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UNA S. MESSA PER RICORDARE UN GIOVANE SPECIALE

21 ottobre 2004 Nessun Commento
Montebello Jonico – Ieri a Saline, la S. Messa per l’anniversario di Mimmo Foti, il giovane della Marina Militare che ha perso la vita mentre faceva rientro a casa.
Era sulla SS 106, la strada della morte, quando all’altezza della Casina dei Mille si scontrava con una autovettura.
In quel posto da quel giorno nulla è stato modificato, quella è la strada di sempre, la strada che attraversano tutti. Eppure un giovane ha perso la vita e quel “doppio bivio” è ritenuto pericoloso da tutti.
Oggi a distanza di un anno là in quel posto solo due mazzi di fiori, sotto il sole d’estate, tengono compagnia alla strada nel ricordo di un ragazzo la cui caratteristica era il sorriso che oltrepassava il cuore, un sorriso che riempiva e che parlava anche senza parole.
Un ragazzo definito da tutti splendido per la capacità che aveva di volere bene tutti persino chi non conosceva come la gente che incontrava quando andava in missione militare.
Là in quei posti aveva avuto la possibilità di incontrare sguardi tristi e in tutti era riuscito a lasciare una speranza, un messaggio sottile che il mondo sarebbe stato migliore.
In quei posto dove i problemi si toccavano con mano, così come riferiscono i suoi amici più cari, non si era mai tirato indietro e quando l’allarme era rosso per il pericolo imminente, non si sapeva tirare indietro e all’invito del “non partire” rispondeva con un semplice “non posso lasciare i miei compagni da soli”.
E oggi, Montebello tutto sente la mancanza di Mimmo, di quel ragazzo che, così come affermano tutti, aveva la grande capacità di lasciare un segno negli altri.
Solo leggendo nelle lacrime di quanti ieri hanno partecipato all’anniversario si può comprendere il senso della tragedia e il grande vuoto che ha lasciato.
A distanza di un anno nessuno ha dimenticato e tutti lo vogliono ricordare così come era, col sorriso sempre, anche quando tutto remava contro. Bisognava sorridere e la parola che spesso diceva quando il mondo girava al contrario era una sola “dov’è il problema?”.
La capacità di leggere quindi il mondo in chiave positiva, di leggere positivamente la vita e quanto essa ogni giorno ci riserva.
Don Rocco De franco nella sua omelia lo ha profondamente ricordato e ha anche insistito il senso della vita e della morte, dell’uomo che pur morto vive.
E Mimmo vive nel cuore dei suoi genitori, di suo fratello, di sua sorella dei suoi parenti e dei suoi amici che ogni giorno lo pensano. Vive nei suoi piccoli nipotini che dal basso della tomba insistenti dicono “vado a salutare zio Mimmo”.
E se un uomo oggi viene ricordato da tutti vuol dire che ha veramente lasciato in loro un segno profondo di sé.
Vincenzo Malacrinò
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Non posso non darti un saluto alla distanza di un anno.
Ed è lo stesso che di diedi l’anno scorso quando dissi di te che sei una persona speciale.
Un amico vero dal cuore grande che aveva capito il vero senso della vita.
Oggi come allora ti ricordo e non riesco a credere che non ci sei.
Anche se so che sei nel cielo, dove tu vivi e dall’alto ci guardi io, amico mio, ti penso in missione, là dove tra il coraggio e la paura partivi.
Ti penserò là tra quella gente bisognosa di aiuto perché nella sofferenza tu c’eri.
Ti penserò tra i giovani di quel posto e so che gli sarai e ti saranno amici.
Ti penserò tra i monti e le colline di quei paesi e nei giorni e nelle notti che corrono veloci saprò che ora più di prima tu sarai quello di sempre: una persona veramente speciale.
Vincenzo

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