NO ALLA CENTRALE AL CARBONE
9 ottobre 2007
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L’Udeur chiarisce la propria posizione in merito
Montebello Jonico – Il progetto della centrale a carbone nell’area della ex Liquilchimica a Saline di Montebello Jonico fa discutere parecchio ed il malumore si registra ovunque. Il mondo cittadino e quello politico dissentono fortemente da tale ipotesi affermando coralmente “no”.
Questa volta a parlare a voce alta è l’udeur montebellese respingendo con forza il progetto nella sua interezza.
Bisogna puntare su progetti di sviluppo reali che rispettano l’ambiente ed il territorio favorendo, comunque, la presenza dell’uomo quale persona che collabora nel delicato presente e non quale soggetto che distrugge al sol fine di ricavare utili.
Questo è quanto emerge dalle considerazioni del partito il quale conferma la necessità di azioni di sviluppo concrete finalizzate al recupero dei beni ambientali quali la vasta area che va da Capo d’Armi a S.Elia, passando per i siti geologici di Prastarà, Pentidattilo, Sant’Elena e le Grotte della Lamia.
Giuseppe Crea, segretario del partito, ha le idee chiare e a nome dello stesso, per l’area costiera, propone la concretizzazione del progetto che ha vinto il Premio di Architettura Portus 2006, organizzato dal Consiglio Nazionale Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori.
Il progetto redatto dall’Architetto reggino Santo Marra relativo alla riqualificazione dell’Area Ex Liquichimica di Saline Joniche, propone di riscattare il territorio che va da Capo d’Armi fino alla fiumara del S.Elia “puntando sul dialogo tra uomo e mare”.
Si tratta, dunque, di puntare l’attenzione sui quattro importanti pilastri ancora presenti nell’area e nello specifico sullo stabilimento industriale della ex Liquichimica con il porto annesso, sull’area dell’Oasi del Pantano (Laghetti), sull’area OGR, sul mare con i suoi fondali ed sul relitto della Laura C.
Insomma su questo attuale spoglio e degradato sistema si dovrebbe e si potrebbe costruire il futuro di Montebello. Un sistema territoriale distante e lontano dalle attenzioni politiche ma imponente per potenziali aspettative.
L’elemento che unisce, anche fisicamente, i vari ambienti sarebbe secondo il progetto una metropolitana interna ed ancora una fitta rete di piste ciclabili ed un sistema di attracchi diffuso per la massima valorizzazione delle vie del mare.
Ci sarebbe altresì la realizzazione di un acquario, di un Centro Ricerche, di Museo di Storia Naturale e Biologia Marina e di un planetario. Il porto andrebbe utilizzato in parte come porto turistico, ed in parte come Delfinario annesso all’Acquario. L’Oasi protetta del Pantano andrebbe tutelata e ingrandita unendo in un unico progetto la protezione della fauna marina, terrestre, l’habitat marino e lacustre. Nell’area delle Officine Grandi Riparazioni, il progetto prevede, la realizzazione di un parco per le energie alternative che, oltre a servire come luogo di produzione, permetterebbe la sperimentazione delle varie applicazioni in questo campo, dando di fatto l’opportunità di un coinvolgimento dei centri di ricerca delle imprese e delle università.
I fondali dove giace la Laura C, diventerebbero un Parco Marino, un’area marina protetta da valorizzare attraverso diving center per il turismo subacqueo.Questo progetto costiero, visitabile sul sito www.premioportus.it, dovrà essere legato, per l’Udeur montebellese, allo sviluppo del territorio circostante collinare e montano, in un ottica di fruibilità mare-monti dell’intera area.
Idee ottime, quindi, quelle dell’Udeur, per il rilancio del territorio e poiché tutto dipende dalla volontà politica di chi governa il territorio sarebbe forse il caso di chiamare all’appello tutti coloro che hanno assunto impegni nei riguardi di Montebello al fine di porre un punto reale alla situazione.
Tutto sommato i Montebellesi sono fortunati perché mai come ora hanno mai avuto i propri rappresentanti politici al posto giusto.
Da un lato il Ministro Bianchi, in sede di campagna elettorale, aveva promesso il suo impegno su Saline. Dall’altro l’onorevole Gigi Meduri, presente ad un’importante convegno, organizzato dall’Associazione “Nemesis”, doveva avere con il Sindaco Nisi un incontro relativo al settore viabilità. Dall’altro ancora, l’Onorevole Pasquale Tripodi è persona che segue le problematiche montebellesi da vicino ed ancora il Sindaco Loris Maria Nisi ha ribadito il suo “no” alla centrale ed il suo desiderio di realizzare altro su Saline.
Infine l’attenzione della regione e della provincia sul sito sembra essere estrema. Quindi tutto si dovrebbe e si potrebbe risolvere dal momento che coralmente si è dello stesso dire. La domanda è una sola: se ad oggi di concreto non vi è nulla, se non le sagge proposte avanzate da forze politiche e da cittadini, quale politica bisogna attendere perché si possa “toccare” l’inversione del sistema dal momento che i diversi soggetti politici sono collocazione giusta?
