IL 12 OTTOBRE AL CEDIR DI REGGIO CALABRIA PER DIRE “NO” ALLA CENTRALE A CARBONE
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Erri de Luca commenta cosi la denuncia presentata dalla Ltf, l’azienda che sta realizzando la Tav in Val Susa: “Quello che sta succedendo a Torino lo considero un abuso. Sono pronto a discutere dovunque, a confrontarmi con chiunque ma non nel ruolo di imputato. Se quello che ho detto è un reato, beh io lo ribadisco ma non lo posso ribattere davanti a un tribunale. Non lo posso neanche trattare. L’opinione non è trattabile, è un diritto intrattabile”.
Il Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica, non può che sottoscrivere le parole dello scrittore: conosciamo bene quello che si prova quando si viene citati in giudizio per avere espresso il proprio pensiero a difesa della propria terra, a difesa della salute dei propri concittadini; sappiamo bene quanto faccia male vedere sottratto il proprio tempo, parte della propria vita, del proprio sonno e delle proprie relazioni per difendersi dall’accusa di avere cagionato un danno d’immagine alla S.E.I. Nonostante la solidarietà di movimenti, associazioni, partiti e di tanti liberi cittadini; nonostante l’obbligo per la Repower di abbandonare il progetto della centrale a carbone, nonostante il rigetto della valutazione d’impatto ambientale e dell’autorizzazione all’esercizio (decreto M.A.T.T.M. n. 115 /2013 e D.P.C.M. 15/06/2012 da parte del T.A.R. Lazio.) Nonostante tutto cio’, la S.E.I persevera nel sostenere questo progetto e ci costringe nuovamente a sedere nelle aule di giustizia. L’udienza in Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R.Lazio prevista a novembre è stata rinviata ai primi di gennaio.
Questa è una lotta che per vivere ha bisogno del sostegno di tutti, sostegno non solo morale, non solo fisico, ma anche economico. Il Coordinamento non difende solo gli interessi della salute dell’Area Grecanica, ma anche quelli economici dei suoi abitanti, dall’agricoltura al turismo, dall’edilizia alla cultura, tutto è minacciato dall’ombra del carbone e tutti hanno il dovere morale di contribuire. Non si può più stare alla finestra a guardare gli altri fare, contribuendo solo con una pacca sulle spalle.
Il prossimo 12 Ottobre, ancora una volta, ci recheremo presso il Tribunale di Reggio Calabria, Piazzale Cedir, per difendere il diritto della nostra terra ad esprimere e sviluppare le proprie potenzialità, per difendere il nostro e il vostro diritto di esprimere ognuno il proprio pensiero, con tutte le nostre forze e per impedire che questa libertà ci venga negata.
ottobre 27th, 2015 at 00:49
Egregio Sig. Rinaldo Sorgenti,
le assicuro che le mia sintesi, relativa alla centrale a carbone, non è frutto di superficialità, avendo sin da subito approfondito i temi e lo stato scientifico caratterizzante il progetto bensì di orientamento di pensiero basato su dati e studi in merito.
Gli effetti del particolato e delle sostanze inquinanti in genere, così come dell’aumento della temperatura a mare non sono delle opinioni ma delle considerazioni tratte con dati alla mano.
Poi sulle tecniche più o meno sofisticate, sicuramente la società sarà in grado di garantire la sicurezza ma non penso sia vietato voler usare il principio della precauzione che nasce dalla richiesta di “agire con approccio precauzionale” al fine di proteggere l’ambiente, così come specificato nella Conferenza di Rio, 1992 “United Nation Conference on Environment and Development”.
Detto principio invita ad una analisi attenta del concetto di precauzione a fianco di quello di responsabilità e della prudenza che nella filosofia, quest’ultima, così come bene riportato da Piefer ne “la prudenza”, Brescia-Milano 1999, indica la capacità di deliberazione saggia, e corrisponde al greco phronesis, talvolta reso direttamente con “saggezza”.
Le assicuro che, contrariamente a quanto da lei affermato, mi sono documentato abbastanza e ciò che tutti possono affermare è che i paesi avanzati del mondo intendono produrre energia da fonti rinnovabili. Questa è la grande sfida che si sono posti e a cui io, così come tantissimi altri, facciamo riferimento.
