FESTA DI S. ANTONIO A MONTEBELLO JONICO
Montebello Jonico – Domani alle ore 15, davanti la Chiesa Protopapale di Montebello Jonico, dedicata a Maria Santissima della Presentazione, verranno benedetti gli animali nel giorno dedicato a S. Antonio Abate. Subito dopo, alle ore 17 ci sarà la solenne celebrazione Eucaristica presieduta dal parroco don Giovanni Gattuso e a seguire la processione per la via principale di Montebello Jonico.
Al termine della Santa Messa, verrà esposta ai fedeli la reliquia di S. Antonio Abate, custodita nella Chiesa di Montebello Jonico per poi permettere il devoto bacio all’ex corpore del Santo Egiziano nato nel 250 d.C.
Un evento religioso preceduto dalla novena delle ore sei del mattino così come si usava un tempo e delle ore 16. Un appuntamento, ritornato a Montebello Jonico da soli tre anni dopo una pausa di cinquanta.
Una festa a cui i montebellesi sono molto legati se si considera l’evento straordinario del 1956 quando il popolo immerso nella grande alluvione, spinto dalla fede, portò fuori la statua di S. Antonio Abate e subito è apparso nel cielo l’arcobaleno mentre la pioggia smetteva di cadere al suolo.
La gente ha parlato subito di miracolo, avvenuto per intercessione di S. Antonio Abate, tanto amato dal popolo montebellese.
Così ora come un tempo è stata ripristinata l’antica tradizione con la benedizione degli animali e la processione. Un modo per ringraziare Dio per aver donato agli uomini un segno di grande santità come quella di S. Antonio Abate.
Don Giovanni Gattuso, arciprete di Montebello Jonico – Masella, ha inteso ripristinare questo momento di devozione popolare dopo aver letto tra i fedeli l’affetto che li unisce al Santo protettore degli animali, molto invocato nel periodo in cui Montebello e dintorni vivevano solo di agricoltura ed allevamenti.
Gli anziani, infatti, ricordano ancora quante volte hanno chiesto al Santo di intercedere presso Dio per ottenere grazie su grazie e come queste giungevano puntualmente.
Il Santo Semplice, dunque, ha conquistato non solo il tempo passato ma anche il presente, trasmettendo ai più giovani la sensibilità verso il creato.
L’eremita, l’uomo del silenzio, oggi parla alla storia dell’umanità invitando l’uomo del mondo moderno ad essere attento verso la bellezza del creato, gli ultimi e gli indifesi.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano del Sud”