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NIENTE SCUOLA. SI PORTANO I BANCHI

11 settembre 2010 Nessun Commento
Montebello Jonico – Ieri da via Portovegno si son portati i banchi. Ora della scuola di Montebello , dopo più di cento anni di azione concreta per tutto il comune, non rimane più niente.
“Da Montebello e nella scuola di Montebello si sono formate menti di alto livello, capaci di trasferire altrove il sapere ed ora della nostra scuola rimane solo il passato”.
Queste le parole di un anziano saggio montebellese che, al di là dei tagli proposti dalla legge, entra nel merito del buon senso e della capacità di garantire i servizi anche minimi nelle aree svantaggiate.
Le mamme protestano ancora e affermano che le ingiustizie più gravi sono quelle che si commettono nei riguardi dei più piccoli.
“La nostra vita e quella dei nostri figli è stata scombussolata dalla sera alla mattina”.
Con questa battuta una mamma ha centrato pienamente il disagio dei bambini che saranno costretti a viaggiare per vedersi garantito il diritto all’istruzione.
Un diritto non garantito dalle istituzioni dal momento che in nome di questa o di quella legge si chiudono plessi e si costipano come panettoni i bambini dentro le aule solo perché la legge prevede che ciò è possibile farlo.
“La legge va applicata con saggezza” afferma un genitore ed ancora “vorremmo il rispetto delle regole in tutto dal momento che spesso si fanno due pesi e due misure.
Così sbotta il coordinatore del gruppo dei genitori che protestano, perché a loro avviso nessuno ha fatto niente.
Accuse sul Comune, sulla direzione e su chi ha permesso che questo terremoto portasse tutto verso il mare.
“I nostri amministratori non hanno fatto niente. Si sono riuniti, ci hanno sorriso ma concretamente è come se si parlasse di pupazzi e non di bambini”.
Duro lo sfogo dei genitori i quali per protesta hanno preparato per domenica mattina alle 11.00 una lezione all’aperto per i propri figli.
Saranno loro a spiegare ai più piccoli le materie scolastiche minacciando di non presentarli a scuola e di continuare la loro battaglia ad oltranza.
Si tratta di una manifestazione a cui i genitori invitano a partecipare le istituzioni locali ma anche la provincia e la regione, perché affermano “noi abbiamo dato i nostri consensi. Ora ci rappresentino in questo momento di disagio”.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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