Lei afferma che tanti paesi producono elettricità a casa loro. E’ vero e noi come la Calabria la produciamo e la esportiamo. Certamente non da centrali a carbone però, poiché vietate dal piano energetico regionale. Immagino che lei è a conoscenza di questo. Di conseguenza comprenderà bene che se una Regione ha deciso in modo chiaro su un tema così delicato come quello dell’energia, gradirebbe vedere le proprie idee rispettate. Viviamo in democrazia e mentre la Regione dice “No”, la provincia dice “no”, i Comuni dicono “no” lo Stato dice “no”, a lei sembra corretto che altri insistono ancora con lo stesso progetto?
Poi una centrale a carbone quanti dipendenti assume? Mi scriva un numero per cortesia e poi però sottragga tutti i posti di lavoro che in agricoltura, nella pesca e nel turismo si perderebbero per tracciare un netto bilancio.
Egregio, ogni paese nasce con la propria vocazione e certamente Montebello Jonico e nello specifico Saline non è certamente paese industriale.
Non ho suggerito in maniera fuorviante, così come lei scrive, che la Svizzera faccia tale impianto in casa propria e non ho fatto confusione su nessun aspetto. La Svizzera così come lei stesso potrà verificare ha detto “no” al carbone. L’80,9% ha votato l’articolo della costituzione che impedisce al cantone dei Grigioni di acquisire nuove quote in centrali di questo tipo. http://unitiperlasalute.blogspot.it/2015/06/nei-grigionisi-allenergia-pulita-senza.html
E poi, mi consenta, l’Italia è bagnata in lungo ed in largo. Non ho visto nessuna Regione interessata al progetto. Anche la Spagna, la Francia e molte altre nazioni sono bagnate dal mare ma ad oggi non ho visto nessuno pretendere il progetto di una centrale a carbone.
Poi lei scrive: “Credo non sia difficile approfondire il tema e constatare come grandi Paesi avanzati (in primis la Germania) producano in primis l’elettricità di cui hanno assoluto bisogno appunto con il Carbone e risulta davvero difficile comprendere perché questo non dovrebbe andar bene per la Calabria”.
La invito a leggere il contenuto di questo link http://www.greenbiz.it/energia/13988-germania-centrali-carbone ; scoprirà come la Germania opta per la graduale eliminazione delle centrali a carbone inquinanti. L’obiettivo è di limitare l’inquinamento e di ridurre del 40% le emissioni di Co2 entro il 2020. Addirittura la Germania voleva tassare le centrali a carbone. Nell’articolo non scritto da me così si legge “Nel giro dei prossimi quattro anni il 13% della produzione di energia elettrica basata sulle centrali a carbone verrà declassata a produzione di riserva e poi dismessa, come ha annunciato il ministro tedesco dell’Economia.”
Il protocollo di Kyoto che lei ben conosce invita le Nazioni tutte a ridurre le emissioni di anidride carbonica e degli inquinanti in genere evidenziando la priorità ambiente e salvaguardia dell’ambiente come prima.
Nessun teorema dunque ma pura considerazione della verità. La invito a fare riferimento a quanto affermato dal premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, che penso non lo riterrà uno sprovveduto. Per quanto riguarda il carbone ecco cosa dice: “è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.
Ed ancora, sempre lo stesso Rubbia dice: “il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”.
Poi gradire che leggesse, tra i tanti, anche l’articolo “il killer silenzioso: in Europa le centrali a carbone fanno due morti all’ora. http://www.greenreport.it/news/energia/il-killer-silenzioso-in-europa-le-centrali-a-carbone-fanno-due-morti-allora/
Certo questo articolo potrà sembrare allarmistico e di parte ma Rubbia, scienziato, parla di salute e di pericolo che riguarda l’umanità.
Si guardi poi questo video https://www.youtube.com/watch?v=vGF-QkCTtpw e vedrà come l’agricoltura chiude i battenti considerato che la legge vieta la vendita di prodotti che ricadono sotto l’area cui insiste una centrale a carbone. Addirittura i contadini sono costretti a dichiarare che le produzioni avvengono in luoghi diversi da quelli reali per poter vendere. Nemmeno questa è una invenzione. Guardi il video e vedrà i volti di chi lo afferma.
Poi per quanto riguarda gli effetti sulla salute, sia in questo video che in altri noterà cosa viene affermato dai diretti interessati.
