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I GIOVANI VISITANO GLI AMMALATI

18 febbraio 2000 Nessun Commento
Montebello Jonico- una iniziativa degna di grande ammirazione, quella dei giovani della Parrocchia Maria S.S. della Presentazione di Montebello Jonico: visitare gli anziani, coloro che sono soli e un po’ abbandonati a se stessi ed ai loro acciacchi quotidiani.
Il tutto, e quindi il contenuto dell’iniziativa è nato da una profonda analisi del luogo e della gente che in esso vive.
Ben presto ci si è resi conto che la realtà montebellese è veramente critica, fatta di gente anziana a di tanti disoccupati.
I giovani “scappano” tristi per cercare lavoro e penando lasciano a casa i loro genitori ed i loro nonni anziani, nel paese che sognano vedere risorgere.
Forse è solo un sogno ma con un po’ d’impegno da parte delle istituzioni locali, affermano, forse tante valige rimarrebbero chiuse nel ripostiglio e tante altre si verrebbero riempite per fare rientro nel proprio paese.
E così lanciano un appello alle istituzioni locali, affinchè si mobilitano per far partire l’ex liquilchimica e lo sviluppo in genere in questo sud che, moribondo, stenta ogni giorno della propria esistenza.
Montebello, vive il dramma della disoccupazione associato all’elevato numero di anziani in quanto la forte emigrazione non permette un ricambio equilibrato e quindi una eterogenea presenza in loco.
I giovani dell’azione cattolica rimasti, anche se forse ancora per poco, hanno saputo leggere chiara la vicenda montebellese e consapevoli di non essere in grado di fornire lavoro a quanti ne hanno bisogno, si sono adoperati in una fattiva opera di volontariato consistente nell’andare a visitare gli anziani per portare solidarietà e gioia, proprio nel modo in cui parla il Vangelo.
Diamo quello che possiamo, hanno affermato, e come noi anche gli altri, i “grandi”, dovrebbero dare quello che possono per la collettività.
“Bisogna concretizzare le idee”, affermano i giovani!
Così, con questo slogan son partiti tutti insieme nella consapevolezza di portare a quanti incontreranno una parte di sè.
Forse daranno solo un sorriso o una carezza ma sicuramente questi basteranno per dare serenità e pace a chi vive un momento particolare della propria vita.
Chiedendo ad giovane di loro cosa sogna di fare da grande, questo afferma: “spero di poter invecchiare in questo paese e quindi di riuscire a non fare le valige per andare a vivere sofferente in terra straniera. La vita la si deve vivere nel migliore dei modi, e sicuramente l’essere sradicato dalla propria terra rompendo le radici che mi legano ad essa non è il migliore dei modi per partire e per dire veramente addio a tutti. Spero che i politici del momento siano veramente sensibili al nostro dramma e che si impegnano a mettere in moto macchine esistenti nel nostro territorio ma ferme da anni”.
Così al problema sociale, al volontariato ed alla voglia di essere vicini agli altri si affianca il desiderio di volere altri al proprio fianco: in questo caso i politici che dovrebbero interessarsi seriamente del problema occupazionale.
Un problema che coinvolge tutti e che però purtroppo da anni viene solo citato ma mai risolto.
“ex liquilchimica e ogr, dice uno di loro, sono due motori che ci potrebbero portare tutti verso una grande autostrada però purtroppo nessuno prende le chiavi per metterle in moto e così noi giovani siamo sempre in cerca di passaggi”.
Concludono l’incontro affermando che vorrebbero continuare la loro opera di volontariato nel tempo vivendo stabilmente nel loro paese ma se saranno costretti a prendere anche loro il treno, gli anziani vivranno da soli e le case ad una ad una si chiuderanno.
La speranza è l’ultima a morire, ma per farla vivere è necessario che i politici vivano la politica per dare a tutti la possibilità di guardare al futuro con gioia e non con paura e tristezza.
E’ un duro appello quello lanciano dai giovani alla sensibilità delle istituzione che vuole però una risposta e soprattutto come dicono loro un “rimboccarsi le maniche per partire altrimenti tra qualche anno i politici saranno costretti a fare i rappresentanti di nessuno perché tutti “scapperanno” per trovare lavoro.

Vincenzo Malacrinò

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