MONS. VITTORIO MONDELLO A MELITO PORTO SALVO
17 dicembre 2002
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Melito Porto Salvo – Se un tempo sposarsi non necessitava di alcuna ufficiale preparazione, oggi non è così. In ogni zona pastorale è previsto un corso di preparazione al sacramento del matrimonio e a Melito Porto Salvo si è concluso Martedì con la celebrazione di una liturgia penitenziale presieduta da sua eccellenza il Vescovo Mons. Vittorio Mondello.
L’importante evento, apice di un cammino durato diversi mesi, si è svolto nella Chiesa di San Giuseppe dove accanto al vescovo sono stati presenti il vicario zonale don Benvenuto Malara, don Cosimo Latella, don Marco Scordo, don Pietro Polimeri, don Carmelo Perrello, don Celestino e tutti gli altri parroci delle parrocchie vicine.
Un momento unico e singolare, affermano le tantissime coppie destinate ad un immediato matrimonio, perché evento di sintesi e di profonda meditazione. Il vescovo nel discorso rivolto ai presenti ha evidenziato i vari aspetti del matrimonio e soprattutto una sconcertante statistica emessa dal tribunale ecclesiastico secondo la quale tante coppie si separano dopo circa un anno di matrimonio.
Un dato sconcertante questo che dovrebbe far prendere coscienza alle nuove coppie dell’importanza del vero discernimento e del vero dialogo, un dato che palesemente manifesta un “male” all’interno del rapporto di coppia nel periodo pre matrimoniale.
Sostanzialmente forse, i fidanzati sfruttano poco e male il tempo scelto come momento di conoscenza profonda e sicuramente se “tutto fila” liscio durante il fidanzamento e poi tutto a rotoli, evidentemente non si ì stati capaci di essere autentici e concreti, persona capaci di progettare il futuro.
Quel futuro che come il vescovo ha affermato va inteso e costruito nel rispetto della propria persona e di quella del proprio compagno o compagna di vita. La vita futura va intesa e vissuta nella certezza della propria unicità ma anche nella pluralità, nella capacità di fondersi con “l’altro” per essere insieme un nuovo modello proiettato verso un mondo nuovo che attende significativi e positivi cambiamenti.
A volte manca proprio questo sforzo, manca la volontà di “fondersi” e quindi il prevalere dell’egoistico “io” è elemento di rottura e di divisione con conseguenza ultima del “divorzio” del “separo ciò che l’uomo non deve separare”. E l’attenzione del vescovo si è anche fermata sull’importanza del matrimonio sacramento, lui stesso ha affermato che il matrimonio di chi sceglie di sposarsi in Chiesa non è una semplice unione ma un matrimonio cristiano e per questo l’uomo non può separare ciò che Dio unisce. Fedeli a queste parole ogni cristiano deve quindi avere il coraggio di fare i “conti” con se stesso prima per essere leale e coerente con le proprie scelte.
Dopo la riflessione del Vescovo tutti i presenti si sono accostati al sacramento della confessione e successivamente della comunione. Ed è stato veramente emozionante vedere tutti il Vescovo ed i parroci nei vari angoli della Chiesa confessare tutti quei giovani che, col sorriso tra le labbra e gli occhi sorridenti tornavano ai loro posti. “Un vero padre il vescovo” un pastore che confessa e assolve, che ascolta e consiglia e soprattutto un padre che ha cura del suo gregge fatto di persone che non devono mai disperdersi.
A conclusione della celebrazione negli occhi di ciascuno si poteva leggere a chiare note un messaggio corale: la strada della vita la si costruisce ogni istante dando “all’altro” tutto se stesso senza limiti e intermittenze. Questo il solo modo per essere coppia che dura per sempre ed il solo modo perché la vita “in due” sia esistenza guidata da un unico filo e diretta verso le alte mete che portano a Cristo.
L’importante evento, apice di un cammino durato diversi mesi, si è svolto nella Chiesa di San Giuseppe dove accanto al vescovo sono stati presenti il vicario zonale don Benvenuto Malara, don Cosimo Latella, don Marco Scordo, don Pietro Polimeri, don Carmelo Perrello, don Celestino e tutti gli altri parroci delle parrocchie vicine.
Un momento unico e singolare, affermano le tantissime coppie destinate ad un immediato matrimonio, perché evento di sintesi e di profonda meditazione. Il vescovo nel discorso rivolto ai presenti ha evidenziato i vari aspetti del matrimonio e soprattutto una sconcertante statistica emessa dal tribunale ecclesiastico secondo la quale tante coppie si separano dopo circa un anno di matrimonio.
Un dato sconcertante questo che dovrebbe far prendere coscienza alle nuove coppie dell’importanza del vero discernimento e del vero dialogo, un dato che palesemente manifesta un “male” all’interno del rapporto di coppia nel periodo pre matrimoniale.
Sostanzialmente forse, i fidanzati sfruttano poco e male il tempo scelto come momento di conoscenza profonda e sicuramente se “tutto fila” liscio durante il fidanzamento e poi tutto a rotoli, evidentemente non si ì stati capaci di essere autentici e concreti, persona capaci di progettare il futuro.
Quel futuro che come il vescovo ha affermato va inteso e costruito nel rispetto della propria persona e di quella del proprio compagno o compagna di vita. La vita futura va intesa e vissuta nella certezza della propria unicità ma anche nella pluralità, nella capacità di fondersi con “l’altro” per essere insieme un nuovo modello proiettato verso un mondo nuovo che attende significativi e positivi cambiamenti.
A volte manca proprio questo sforzo, manca la volontà di “fondersi” e quindi il prevalere dell’egoistico “io” è elemento di rottura e di divisione con conseguenza ultima del “divorzio” del “separo ciò che l’uomo non deve separare”. E l’attenzione del vescovo si è anche fermata sull’importanza del matrimonio sacramento, lui stesso ha affermato che il matrimonio di chi sceglie di sposarsi in Chiesa non è una semplice unione ma un matrimonio cristiano e per questo l’uomo non può separare ciò che Dio unisce. Fedeli a queste parole ogni cristiano deve quindi avere il coraggio di fare i “conti” con se stesso prima per essere leale e coerente con le proprie scelte.
Dopo la riflessione del Vescovo tutti i presenti si sono accostati al sacramento della confessione e successivamente della comunione. Ed è stato veramente emozionante vedere tutti il Vescovo ed i parroci nei vari angoli della Chiesa confessare tutti quei giovani che, col sorriso tra le labbra e gli occhi sorridenti tornavano ai loro posti. “Un vero padre il vescovo” un pastore che confessa e assolve, che ascolta e consiglia e soprattutto un padre che ha cura del suo gregge fatto di persone che non devono mai disperdersi.
A conclusione della celebrazione negli occhi di ciascuno si poteva leggere a chiare note un messaggio corale: la strada della vita la si costruisce ogni istante dando “all’altro” tutto se stesso senza limiti e intermittenze. Questo il solo modo per essere coppia che dura per sempre ed il solo modo perché la vita “in due” sia esistenza guidata da un unico filo e diretta verso le alte mete che portano a Cristo.
Vincenzo Malacrinò