La invito ad ascoltare anche cosa dice il dott. Ghirga il quale parla chiaramente di mortalità e di studi scientifici espletati anche negli Stati Uniti in merito al particolato e agli altri inquinanti. https://www.youtube.com/watch?v=dazXi2k9q4M
Potrei scrivere ancora tanto ma data l’ora concludo ringraziandola per la sua attenzione e salutandola cordialmente.
Vincenzo Malacrinò
ottobre 26th, 2015 at 11:12
Egregio Dott. Vincenzo Malacrinò,
La ringrazio per la sua attenzione al mio precedente commento e vorrei offrire qualche altra considerazione stimolato a farlo dalla sue considerazioni.
E’ evidente che lei non abbia speso molto tempo per approfondire l’argomento energetico e soprattutto sulle tecnologie che compongono questi moderni impianti termoelettrici. Tantomeno, abbia ritenuto opportuno andare a documentarsi su come i grandi Paesi avanzati dell’Europa e del Mondo producano l’elettricità a casa loro, per assicurare benessere e sviluppo alle loro popolazioni.
Infatti, in maniera del tutto fuorviante lei suggerisce che la Svizzera faccia tale impianto a casa propria, con questo facendo confusione su molti aspetti.
Primo fra tutti il fatto che il progetto non è iniziativa di una nazione con noi confinante (dalla quale, peraltro, l’Italia cronicamente importa elettricità, prevalentemente prodotta dal Nucleare, perché noi “ricchi e furbi” italiani NON siamo in grado di produrre a casa nostra tutta l’elettricità di cui necessitiamo (e questo vorrebbe dire lavoro, ricchezza e benessere prodotto a casa nostra!), ma di un Operatore del settore che ha matrice Svizzera ma che opera da tempo anche in Italia ed in altri Paesi.
Secondo, che le condizioni tecniche, orografiche della Svizzera, non suggeriscono tale soluzione per quel Paese, perché la Svizzera NON ha ancora accesso diretto al mare e quindi l’approvvigionamento del Carbone (che prevalentemente avviene via mare, da altri Continenti) sarebbe difficile, mentre la Calabria è immersa nel mare e questo è un ulteriore notevole vantaggio per tale insediamento.
Credo non sia difficile approfondire il tema e constatare come grandi Paesi avanzati (in primis la Germania) producano in primis l’elettricità di cui hanno assoluto bisogno appunto con il Carbone e risulta davvero difficile comprendere perché questo non dovrebbe andar bene per la Calabria, viste le ben diverse condizioni in cui si trova ed il portare lo sviluppo che un’opera di quella importanza comporta, non sarebbe davvero un aspetto negativo. Sempre che, invece, non ci si voglia cullare nella condizione difficile locale nota. E’ questo lo sviluppo a cui i tanti giovani locali ambiscono?
Suvvia, lasciamo da parte i pregiudizi ed evitiamo di farci fuorviare da certi circuiti che cavalcano teoremi fuorvianti, per ragioni che con il benessere collettivo locale hanno davvero ben poco a che fare.
Se non c’è una corsa da parte di molte Regioni ad un simile insediamento, non è perché non ne avrebbero bisogno e ne deriverebbe loro un consistente vantaggio, ma solo a causa di una evidente inadeguata informazione ed il fuorviante catastrofismo cavalcato da certi circuiti.
Infatti, l’Italia ha un “MIX delle Fonti” per la produzione elettrica del tutto inadeguato che comporta un costo dell’elettricità sensibilmente più elevato della media Ue e soprattutto di quello che possono disporre i grandi Paesi nostri concorrenti in Europa. Una migliore e più opportuna programmazione nazionale, dovrebbe infatti agevolare tali insediamenti (peraltro da anni in itinere (ed incredibilmente avversati in: Emilia Romagna, in Liguria, in Sardegna), e sarebbero quanto mai opportuni in altre grandi Regioni che non hanno un equilibrato modo di produrre l’elettricità che serve a loro ed al Paese. Tra queste: Toscana, Marche, Campania, Calabria, Sicilia. Poi, grazie alla ns. condizione di Penisola immersa nel mare, altri nuovi e moderni impianti sarebbero opportuni anche dove oggi insistono quei pochi impianti a Carbone che ancora abbiamo: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Sardegna, Liguria. Se l’Italia riuscisse a raddoppiare il contributo dal Carbone (portandolo al 26-28% dall’attuale 13,5%, si allineerebbe alla MEDIA Ue28 ed il Paese risparmiare SOLO circa 8-10 miliardi di Euro/anno. Pensa si potrebbe fare qualcosa con tale cifra, per molti altri settori e servizi di pubblica utilità? Invece, noi li sperperiamo da 20 anni e continuiamo a farlo, grazie anche alla disinformazione ed al fuorviante catastrofismo di certe lobby. Provi ad approfondire e vedrà se non è così.
