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MONTEBELLO: HA DIRITTO DI ESSERE INSERITO NELL’AREA GRRECANICA

12 agosto 2002 Un Commento
Concluso il convegno sulla cultura greco- bizantino montebellese
L. Sclapari: molteplici sono i documenti che suffragano questo diritto
Montebello Jonico – Si è concluso l’importante convegno dal tema “Riflessioni montebellese sulla Dormizione (Kimisis) e sulla Presentazione ( Isodia) di Maria Bambina al Tempio) tenuto a Montebello Jonico presso la Chiesa Protopapale dell’Isòdia (Presentazione) e che ha visto come relatori esperti del campo come il Prof. Luigi Sclapari ricercatore che dimostra spiccato interesse anche su problematiche di carattere culturale – religioso nell’ambito del territorio montebellese, il prof. Domenico Domenico Minuto, storico – ricercatore fra i più illustri conoscitori di cultura grecanica – bizantina della Calabria e Padre Antonio Bellusci, protopresbitero dell’Eparchia Bizantina di Lungo (CS).
Moderatore l’arciprete parroco Don Pietro Polimeni il quale nella sua introduzione ha evidenziato il desiderio di consolidare nel tempo questi importanti momenti auspicando di infittirla con altre iniziative.
Dopo il saluto del sindaco, Loris Nisi ha avuto luogo il primo intervento tenuto dal prof. Luigi Sclapari dal titolo “segni di grecità in Montebello: la Dormizione (Kìmisis Theotocu e la Presentazione o Isòdia di Maria bambina al Tempio”
I documenti che presenta e la relazione complessiva hanno chiaro e singolare riferimento storico tale da provare con certezza l’appartenenza di questo territorio all’area grecanica, ad un mondo antico che ha lasciato traccia nel tempo fino ai giorni nostri.
In Montebello, esiste fra le tante, una importante funzione religiosa, che vede il popolo nei giorni di 14 e 15 agosto impegnato in un momento di religiosità intensa, quello della “Dormizione” ossia un dipinto della Madonna Assunta in Cielo viene portato la sera del 14 agosto dalla Chiesa Protopapale al Cimitero e poi la mattina del 15 da cimitero alla Chiesa Protopapale.
Sclapari punta molto su questa festa definendola “bicefala” fra oriente ed occidente.
Di orientale, afferma, abbiamo il quindicinario di preparazione alla festa di cui esiste un documento che lo attesta presso l’archivio comunale risalente al 1864.
Nel tempo poi venne trasformato in novena ed oggi a causa dello svuotamento della popolazione si è ridotta ad una vigilia di preghiera fatta al camposanto dopo la processione.
“ la processione del 14, dice il Prof. Luigi Sclapari, è molto simbolica perché si poggia su due punti essenziali: il cimitero, luogo di morte biologica e la Chiesa che è luogo di vita.
La processione del 14 ha il significato di ricordare l’evento storico della morte di Maria con la deposizione del quadro al cimitero.
Un evento diverso da tutti i mortali in quanto il Suo corpo è sottratto dalla morte e il ritorno del quadro in Chiesa mattina del 15 simboleggia la vita, la risurrezione e quindi l’ Assunzione”.
Il dipinto del 1800 che viene custodito in nella Protopapale dell’Isòdia rappresenta in modo molto agile tutto il percorso.
Nel corso dell’intervento il professore Sclapari afferma che “La Dormizione e la Presentazione sono due momenti essenziali della grecità tratti dalla vita religiosa del paese”.
La Chiesa Madre è proprio dedicata alla Madonna della Presentazione (Isòdia) Chiesa eretta così come afferma Padre Francesco Russo, storico reggino, sin dal XII secolo.
Indicazioni sulla Presentazione (Isòdia) sono desumibili dal protovangelo di Giacomo che racconta con dovizia di particolari questo momento della vita umana di Maria.
In oriente questo aspetto della vita di Maria Bambina viene esaltato attraverso una festa che aveva avuto origine all’inizio a Gerusalemme, dove è rimasta circoscritta per molto tempo e poi si è estesa a tutto l’oriente.
