RICHIESTA DI CALAMITA’ NATURALE PER MONTEBELLO
9 agosto 2007
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Montebello Jonico – A poche ore di distanza dall’ultimo grave incendio che ha colpito il Comune di Montebello Jonico, il sindaco Loris Maria Nisi ha convocato la giunta al fine di chiedere alla Regione Calabria lo stato di calamità naturale.
Un provvedimento immediato ed urgente finalizzato all’inserimento del Comune di Montebello tra quelli gravemente colpiti dal nefasto evento.
La giunta ha evidenziato gli incendi che si sono sviluppati nei giorni del 24 e 25 luglio perché ritenuti negativamente importanti per numero di incendi, per quantità di territorio sottratto alla normale coltivazione e per i danni che si sono registrati nei confronti dei cittadini.
Giorni che hanno registrato paura tra i cittadini, panico in prossimità dei centri abitati ed ancora rabbia tra chi ha perso ettari ed ettari di uliveto inteso quale fonte di guadagno e di entrata per diverse famiglie.
Gli agricoltori sono esterrefatti dal momento che alcuni uliveti si sono incendiati nonostante le arature ordinarie a causa di incendi chioma-chioma.
I danni alle colture sono stati ingenti e già diversi si apprestano a produrre stime dei danni per eventuali risarcimenti.
Una vera e propria calamità, se si considera che le colture maggiormente redditizie sono state piegate e ridotte in cenere cancellando così secoli di storia produttiva relativamente alla coltura dell’olivo.
Non si può nemmeno sottovalutare comunque la perdita di bosco nelle parti alte del territorio comunale e nemmeno l’incenerimento di arbusti tra i pendii poiché questi costituiscono un vero e proprio freno all’erosione favorendo la stabilità dei versanti.
È da considerare anche la scomparsa del sottobosco poiché previene i fenomeni di lisciviazione degli elementi nutritivi ed ancora la fauna presente in parte costretta a cercare altri ambienti ed in parte completamente annullata.
Insomma un incendio modifica l’equilibrio ambientale nel giro di pochi minuti ed impoverisce l’uomo stesso non solo delle risorse immediate ma soprattutto di quelle future dove, tra queste, non rientrano solo i beni materiali vendibili, che sicuramente sono importanti, ma soprattutto quelli di cui si “nutre” ogni giorno. Si tratta dell’ossigeno regalato ogni istante dalle piante e di cui l’uomo compreso chi appicca un incendio si serve per poter vivere.
Incendiare una foresta, un bosco, un uliveto o i semplici arbusti significa impoverire l’uomo di ossigeno. Significa attentare l’umanità.
In Montebello così come in tutta la Calabria la violenza degli incendi ha profondamente offeso i cittadini e non saranno le sole ed eventuali remunerazioni economiche a sanare il danno ormai procurato.
In ogni caso l’amministrazione ha inteso bene interpretare i sentimenti dei cittadini e le realtà presenti chiedendo alla Regione Calabria lo stato di Calamità naturale.
La speranza è che tutto non finisca in una mera comunicazione e che dall’altra parte ci sia la sensibilità si accogliere l’istanza del popolo onde evitare che accada come anni addietro quando allo stato di calamità richiesto è seguito e ancora segue l’attesa dei cittadini.
Vincenzo Malacrinò
Un provvedimento immediato ed urgente finalizzato all’inserimento del Comune di Montebello tra quelli gravemente colpiti dal nefasto evento.
La giunta ha evidenziato gli incendi che si sono sviluppati nei giorni del 24 e 25 luglio perché ritenuti negativamente importanti per numero di incendi, per quantità di territorio sottratto alla normale coltivazione e per i danni che si sono registrati nei confronti dei cittadini.
Giorni che hanno registrato paura tra i cittadini, panico in prossimità dei centri abitati ed ancora rabbia tra chi ha perso ettari ed ettari di uliveto inteso quale fonte di guadagno e di entrata per diverse famiglie.
Gli agricoltori sono esterrefatti dal momento che alcuni uliveti si sono incendiati nonostante le arature ordinarie a causa di incendi chioma-chioma.
I danni alle colture sono stati ingenti e già diversi si apprestano a produrre stime dei danni per eventuali risarcimenti.
Una vera e propria calamità, se si considera che le colture maggiormente redditizie sono state piegate e ridotte in cenere cancellando così secoli di storia produttiva relativamente alla coltura dell’olivo.
Non si può nemmeno sottovalutare comunque la perdita di bosco nelle parti alte del territorio comunale e nemmeno l’incenerimento di arbusti tra i pendii poiché questi costituiscono un vero e proprio freno all’erosione favorendo la stabilità dei versanti.
È da considerare anche la scomparsa del sottobosco poiché previene i fenomeni di lisciviazione degli elementi nutritivi ed ancora la fauna presente in parte costretta a cercare altri ambienti ed in parte completamente annullata.
Insomma un incendio modifica l’equilibrio ambientale nel giro di pochi minuti ed impoverisce l’uomo stesso non solo delle risorse immediate ma soprattutto di quelle future dove, tra queste, non rientrano solo i beni materiali vendibili, che sicuramente sono importanti, ma soprattutto quelli di cui si “nutre” ogni giorno. Si tratta dell’ossigeno regalato ogni istante dalle piante e di cui l’uomo compreso chi appicca un incendio si serve per poter vivere.
Incendiare una foresta, un bosco, un uliveto o i semplici arbusti significa impoverire l’uomo di ossigeno. Significa attentare l’umanità.
In Montebello così come in tutta la Calabria la violenza degli incendi ha profondamente offeso i cittadini e non saranno le sole ed eventuali remunerazioni economiche a sanare il danno ormai procurato.
In ogni caso l’amministrazione ha inteso bene interpretare i sentimenti dei cittadini e le realtà presenti chiedendo alla Regione Calabria lo stato di Calamità naturale.
La speranza è che tutto non finisca in una mera comunicazione e che dall’altra parte ci sia la sensibilità si accogliere l’istanza del popolo onde evitare che accada come anni addietro quando allo stato di calamità richiesto è seguito e ancora segue l’attesa dei cittadini.
Vincenzo Malacrinò