Cordiali saluti.
ottobre 25th, 2015 at 20:09
Caro prof. Luigi Sclapari,
grazie perchè tu stai dalla parte della gente!
Un affettuoso saluto
Vincenzo Malacrinò
ottobre 20th, 2015 at 00:01
Io sto, senza “se” e senza “ma”, col Dott. Vicenzo Malacrinò!
E questa mia scelta di campo non è generata dalla carenza di frecce all’arco, o perchè le stesse siano spuntate, ma perchè “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e peggior cieco di chi non vuol vedere”.
Lo sviluppo si può creare rendendo quelle terre ubertose (che tutto il mondo ci invidia anche per il particolare microclima), alla loro naturale destinazione d’uso: l’agricoltura specializzata: agrumi, bergamotti e gelsomini.
E se ciò non bastasse, il turismo.
Io sto col Dott. Vincenzo Malcrinò!
ottobre 18th, 2015 at 18:34
Gent.mo Sig. Rinaldo Sorgenti,
ritengo che, essendo il progetto valido, privo di inquinamento e benefico per la vita di ogni cittadino, ogni Regione farà a gara per poter installare la centrale a carbone nel proprio territorio.
La Svizzera, penso che solo e soltanto per errore l’abbia proposta alla Calabria e nello specifico a Montebello Jonico.
Nonostante la gente e le istituzioni abbiano detto “no” secco e chiaro, comunque il progetto, stranamente, viene imposto a questa terra.
Forse ancora sono sconosciuti tutti coloro che, in fila, stanno facendo a gara e a pugni per avere il primato di questa nobilissima e modernissima struttura.
Io farò il tifo perchè vinca il migliore ma, ritengo corretto che sia la Svizzera ad averla. Gli spetta proprio perchè l’idea è sua.
Quindi chiedo a tutte le Regioni e le Nazioni del mondo di tirarsi indietro e di lasciare questo progetto alla Svizzera.
Andremo poi tutti in gita per respirare aria pura. Migliore di quella dei nostri amati e vetusti caminetti.
Certo i caminetti bruciano legna mentre la centrale carbone.
Un salto di qualità verso cui tutti i cittadini dovrebbero tendere.
Cordiali Saluti
Vincenzo Malacrinò
p.s.
nulla di personale ovviamente. Ma solo esternazioni serene del mio pensiero
ottobre 13th, 2015 at 08:26
Chissà perché si debba arrivare a fare citazioni filosofiche eclatanti per tentare di giustificare un pregiudizio ed un insieme di fuorvianti valutazione espresse probabilmente da chi non ha alcuna cognizione di causa sul tema.
Infatti, il catastrofismo espresso con riferimento al grande Progetto della realizzazione della modernissima Centrale Termoelettrica alimentata a Carbone, non può che derivare dalla non conoscenza di merito di come funzionano questi moderni impianti e quali dotazioni tecnologiche li compongono per prevenire l’impatto che qualsivoglia combustione altrimenti provocherebbe.
Viene infatti da domandarsi perché non si faccia allora un’opportuna valutazione di quelle che sono le effettive emissioni dovute alla combustione delle biomasse legnose nei numerosissimi caminetti domestici, dove gli effetti della combustione NON sono normalmente filtrati da alcun apparato tecnologico e vengano giusto rilasciati al camino ad un’altezza di poche decine di centimetri sopra i tetti delle relative abitazioni. Dove si immagina che finiscano quelle emissioni dopo essere molto brevemente salite in atmosfera, per poi indubitabilmente ritornare al suolo in termini di Particolato fine a beneficio di tutti i cittadini locali?
Si invoca finalmente lo sviluppo per un’area notoriamente depressa dfa sempre e poi quando finalmente ed incredibilmente si presenta un validissimo ed i8mportante progetto, che contempla le più avanzate tecnologie mondiali, ci si oppone per il solito pregiudizio ed abbondando con i soliti luoghi comuni.
Eppure l’approfondimento, sereno ed obiettivo, attingendo a dati certi e da fonti autorevoli, non mancano, ma viene da domandarsi se sia questo l’interesse, che tanto a parole si invoca.