MASELLA PROTESTA: NO ALLA CHIUSURA DELL’UFFICIO POSTALE
Montebello Jonico- questa mattina blocco stradale a Masella, una frazione molto popolata del comune di Montebello Jonico.
Il motivo, lo stesso ossia la chiusura del loro ufficio postale; decisione definita dalle poste ma non condivisa dai cittadini i quali si sentono smarriti e per nulla considerati nell’ottica delle strategie imprenditoriali. E così tutta Masella unita e compatta, come commenta uno dei manifestanti, si è riunita nella mattinata davanti all’ufficio postale con la ferma intenzione di far giungere alle autorità dello stato la loro voce e per l’occasione hanno preparato un cocktel fatto a base si striscioni, silenzio e… tanto ghiaccio fino al punto di congelare il traffico e paralizzare tutto l’entroterra.
Nella strada un fiume di persone tutti motivati dallo stesso intento: la corale lotta per la risoluzione di un problema che coinvolge tutti.
La manifestazione ha richiamato l’attenzione dei carabinieri e della polizia i quali si sono recati sul posto per assicurarsi che fosse mantenuto l’ordine durante la manifestazione. E come tutte le mattine, forse per l’ultima stavolta, giunge anche l’impiegato dell’ufficio ma i manifestanti gli hanno impedito l’ingresso ed è stato costretto a fare marcia indietro.
Così viene anche impedito il transito ai mezzi per alcune ore, le scuole di Montebello rimangono deserte ed i bambini manifestano con i genitori e i pubblici uffici vengono aperti in ritardo. Un vero e proprio disordine, un vero e proprio caos ma più di un manifestante afferma che è giusto e soprattutto motivato dal “comportamento selvaggio” delle poste. Ed è stata veramente triste l’espressione di un anziano il quale con le lacrime agli occhi ha affermato “ho sudato una vita per avere la mia pensione e adesso forse non avrò neppure la soddisfazione di poterla riscuotere, dovrò fare delega chi non ha parenti o persone di fiducia che farà? Dovrà prendersi l’autobus a 75 anni per giungere Montebello o Saline? A me le curve mi fanno star male”. La giornata di domani, ad avviso dei manifestanti si mostrerà ancora più calda in quanto continuerà il blocco per tempi molto lunghi. Comunque sembra che le poste chiudono apre il Monte dei Paschi di Siena e di questo dà conferma il consigliere comunale Filippo Calabrò, anche se ancora una volta cerca di salvare il problema poste asserendo che “il comune è disposto a pagare l’affitto dei locali ed ancora a discutere su come risolvere il problema a patto che ci sia un dialogo e non un monologo da ambo le parti come finora si è verificato” . Ma le poste, continua il consigliere, perché non ci hanno interpellato, perché hanno trattato il problema solo dal loro punto di vista e non dal nostro? “sono veramente sconcertato, ammette Calabrò che da giorni si trova impegnato in prima linea con tutta l’amministrazione per la risoluzione del problema, perché non riesco a concepire la totale esclusione del cittadino nel problema che lo riveste, il cittadino, infatti, conclude, non è stato per nulla pensato”. Ed a tale proposito interviene anche il presidente dell’azione cattolica di Masella, Maria Guarnaccia, la quale esprime a nome di tutta l’associazione la disapprovazione nell’operato delle poste e afferma che tutti uniti lotteranno per il bene del cittadino, soprattutto del più debole, di chi non ha forza di chiedere aiuto. “proprio gli ultimi, i malati, chi non può mettersi su un pullman per riscuotere una pensione vanno tutelati, afferma, quegli ultimi che purtroppo per i dirigenti delle poste non contano ma che per noi hanno grande rilevanza”.
“Le poste non debbono chiudere, afferma uno dei più vivi manifestanti, ma se così fosse si spera che apra una filiale il Monte dei Paschi, ed allora saremo noi a non considerare le poste e a trasferire presso questo istituto bancario le nostre pensioni, i nostri risparmi ed ogni forma di investimento”. A dare conferma di questa tesi è lo stesso consigliere Calabrò ed al contempo precisa che domani in prefettura ci sarà un incontro tra i sindaci dei comuni che rischiano la chiusura degli uffici postali, il prefetto ed il direttore generale delle poste.
Si spera che le poste comprendano veramente i disagi che possono causare alla popolazione prima di decretare una “chiusura” senza revoca e che le distanze vengano valutate non solo sulla carta ma anche e soprattutto nella concreta realtà.
Vincenzo Malacrinò