La nostra festa, dice Sclapari, dovrebbe essere maggiormente solennizzata attraverso concelebrazione con tutti i sacerdoti della zona pastorale montebellese in rito greco – bizantino in modo da rendere alto il tono della festa.
La festa della Presentazione e della Dormizione sono afferma Luigi Sclapari, di origine orientale, documenti lo attestano e la presenza in Montebello Jonico di queste festività risalgono a tempi molto lontani.
Questi elementi ed altri caratteri testimoni, come per esempio la presenza di opere architettoniche (S. Anastasio e S. Giovanni sopra Fossato) e pittoriche (S. Anastasio) dimostrano la nostra sicura appartenenza a quell’area grecanica della Calabria dalla quale ingiustamente siamo stai stati esclusi”.
I cognomi del posto, Tripodi, Panagìa, Stillittano ecc….. i nomi dei luoghi, cufò, calamaci, Stinò ecc… e tanti altri elementi inconfondibili attestano la nostra inconfondibile appartenenza al mondo grecanico della Calabria orientale.
Il professore Domenico Minuto ha relazionato invece sul tema “Montebello visto con gli occhi di un amico forestiero”.
Nel corso del suo intervento lo storico ha messo in evidenza l’importanza di Montebello dal punto di vista storico e culturale ed ha manifestato la necessità di conservare nel migliore dei modi questo patrimonio che altrimenti rischia di degenerare.
Andrebbe quindi rivisto il “quadro” di Montebello Jonico, le sue esigenze e soprattutto la salvaguardia del patrimonio architettonico che giorno dopo giorno di invecchia di modernità.
Un ritorno al “vecchio” fatto con criterio e abile professionalità sicuramente propone anche risvolti economici fatti da percorsi turistici che si ampliano o che nascono, da attività culturali che portano alla luce il passato e da attività religiose che fanno rivivere mondi lontani ma al contempo vicini perché scorrono dentro ciascun figlio di questa porzione di terra.
Bisogna quindi rispettare ed amare il territorio con lo stesso amore che portiamo verso noi stessi, questo in messaggio forte del professore Minuto, perché solo così si può cambiare e far cambiare, solo così si può crescere e migliorare.
Ultimo intervento è stato quello di Padre Bellusci sulle “attività pastorale nelle comunità grecaniche dell’arcidiocesi di Reggio – Bova 1982 – 2002 del protopresbitero Antonio Bellusci dell’Eparchia cattolica bizantina Italo – albanese di Lungro (CS)”
Il protopresbitero parla della sua esperienza pastorale in questa terra affermando che la grecità presente in Calabria meridionale è in forte sintonia con il gruppo etnico degli italo – albanesi della Calabria settentrionale perché uniti da un’unica cultura e che nella stessa si inserisce il rito greco – bizantino.
Ha evidenziato le attività pastorali delle comunità grecaniche della nostra diocesi e l’impegno costante perché questa cultura venga mantenuta e mai persa.
È sicuramente un tesoro inestimabile, un passato che vive nel presente, ecco quindi la necessità di conservare e preservare dalla dimenticanza, dall’allontanarsi troppo da quella cultura che ha visto crescere i nostri avi e indirettamente noi stessi.
Per questo un impegno forte perché si approfondisca, si studi e si mediti sul passato per farlo rivivere nel presente anche attraverso l’inserimento di Montebello nell’area grecanica dove giustamente troverebbe precisa configurazione.

Vincenzo Malacrinò

Una Risposta a “MONTEBELLO: HA DIRITTO DI ESSERE INSERITO NELL’AREA GRRECANICA”

  1. 1
    Anonymous Scrive:

    il libro, che ho divorato, mi ha entusiasmato. Come sai, ho intenzione di offrire al prof. la mia collaborazione per la stesura della sua prossima opera.
    Complimenti per il blog.baci ciao

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