A BRANCALEONE TRACCE DI SANGUE SULLA STATUA DI PADRE PIO
21 ottobre 2004
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Brancaleone – Era il due dicembre quando sul volto e sul saio della statua di Padre Pio in Brancaleone venivano rinvenute tracce di liquido rosso.
Successivamente si stabilì che si trattava di sangue umano e che sullo stesso andavano approfondite le ricerche al fine di comparare il DNA con quello del Santo.
“Da allora nessuna notizia e nessuna comunicazione ufficiale” queste le parole del primo cittadino di Brancaleone Domenico Malara, il quale si dice rammaricato nel non poter dire nulla di nuovo alla gente che ormai non vuole più attendere.
Il sindaco del paese è costretto a dire e ridire le stesse parole “ancora nessuna novità, anche io come voi attendo”.
I cittadini del popoloso paese ora però vogliono sapere per capire e conoscere cosa c’è scritto nella lunga catena del DNA.
Vogliono comprendere se in quel sangue si può scrivere il nome di Padre Pio o se invece sono stati vittime di uno scherzo di pessimo gusto.
I giorni trascorsi caratterizzati da lunghe ed intense emozioni, la gente sotto l’acqua ed il vento attorno alla statua per vedere da vicino le macchie di sangue, i fiori, lo stupore della gente, la mobilitazione del popolo e tanti altri elementi hanno segnato la storia dei giorni passati e potrebbe intensificare quella futura se quel sangue avesse lo stesso codice di quello del Santo.
Una cosa è certa la gente sarà comunque devota e non saranno certamente gli esiti magari negativi a modificare la venerazione che si nutre nei confronti di Padre Pio.
Questo quanto emerge dalle parole dei cittadini e degli amministratori di Brancaleone.
“Comunque vogliamo sapere” afferma deciso il vicesindaco del paese Gentile Scaramozzino, il quale si sente a disagio nel non saper cosa rispondere alla gente che chiede lumi in merito.
Ormai è trascorso tanto tempo, perché dunque questo silenzio?
Questa la domanda che si pongono tutti anche perché, così come afferma il sindaco, una risposta comunque alla gente va data anche per evitare che magari si verifichino eccessi o difetti nel modo di intendere l’accaduto.
Cos’ si riapre il “caso lacrimazione” nella speranza che presto vengano resi pubblici i risultati al fine di chiarire l’accaduto di quel famoso secondo giorno di dicembre.
Successivamente si stabilì che si trattava di sangue umano e che sullo stesso andavano approfondite le ricerche al fine di comparare il DNA con quello del Santo.
“Da allora nessuna notizia e nessuna comunicazione ufficiale” queste le parole del primo cittadino di Brancaleone Domenico Malara, il quale si dice rammaricato nel non poter dire nulla di nuovo alla gente che ormai non vuole più attendere.
Il sindaco del paese è costretto a dire e ridire le stesse parole “ancora nessuna novità, anche io come voi attendo”.
I cittadini del popoloso paese ora però vogliono sapere per capire e conoscere cosa c’è scritto nella lunga catena del DNA.
Vogliono comprendere se in quel sangue si può scrivere il nome di Padre Pio o se invece sono stati vittime di uno scherzo di pessimo gusto.
I giorni trascorsi caratterizzati da lunghe ed intense emozioni, la gente sotto l’acqua ed il vento attorno alla statua per vedere da vicino le macchie di sangue, i fiori, lo stupore della gente, la mobilitazione del popolo e tanti altri elementi hanno segnato la storia dei giorni passati e potrebbe intensificare quella futura se quel sangue avesse lo stesso codice di quello del Santo.
Una cosa è certa la gente sarà comunque devota e non saranno certamente gli esiti magari negativi a modificare la venerazione che si nutre nei confronti di Padre Pio.
Questo quanto emerge dalle parole dei cittadini e degli amministratori di Brancaleone.
“Comunque vogliamo sapere” afferma deciso il vicesindaco del paese Gentile Scaramozzino, il quale si sente a disagio nel non saper cosa rispondere alla gente che chiede lumi in merito.
Ormai è trascorso tanto tempo, perché dunque questo silenzio?
Questa la domanda che si pongono tutti anche perché, così come afferma il sindaco, una risposta comunque alla gente va data anche per evitare che magari si verifichino eccessi o difetti nel modo di intendere l’accaduto.
Cos’ si riapre il “caso lacrimazione” nella speranza che presto vengano resi pubblici i risultati al fine di chiarire l’accaduto di quel famoso secondo giorno di dicembre.
Vincenzo Malacrinò