Questa volta a parlare a voce alta è l’udeur montebellese respingendo con forza il progetto nella sua interezza.
Bisogna puntare su progetti di sviluppo reali che rispettano l’ambiente ed il territorio favorendo, comunque, la presenza dell’uomo quale persona che collabora nel delicato presente e non quale soggetto che distrugge al sol fine di ricavare utili.
Questo è quanto emerge dalle considerazioni del partito il quale conferma la necessità di azioni di sviluppo concrete finalizzate al recupero dei beni ambientali quali la vasta area che va da Capo d’Armi a S.Elia, passando per i siti geologici di Prastarà, Pentidattilo, Sant’Elena e le Grotte della Lamia.
Giuseppe Crea, segretario del partito, ha le idee chiare e a nome dello stesso, per l’area costiera, propone la concretizzazione del progetto che ha vinto il Premio di Architettura Portus 2006, organizzato dal Consiglio Nazionale Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori.
Il progetto redatto dall’Architetto reggino Santo Marra relativo alla riqualificazione dell’Area Ex Liquichimica di Saline Joniche, propone di riscattare il territorio che va da Capo d’Armi fino alla fiumara del S.Elia “puntando sul dialogo tra uomo e mare”.
Si tratta, dunque, di puntare l’attenzione sui quattro importanti pilastri ancora presenti nell’area e nello specifico sullo stabilimento industriale della ex Liquichimica con il porto annesso, sull’area dell’Oasi del Pantano (Laghetti), sull’area OGR, sul mare con i suoi fondali ed sul relitto della Laura C.
Insomma su questo attuale spoglio e degradato sistema si dovrebbe e si potrebbe costruire il futuro di Montebello. Un sistema territoriale distante e lontano dalle attenzioni politiche ma imponente per potenziali aspettative.
L’elemento che unisce, anche fisicamente, i vari ambienti sarebbe secondo il progetto una metropolitana interna ed ancora una fitta rete di piste ciclabili ed un sistema di attracchi diffuso per la massima valorizzazione delle vie del mare.
Ci sarebbe altresì la realizzazione di un acquario, di un Centro Ricerche, di Museo di Storia Naturale e Biologia Marina e di un planetario. Il porto andrebbe utilizzato in parte come porto turistico, ed in parte come Delfinario annesso all’Acquario. L’Oasi protetta del Pantano andrebbe tutelata e ingrandita unendo in un unico progetto la protezione della fauna marina, terrestre, l’habitat marino e lacustre. Nell’area delle Officine Grandi Riparazioni, il progetto prevede, la realizzazione di un parco per le energie alternative che, oltre a servire come luogo di produzione, permetterebbe la sperimentazione delle varie applicazioni in questo campo, dando di fatto l’opportunità di un coinvolgimento dei centri di ricerca delle imprese e delle università.
I fondali dove giace la Laura C, diventerebbero un Parco Marino, un’area marina protetta da valorizzare attraverso diving center per il turismo subacqueo.Questo progetto costiero, visitabile sul sito www.premioportus.it, dovrà essere legato, per l’Udeur montebellese, allo sviluppo del territorio circostante collinare e montano, in un ottica di fruibilità mare-monti dell’intera area.
Idee ottime, quindi, quelle dell’Udeur, per il rilancio del territorio e poiché tutto dipende dalla volontà politica di chi governa il territorio sarebbe forse il caso di chiamare all’appello tutti coloro che hanno assunto impegni nei riguardi di Montebello al fine di porre un punto reale alla situazione.
Tutto sommato i Montebellesi sono fortunati perché mai come ora hanno mai avuto i propri rappresentanti politici al posto giusto.
Da un lato il Ministro Bianchi, in sede di campagna elettorale, aveva promesso il suo impegno su Saline. Dall’altro l’onorevole Gigi Meduri, presente ad un’importante convegno, organizzato dall’Associazione “Nemesis”, doveva avere con il Sindaco Nisi un incontro relativo al settore viabilità. Dall’altro ancora, l’Onorevole Pasquale Tripodi è persona che segue le problematiche montebellesi da vicino ed ancora il Sindaco Loris Maria Nisi ha ribadito il suo “no” alla centrale ed il suo desiderio di realizzare altro su Saline.
Infine l’attenzione della regione e della provincia sul sito sembra essere estrema. Quindi tutto si dovrebbe e si potrebbe risolvere dal momento che coralmente si è dello stesso dire. La domanda è una sola: se ad oggi di concreto non vi è nulla, se non le sagge proposte avanzate da forze politiche e da cittadini, quale politica bisogna attendere perché si possa “toccare” l’inversione del sistema dal momento che i diversi soggetti politici sono collocazione giusta?
Vincenzo Malacrinò