l’uomo, accecato dal senso di eternità uccide ogni giorno senza nemmeno chiedersi il perché. Oggi noi raccontiamo e ricordiamo la Shoah, domani, altri, racconteranno e ricorderanno le altre Shoah, affermando che gli uomini del 2013, mentre commemoravano l’olocausto, in altre parti del mondo firmavano delitti al pari o peggiori di quelli tedeschi.
Non è solo l’odio ad uccidere ma anche l’indifferenza. La stessa cui vivono milioni di persone e verso cui nessuno si volge per tendere la mano.
Vincenzo Malacrinò
gennaio 27th, 2013 at 20:32
bravo, bella chiusura!
Primo Levi
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che tovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetelele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.