PIANI TERAPEUTICI: I PAZIENTI RIMANGONO INASCOLTATI
Ancora nulla di nuovo sul fronte “piani terapeutici”. Solo proposte nonostante sia passato quasi un anno da quando i pazienti hanno manifestato l’impossibilità di potersi curare in tempi umani.
Così la Garante Regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, lancia al presidente Roberto Occhiuto un’altra proposta confidando, come si legge nella nota, nella sua “sensibilità e disponibilità”.
La stessa a cui, da circa un anno, confidano i pazienti che più volte gli hanno chiesto aiuto verso questo problema.
Per la Garante bisogna “demandare al medico di medicina generale il rinnovo dei piani terapeutici per la
prescrizione dei presidi per i pazienti diabetici”. Si perché allo stato anche per questa patologia da cui purtroppo non si guarisce bisogna “passare” dagli specialisti per ottenere il piano terapeutico.
Tempi lunghi ed attese inutili solo per sentirsi dire che “son si è guariti” e pertanto il paziente ha diritto a tutto ciò che per legge gli spetta.
“Giungono all’attenzione dell’Ufficio, dice Stanganelli, numerose segnalazioni sul rinnovo dei piani terapeutici per la prescrizione di presidi (aghi, lancette, strisce reattive per la determinazione della glicemia), rinnovo che al momento viene fatto annualmente”.
Poi aggiunge: “è di facile intuizione che il rinnovo annuale dei piani terapeutici implica un aumento considerevole di accessi ai poliambulatori territoriali, un sovraccarico della lista di attesa e un significativo aumento delle visite domiciliari, nonché un disagio per i pazienti stessi. Che poi è l’aspetto che a noi interessa di più! Per questo tutto dovrebbe essere demandato ai medici di medicina generale”.
Chiaro è che ciò non risolverebbe il problema generale dei piani terapeutici per tutte le altre patologie poiché, ad oggi, a causa del DCA n. 36, gli specialisti convenzionati interni degli Ambulatori Territoriali, non possono prescriverlo in quando nel documento si afferma che solo gli specialisti dipendenti sono autorizzati.
Per risolvere il problema basterebbe solo “un po’ di inchiostro” ossia aggiungere tre parole: “specialisti convenzionati interni”. Ed invece la Regione Calabria ad oggi non lo ha fatto. Dopo un anno di attesa sarebbe anche giusto spiegare ai pazienti il perché.
Vincenzo Malacrinò
Pubblicato sulla Gazzetta del Sud