UNA FINESTRA SULL’ORIENTE CHE C’E’ IN NOI
Montebello Jonico – “Una finestra sull’oriente che c’è in noi”. Questo il tema del convegno tenutosi a Montebello avant’ieri, alle ore 16, presso la Chiesa Protopapale dell’Isòdia, al fine approfondire il passato facendo sì che le nuove generazioni possano avvicinarsi meglio alle proprie origini e tradizioni che parlano il linguaggio dell’antica Grecia e di quell’Oriente vivo che ha lasciato una forte impronta nel tessuto culturale ed umano di chi abita questi luoghi.
Don Giovanni Gattuso, motore di questa iniziativa, nel dare il benvenuto ai numerosi presenti ha affermato che, il senso del convegno trova radici profonde nella storia personale di ciascuno, nel cuore e nell’animo di chi intende riconoscere il passato quale elemento di ricchezza per il presente e per il futuro.
In concomitanza con la festa della patronale dedicata a Maria Santissima Presentata al Tempio, don Gattuso ha fortemente sostenuto questo evento perché parla di fede, di passato ma anche di presente. “E’ necessario, ha detto l’Arciprete, che si conosca ciò che ha generato l’oggi, ed è necessario che i segni vadano letti consapevolmente altrimenti si rischia di vivere distanti dalla realtà”:
Il sindaco Ugo Suraci, ha sottolineato l’importanza di tali iniziative capaci di formare le nuove generazioni sempre più fagocitate da un mondo ce corre. Per questo vanno sostenute ed incoraggiate al fine di mantenere vivi ricordi e origini.
I lavori si sono avviati con una interessante relazione del prof. Luigi Sclapari, storico, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, il quale ha focalizzato la sua attenzione sul “culto Mariano e dell’Isòdia in oriente e in occidente”. Attraverso un anello ha rappresentato le due realtà ponendo i brillanti ora in un luogo ora in un altro, mostrando come l’opera, nella sua interezza, vive un’unica bellezza. Non vi sono separazioni o divisioni ma solo arricchimenti che provengono dall’uno e dall’altro mondo.
Montebello, ha detto lo storico, “vive e respira l’aria dell’Oriente, di quella cultura viva nel nostro DNA in modo forse inconsapevole ma vero”. Il dott. Tito Squillaci, persona che dedica molto del suo tempo per salvare vite in terre difficili ed esperto del mondo greco con la relazione “essere greci di Calabria” ha affascinato tutti dimostrando come i segni dell’antica Grecia presenti in vasi antichissimi sono ancora oggi presenti nei ricami delle donne, negli intagli dei pastori o nelle decorazioni di diversi artisti.
Squillaci ha dato la possibilità di raffrontare passato e presente in un unicum attraverso immagini e parole tali da specificare come i tempi ormai trascorsi non sono molto distanti dall’oggi.
Don Mario Casile, diacono birituale, ha invece evidenziato il “linguaggio delle icone” specificando come le stesse sono frutto di preghiera e meditazione. Casile ha presentato diverse rappresentazioni entrando nella profondità di ciascuna con passione e vera competenza sottolineando quanto di bizantino rimane nel territorio di Montebello Jonico, come per esempio l’affresco di S. Anastasio.
Don Antonio Morabito, canonico di Reggio Calabria, ha parlato delle “risorse umane nell’area grecanica” specificando come partendo dai beni presenti si potrà giungere ad uno sviluppo concreto ed armonico nel futuro.
Ha, pertanto, puntato l’attenzione sulla necessità di organizzare il territorio e le sue risorse partendo dalla valorizzazione, dal recupero e dalla protezione delle stesse. Caso contrario si perderà l’identità storica, culturale ed umana che vive all’interno dell’area stessa chiudendo così quella “finestra sull’oriente che c’è in noi”
Vincenzo Malacrinò
dicembre 8th, 2016 at 12:23
Grazie a te caro Luigi.
Hai portato avanti questo interessante progetto che regala lustro non solo a Montebello ma a tutta l’Area Grecanica e anche oltre.
Vincenzo Malacrinò
novembre 26th, 2016 at 00:02
Bravo, Vincenzo, alle piccole ma interessanti “cose” del nostro paesello sai dare un rislato tale da farle diventare grandi e ancora più importanti. Inconcontrarsi è sempre bello, incontrarsi poi, e riflettere sul nostro spirito religioso orientale è ancora più interessante e la festa dell’Isòdia ci ha data questa utile opportunità. La serata poetica è stata per pochi, ma nulla ha tolto alla freschezza dei sentimenti poetici espressi dai bravi autori. La giornata del convegno a quattro voci, seguita dai Vespri in rito bizantino, ha dato l’oportunità di aprire quella finestra sull’Oriente che c’è in noi montebellesi. L’agape fraterna infine, seguita alla solenne Messa dell’Isòdia, ha fatto sentire veramente accomunate le unità frazionali del Comune, rappresentate dai sodalizi culturali locali. Questo è il solco da seguire per tenere alto il buon nome del paese e di tutto il comprensorio comunale.