LA COMMISSIONE VIA “RINVIA” LA DECISIONE PER LA CENTRALE A CARBONE
23 febbraio 2010
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Montebello Jonico – La commissione VIA, ancora una volta, non si è espressa in merito alla centrale a carbone si Saline Joniche.
Pur essendosi riunita ieri a Roma non si è pronunciata in merito alla delicata questione per la quale ormai da tempo si attendono i pareri.
Dopo il rinvio dei giorni scorsi, questo è il secondo. Da quanto trapelato dai palazzi romani la prossima riunione dovrebbe avvenire tra qualche mese, quasi giusto il tempo necessario per avere chiarezza sui nuovi scenari elettorali anche se, in ogni caso, il parere di Loiero è chiaro così come quello di Scopelliti, il quale ha partecipato alla campagna per il “no” e ultimamente ha rilasciato qualche dichiarazione precisando la sua posizione negativa sul carbone.
Tuttavia proprio Scopelliti, candidato alla presidenza della Regione, viene chiamato in causa dall’Assessore Regionale Demetrio Naccari Carlizzi, il quale dice che “sarebbe opportuno che il sindaco di Reggio Calabria si mettesse d’accordo con il Governo nazionale, espressione del suo stesso partito” perché “se Scopelliti è contrario alla soluzione della centrale a carbone, senza se e senza ma, dovrebbe comunicarlo ai propri alleati politici mettendosi in contatto con il Consiglio dei Ministri e con il Ministero dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo”.
Naccari attacca il governo affermando che “non consulta il territorio e non avvisa i suoi stessi amministratori locali, prima di assumere scelte per il futuro della salute dei cittadini”.
Sul tema ritorna deciso anche l’assessore all’Ambiente Silvio Greco il quale ha ribadito che “la Calabria non è la pattumiera del sud ed il luogo su cui impiantare quanto è concretamente sgradito ai cittadini”.
È inaudito, precisa Greco che ancora una volta i calabresi assistano a questi paradossi che “ci lasciano veramente sconcertati se si pensa che si sta facendo di tutto per promuovere sul territorio una realtà che contrasta con tutti i protocolli noti in materia ambientale”.
In ogni caso afferma Greco “la Calabria lotterà per la libertà dei propri diritti e che studierà i pareri in ogni pagina per impugnarle tutte ed una per una”.
Non si arrendono le istituzioni così come non si arrende Legambiente che attraverso Nuccio Barillà, del consiglio direttivo, afferma che “la questione Saline si è rivelata una vera e propria patata bollente, difficile da gestire poichè è imbarazzante dover lavorare su un tema così complicato dal momento che bisognerebbe dimostrare che la soluzione carbone è la migliore rispetto alle altre. Di fatto è come voler far quadrare un cerchio che non si chiude”.
Barillà, ribadisce l’impegno massimo di Legambiente volto ad impedire la costruzione della centrale a carbone.
“Comprendo bene le difficoltà della commissione, ed è chiaro che non deve essere facile per i componenti poter deliberare con estrema facilità su una questione contorta dal momento che da un lato l’Italia si impegna a Copenaghen ad abbassare l’anidride carbonica e dall’altra autorizzerebbe impianti atti a produrla”.
Questo paradosso, precisa Barillà rappresenta l’assurdo di un’Italia incomprensibile. “Sia chiaro però, aggiunge Barillà, che non staremoa guardare.
Ogni rigo delle relazioni verrà setacciato per promuovere ricorsi”.
Non sarà dunque semplice il futuro dal momento che il tema “carbone” si scontra in ogni angolo con quanti sostengono l’ambiente e la salute.
“Il progetto, non trova valide motivazioni, spiega Barillà ed ecco il motivo di questi rinvii e di questi rallentamenti”. Una vicenda assurda come afferma il Nuccio Barillà “se si pensa che è stato inserito un emendamento nella legge 23 luglio 2009 per superare la negata intesa Stato – Regione”.
Di fatto nel passato, è stata negata l’intesa con un atto formale da parte della Regione Calabria.
In ogni caso non basta solo il parere della commissione VIA per dare il via libera alla costruzione della centrale.
In ogni caso non basta solo il parere della commissione VIA per dare il via libera alla costruzione della centrale.
L’iter è lungo e complesso dovendo passare anche per il Ministero delle Attività Produttive.
Intanto al di la di tutto Barillà invita tutti a mobilitarsi per il “no” e tra questi i sindaci perché si costituisca un vero movimento popolare.
Al primo cittadino di Montebello Nino Guarna lo invita a non rifugiarsi dietro la richiesta di pareri tecnici “perché si è già in una fase avanzata dove il quadro è abbastanza chiaro”.
Sarebbe opportuno che anche i sindaci fossero chiari e “nello specifico quello di Montebello in sede di campagna elettorale con le sue gigantografie per il no non aveva certamente dubbi”.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”