DIECI ANNI DI ORDINAZIONE SACERDOTALE
Dieci anni di vita sacerdotale. Due lustri che sintetizzano la vita e la storia di un uomo che ha scelto Cristo come suo unico punto di riferimento e gli uomini quale dono entro cui realizzare la volontà Divina.
Gli occhi lucidi di don Giovanni Zampaglione, giovane prete della diocesi di Reggio – Bova, che svolge il suo ministero sacerdotale a S. Venera e alla Chiesa del Crocefisso, si riempiono di pace quando racconta la sua storia e la sua vocazione.
I momenti più significativi si colgono mentre narra i tempi che hanno preceduto ed accompagnato il suo “sì”.
Un ragazzo come altri, un giovane come altri, ma soprattutto un giovane che ha saputo cogliere il senso ed il dono della chiamata.
E Cristo chiama nella vita di ogni giorno e non per forza con grandi e sconvolgenti segni. Chiama nel silenzio del proprio io, nella meditazione del proprio cuore e nella pienezza della propria esistenza. Questo poi riempie di gioia la vita e modifica l’esistenza in positivo fino al punto di fare della stessa un dono perenne per i fratelli.
Cristo chiama sempre anche dopo aver chiamato. Questo lo straordinario messaggio che don Giovanni Zampaglione evidenzia mentre fa riferimento alla sua esperienza vissuta nell’ordinarietà.
Un’esperienza radicale, piena di silenzio e di eloquenza, ricca di dialogo tra il chiamato e chi chiama.
Un dialogo che continua nel tempo e che si radica nella vita e nella storia di un uomo comune che ha , però, scelto di vivere una vita non comune.
Ecco, quindi la scelta che modifica l’uomo e che lo trasforma fino al punto di farlo diventare ministro di Dio.
Il sacerdote vive, quindi, questa straordinaria dimensione, ossia quella di essere uomo e al contempo prolungamento delle mani e del cuore di Cristo.
Don Giovanni vuole essere semplicemente un pugno di grano per poter germinare e un pugno di lettere per far sì che Dio possa scrivere sempre ciò che a Lui piace.
Ed in questi anni ha scritto tanto, ha costruito grandi frasi e grandi poesie le cui rime si possono cogliere nel servizio dato alle comunità affidategli e nei fratelli.
“La mia grande gioia, afferma don Giovanni è vivere l’esperienza del sacerdozio con la totalità del mio essere. Il mio grande ed innato desiderio è di annunciare Cristo al mondo, a chi mi sta vicino e a chi è lontano. Amo il mondo dei giovani perché lo sento vicino e poiché Cristo è giovane sempre sono sicuro che chiama tutti. Chiama ogni uomo e ai più giovani sicuramente gli dice di fermarsi un istante per guardarlo negli occhi. Così ci si può innamorare”.
Profonde e piene di emozione le parole di don Giovanni, ricche di significato e soprattutto proiettate verso l’evangelizzazione perché, così come lui stesso afferma, “Dio ha bisogno di braccia, di cuore, di mente, di gambe e di tutto ciò che è presente nell’uomo e poiché il battezzato ha in sé Dio allora può e deve essere braccia, cuore, mente e gambe perché questo mondo possa operare, amare, pensare e correre secondo quanto è nel volere di Dio”.
La vocazione di don Giovanni è stata un semplice “sì” a tutto questo, un abbandonarsi alla volontà di Dio perché sicuro che sulle sue onde, sul Suo vento e sul Suo sole si giunge là dove il Suo Spirito vuole.
A dieci anni di ordinazione sacerdotale, don Giovanni, invita tutti nella Chiesa della S. Croce in Santa Venere alle ore 11 dove il vescovo, Mons. Vittorio Mondello, presiederà la S. Celebrazione Eucaristica.
Vincenzo Malacrinò