LA SEI SEGUE IL PERCORSO PER COSTRUIRE LA CENTRALE A CARBONE
19 giugno 2008
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Montebello Jonico – Nonostante il dibattito sulla centrale a carbone abbia suscitato molti interrogativi nei mesi scorsi, nonostante le riunioni delle associazioni, i forum, le manifestazioni ed il “no” secco del primo cittadino Loris Maria Nisi, la SEI S.p.A. ha continuato il suo percorso depositando, ieri, la documentazione necessaria per attivare la procedura autorizzativa e, in particolare, la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale.
La finalità, così come si legge nel comunicato stampa, è quella di “verificare in modo rigoroso e scientifico la compatibilità ambientale di un’opera, per la Centrale termoelettrica alimentata a carbone di Saline Joniche”.
Il progetto che presentiamo, ha affermato Fabio Bocchiola, Amministratore Delegato SEI, si inserirà nel sito industriale dell’ex-Liquichimica, in un’area che ha subito i danni di una politica industriale poco lungimirante.
Insomma là dove insisteva la costa del gelsomino, dopo sostituita dagli impianti della ex liquilchimica, oggi si intende procedere per la costruzione di un nuovo impianto.
Inutile descrivere gli interrogativi e le negazioni che sono state rivolte all’attuale progetto da parte della politica, delle associazioni e dai semplici cittadini anche se, nel comunicato, si legge che si desidera investire nel futuro, a lungo termine fermo restando che l’attività della SEI non si conclude con la posa dell’ultima pietra. Questo, sicuramente per rassicurare quanti temono che tutto possa finire nel giorno in cui si concluderanno i lavori così come accaduto per la ex liquilchimica.
Un progetto che prevede la costruzione di una centrale termoelettrica con oltre oltre un miliardo di euro di investimento di capitali provenienti esclusivamente privati al fine di realizzare quello che nel comunicato stampa viene definito “uno dei più importanti progetti industriali presentati in Italia negli ultimi vent’anni”.
Inoltre viene sottolineato che “la Centrale SEI non è alternativa ai progetti di rilancio anche turistico dell’area di Saline Joniche, semmai può rappresentare il volano di una prospettiva molto più ampia di rinascita di tutta la zona”.
Si specifica, sempre nel comunicato, che la centrale sarà dotata di sistemi e di tecnologie avanzate lontane dalle vecchie generazioni e che le emissioni in atmosfera saranno contenute al di sotto del 50% dei limiti previsti dalla legge.
La centrale, assicurano “ rappresenterà un modello di efficienza, di sicurezza e, soprattutto, di attenzione per la salute e l’ambiente.”
Il tutto al fine di garantire il rispetto delle normative in materia ambientale. Si tratta, affermano, di parametri di riferimento “seri e attentamente definiti a livello internazionale sulla base di studi epidemiologici e scientifici”.
Le preoccupazioni dei cittadini e delle istituzioni sulla base si quanto si riesce a cogliere sono diverse.
Intanto il primo cittadino ha già dichiarato di voler dare immediatamente incarico ad un esperto o ad una equipe di esperti lo studio del caso per valutare attentamente quanto proposto dalla SEI.
La finalità, così come si legge nel comunicato stampa, è quella di “verificare in modo rigoroso e scientifico la compatibilità ambientale di un’opera, per la Centrale termoelettrica alimentata a carbone di Saline Joniche”.
Il progetto che presentiamo, ha affermato Fabio Bocchiola, Amministratore Delegato SEI, si inserirà nel sito industriale dell’ex-Liquichimica, in un’area che ha subito i danni di una politica industriale poco lungimirante.
Insomma là dove insisteva la costa del gelsomino, dopo sostituita dagli impianti della ex liquilchimica, oggi si intende procedere per la costruzione di un nuovo impianto.
Inutile descrivere gli interrogativi e le negazioni che sono state rivolte all’attuale progetto da parte della politica, delle associazioni e dai semplici cittadini anche se, nel comunicato, si legge che si desidera investire nel futuro, a lungo termine fermo restando che l’attività della SEI non si conclude con la posa dell’ultima pietra. Questo, sicuramente per rassicurare quanti temono che tutto possa finire nel giorno in cui si concluderanno i lavori così come accaduto per la ex liquilchimica.
Un progetto che prevede la costruzione di una centrale termoelettrica con oltre oltre un miliardo di euro di investimento di capitali provenienti esclusivamente privati al fine di realizzare quello che nel comunicato stampa viene definito “uno dei più importanti progetti industriali presentati in Italia negli ultimi vent’anni”.
Inoltre viene sottolineato che “la Centrale SEI non è alternativa ai progetti di rilancio anche turistico dell’area di Saline Joniche, semmai può rappresentare il volano di una prospettiva molto più ampia di rinascita di tutta la zona”.
Si specifica, sempre nel comunicato, che la centrale sarà dotata di sistemi e di tecnologie avanzate lontane dalle vecchie generazioni e che le emissioni in atmosfera saranno contenute al di sotto del 50% dei limiti previsti dalla legge.
La centrale, assicurano “ rappresenterà un modello di efficienza, di sicurezza e, soprattutto, di attenzione per la salute e l’ambiente.”
Il tutto al fine di garantire il rispetto delle normative in materia ambientale. Si tratta, affermano, di parametri di riferimento “seri e attentamente definiti a livello internazionale sulla base di studi epidemiologici e scientifici”.
Le preoccupazioni dei cittadini e delle istituzioni sulla base si quanto si riesce a cogliere sono diverse.
Intanto il primo cittadino ha già dichiarato di voler dare immediatamente incarico ad un esperto o ad una equipe di esperti lo studio del caso per valutare attentamente quanto proposto dalla SEI.
Vincenzo Malacrinò