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CIMITERO DI FOSSATO:SCENARIO POCO DIGNITOSO

1 dicembre 2003 Nessun Commento
Si lasciano in decadenza ed in totale abbandono alcuni loculi
I cittadini lamentano la presenza di resti dentro i loculi aperti a metà

Montebello Jonico – Accade ancora oggi nel 2003 la visione di scenari poco decorosi all’interno di un cimitero dove riposa chi ha dato la vita per la costruzione del piccolo o grande mondo in cui si vive.
Queste le riflessioni emerse da una lunga chiacchierata con i cittadini di Fossato i quali lamentano lo stato di abbandono e di precarietà cui sono costretti a “vivere” i propri morti.
Entrando dal cancello principale già la prima ufficiale presentazione: due loculi bassi uno sulla destra ed uno sulla sinistra logorati e consumati dagli anni mostrano attraverso le larghe fessure aperte nella parte anteriore e laterale i segni del tempo.
In controluce si vede il buio dell’interno mentre salendo dal lato destro e sinistro nella parte centrale tantissimi loculi appaiono aperte a metà.
In altre invece dopo il “trasferimento” del defunto non si è praticata una idonea chiusura o meglio la bella vista è stata lasciata a sipario aperto onde evitare che qualcuno si potesse distrarre più di tanto nella lunga visita al cimitero di Fossato.
Per completare l’opera nella parte alta del cimitero per meglio dire quella che segna il confine tra il primo ed il secondo lotto a sinistra delle scale un altro impressionante scenario: un loculo aperto nella parte laterale, un lumino ormai spento sul davanti e delle “tavole” ormai nere ed affumicare rimaste come traccia del resto di una bara bruciata all’interno del loculo stesso.
Insomma non solo si lasciano i loculi aperti dopo aver trasferito i resti dei morti ma si bruciano anche elementi appartenenti allo stesso lasciandoli poi all’osservazione di tutti.
Così grandi e bambini soprattutto possono tornare a casa con un ricordo positivo in mente, quello che forse non rimuoveranno mai dalla mente perché stratificato negli spazi più sensibili del proprio “io”.
Ed intanto la gente si lamenta cercando di capire di chi sono le responsabilità.

Vincenzo Malacrinò

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