DON GIOVANNI GATTUSO RISPONDE ALL’INVITO DEL PAPA
Montebello Jonico – Don Giovanni Gattuso risponde all’appello del Papa e concede i locali della Parrocchia S. Maria della Presentazione ai profughi. “La mia casa è la casa degli ultimi, perché mai nessuno si senta escluso, solo e abbandonato”. Con queste parole don Giovanni Gattuso, Arciprete di Montebello Jonico – Masella, domenica scorsa, ha lasciato felicemente sorpresi i fedeli presenti alla Santa Messa.
Conoscendo il suo altruismo c’era da aspettarselo e così è stato. Don Gattuso però è andato oltre scrivendo una lettera ai fedeli, al Comune e alle Associazioni perché anche essi rispondano, secondo le proprie possibilità all’invito del Papa.
“Non passare oltre”. Questo era il titolo della lettera distribuita ai fedeli nella quale si evidenziava la storia passata, fatta di italiani che emigravano per motivi di guerra o di lavoro; di uomini e donne alla ricerca di pace.
Una lettera carica di riferimenti biblici e teologici ma anche ricca delle esortazioni papali.
“Carissimi, scrive don Gattuso, con questa lettera, faccio appello in modo particolare alle famiglie, alle persone di buona volontà e alle istituzioni presenti sul territorio perché si passi dall’emozione all’impegno di prendersi la responsabilità di dare una risposta concreta a questa emergenza umanitaria”.
Dopo aver sintetizzato la tragedia dei profughi e le morti in mare don Giovanni Gattuso precisa che “a tal fine le nostre comunità parrocchiali di Montebello e di Masella, desiderano rispondere positivamente all’invito del Papa mettendo a disposizione della Caritas diocesana i locali della Parrocchia S.Maria della Presentazione, per accogliere gli immigrati e i profughi che necessitano di aiuto”.
Ed ancora rivolto ai fedeli “invito tutti voi ad aprire le porte delle vostre case all’accoglienza di tutte queste persone che bussano alla finestra dei nostri cuori chiedendo aiuto. Ci sono tante abitazioni chiuse nel centro storico di Montebello e di Masella che potrebbero rispondere benissimo a questo appello di carità”.
Poi rivolgendosi al Comune “ci sono anche case popolari e/o edifici comunali chiusi che potrebbero ospitare gli immigrati”.
Un gesto grande quello del parroco, definito dagli stessi fedeli, in linea con il pensiero del Papa e con il concetto di “Chiesa in uscita”. Una Chiesa che amando va incontro ai poveri, agli ultimi, agli abbandonati e a chi cerca un poco di conforto.
Tra l’altro ha ricordato don Gattuso “Papa Francesco all’Angelus ha lanciato un forte appello, rivolgendosi all’Europa: di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”, dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!…”.
L’appello del Papa, ha detto don Giovanni, “scuote e risveglia non solo in noi pastori, ma anche nei laici, il senso vero della nostra missione in questo mondo”.
Montebello e Masella ci sono. Ci sono perché intendono vivere il Vangelo in modo concreto associando alle parole i fatti o meglio le opere. Nella lettera il parroco evidenzia il pensiero di Papa Paolo VI il quale scriveva nella «Populorum progressio» che “I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell’opulenza. La Chiesa trasale davanti a questo grido d’angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello”.
Questo un modo concreto ed autentico di essere Chiesa capace di riconoscere nel fratello sofferente il volto di Cristo e di incarnare il Vangelo nella vita di ogni giorno.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano del Sud”