INCENDI, PERICOLO NELLE ABITAZIONI
5 luglio 2009
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Montebello Jonico – Giornata di fuoco ieri a Saline, dove le fiamme hanno sfiorato l’abitato.
“Siamo salvi per miracolo, ha affermato un anziano del posto. Le fiamme stavano entrando dentro casa”.
“Siamo salvi per miracolo, ha affermato un anziano del posto. Le fiamme stavano entrando dentro casa”.
Diverse sono state le persone – soprattutto anziani – che hanno accusato malesseri a causa del fumo soffocante, violentemente entrato fin dentro casa e della paura che al pari di un incendio non si poteva domare con un sorso d’acqua.
Caldo e fumo si sono uniti in un tutt’uno mentre urla e panico si fondevano all’aumentare di quelle fiamme che in pochissimo tempo, da via Armerì, parte bassa di Saline, sono giunte fin sotto l’abitato di via Serro e di Fucidà.
Il vento stava dalla parte del fuoco mentre in poco tempo i cittadini, impauriti, hanno subito chiamato i soccorsi.
Presenti sul posto i Vigili del Fuoco di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria, i Carabinieri della Stazione di Saline diretti dal Maresciallo Davide Micale, il Corpo Forestale dello Stato e i Ranger International coordinati da Nuccio Foti.
Molti volontari e tanti cittadini presenti erano intenti a spegnere quelle fiamme che in poco tempo volavano da un punto all’altro come uccelli.
Circa 10 ettari di suolo con olivi, mandorli e sterpaglie, sono stati violentemente aggrediti dall’onda rossa intenta a correre fino in prossimità delle abitazioni. Questo il bilancio della calda giornata.
Una piccola casetta è stata salvata proprio all’ultimo istante da chi da terra con tutti i mezzi cercava di domare le fiamme.
Acqua, pale, piccoli e fruste vegetali si muovevano a ritmo intenso nell’intento di sottrarre alle fiamme quanto più suolo possibile.
Una vera e propria lotta combattuta non solo da terra. In poco tempo, infatti, data la portata dell’incendio e la pericolosità che lo stesso recava alle abitazioni, un elicottero della Protezione Civile con voli intensi e rapidi provvedeva a spargere acqua dall’alto.
“Se non fosse stato per chi ogni giorno lavora per domare le fiamme avremmo perso tutto”. Questa un’altra espressione raccolta ieri, tra il panico della gente quando in tarda mattinata Saline veniva avvolta da una nuvola di fumo.
In tre ore l’onda rossa ha divorato quanto ha incontrato lungo il suo percorso fino a giungere nella parta alta di Saline e precisamente a Serro ai bordi del serbatoio comunale.
Un incendio capace di giungere anche là dove i terreni erano semi-arati e dove, come nel caso del serbatoio, l’asfalto era prossimo.
Un incendio capace di giungere anche là dove i terreni erano semi-arati e dove, come nel caso del serbatoio, l’asfalto era prossimo.
“E’ come se il fuoco volasse fin sopra la chioma degli alberi, passandosi la fiamma da un punto all’altro”. Così la gente del posto descrive l’evento che ha interessato Saline in un momento di serenità quotidiana, dove il sole tentennante di fine giugno viaggiava in compagnia di un sostenuto vento.
Ora ciò che rimane della giornata di ieri è solo tanta paura e sconcerto e una massa di suolo rivestito di cenere.
Così, con l’incendio di ieri, il polmone della terra viene privato di altri 10 ettari di verde capace di costruire ossigeno che serve per l’uomo.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato si “il Quotidiano della Calabria”