A MASELLA S. MESSA PER I 10 ANNI DI ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON GIOVANNI ZAMPAGLIONE
6 luglio 2008
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Montebello Jonico – Sarà don Giovanni Zampagliene stesso a celebrare, oggi, alle ore 9.30 nella Chiesa dedicata ai SS: Cosma e Damiano una Messa per ricordare i suoi dieci anni di ordinazione sacerdotale.
Il giovane prete originario proprio di Masella, ringrazierà Dio per il dono del sacerdozio condividendo l’Eucarestia con tutta la sua comunità.
Dopo i momenti forti avvenuti in S. Venere, che hanno visto la partecipazione del Vescovo Metropolita Vittorio Mondello, ora è toccato alla sua parrocchia di origine.
“Lì ho tanti ricordi, ha affermato commosso don Giovanni, perché mi sono formato, mi sono cresciuto e soprattutto ho scoperto e compreso il calore della gente”.
Un prete, Giovanni Zampagliene voluto bene da tutti, e principalmente dai giovani ai quali insegna che Dio è umiltà, amore, speranza e soprattutto amicizia e pace.
Semplice e generoso, figlio della terra di Masella, in quell’area dell’entroterra montebellese ha trascorso i primi anni della sua vita. “Alla mia gente, afferma il giovane prete, devo molto perché sono cresciuto accanto a loro e dentro il mio cuore ed il mio spirito sono presenti loro, uno per uno. Loro rappresentano un tassello importante della mia vita ed in parte, il risultato della mi a vita è legato, sicuramente, anche a loro”.
Don Giovanni parla ancora una volta della sua vocazione e del suo “sì” a Dio affermando che nel silenzio del cuore si scopre ma misericordia di Dio, “là si rinasce e si rivive e con Lui la nostra storia cambia, cambiando, così, anche quelle degli altri”.
Il dono del sacerdozio non è un dono esclusivo del prete ma di tutta la comunità e non certamente di quella di questa o di quella parrocchia ma del mondo intero.
Un dono che don Giovanni scopre ogni giorno nel servizio ai fratelli e che regala agli altri nell’annuncio della Parola anche mediante la testimonianza.
“Voglio essere prete della gente e tra la gente, ha affermato, perché solo così si può presentare Dio agli altri. Un Dio che si fa uomo, che cerca gli ultimi, un Dio che non cerca il potere ma il servizio, un Dio e Signore che non ha come riferimento la carriera ed i beni della terra ma solo il desiderio di fare la volontà del Padre”.
Pieno di emozione, don Giovanni continua il suo discorso, dicendo che il suo desiderio più grande è quello di essere uomo che si leva le scarpe per darle a chi non le ha, uomo che si leva il cappotto per coprire chi ha freddo ed ancora uomo capace di annunciare al mondo e ai giovani l’amore straordinario di Dio”.
Il suo pensiero è sempre legato al mondo giovanile perché privo di riferimenti; il suo sguardo è attento verso chi cerca e non trova perché posto in angoli sperduti di questa terra intenta a cercare solo cose materiali.
“Il nostro vero tesoro è Dio, è il fratello, è l’ultimo ed ancora chi ha bisogno di avere sentirsi portato aventi per mano”.
Il prete, ha aggiunto è chi riesce ogni giorno a rimboccarsi le maniche con la gente nei momenti di fatica e di bisogno, chi sa stare lontano dall’aria condizionata e sotto il sole perché la comunità ha bisogno di te.
Il prete è chi sa essere come Gesù, povero tra i poveri, generoso, vero, ed amico di tutti. “Questo è il mio modello di prete e così voglio andare avanti.
Tutto sommato, la sua panda, senza aria condizionata, la sua piccola casa dove si trova solo l’essenziale e i suoi abiti semplici dicono tutto di un prete che a 35 anni vive una vita degna di essere osservata.
Il giovane prete originario proprio di Masella, ringrazierà Dio per il dono del sacerdozio condividendo l’Eucarestia con tutta la sua comunità.
Dopo i momenti forti avvenuti in S. Venere, che hanno visto la partecipazione del Vescovo Metropolita Vittorio Mondello, ora è toccato alla sua parrocchia di origine.
“Lì ho tanti ricordi, ha affermato commosso don Giovanni, perché mi sono formato, mi sono cresciuto e soprattutto ho scoperto e compreso il calore della gente”.
Un prete, Giovanni Zampagliene voluto bene da tutti, e principalmente dai giovani ai quali insegna che Dio è umiltà, amore, speranza e soprattutto amicizia e pace.
Semplice e generoso, figlio della terra di Masella, in quell’area dell’entroterra montebellese ha trascorso i primi anni della sua vita. “Alla mia gente, afferma il giovane prete, devo molto perché sono cresciuto accanto a loro e dentro il mio cuore ed il mio spirito sono presenti loro, uno per uno. Loro rappresentano un tassello importante della mia vita ed in parte, il risultato della mi a vita è legato, sicuramente, anche a loro”.
Don Giovanni parla ancora una volta della sua vocazione e del suo “sì” a Dio affermando che nel silenzio del cuore si scopre ma misericordia di Dio, “là si rinasce e si rivive e con Lui la nostra storia cambia, cambiando, così, anche quelle degli altri”.
Il dono del sacerdozio non è un dono esclusivo del prete ma di tutta la comunità e non certamente di quella di questa o di quella parrocchia ma del mondo intero.
Un dono che don Giovanni scopre ogni giorno nel servizio ai fratelli e che regala agli altri nell’annuncio della Parola anche mediante la testimonianza.
“Voglio essere prete della gente e tra la gente, ha affermato, perché solo così si può presentare Dio agli altri. Un Dio che si fa uomo, che cerca gli ultimi, un Dio che non cerca il potere ma il servizio, un Dio e Signore che non ha come riferimento la carriera ed i beni della terra ma solo il desiderio di fare la volontà del Padre”.
Pieno di emozione, don Giovanni continua il suo discorso, dicendo che il suo desiderio più grande è quello di essere uomo che si leva le scarpe per darle a chi non le ha, uomo che si leva il cappotto per coprire chi ha freddo ed ancora uomo capace di annunciare al mondo e ai giovani l’amore straordinario di Dio”.
Il suo pensiero è sempre legato al mondo giovanile perché privo di riferimenti; il suo sguardo è attento verso chi cerca e non trova perché posto in angoli sperduti di questa terra intenta a cercare solo cose materiali.
“Il nostro vero tesoro è Dio, è il fratello, è l’ultimo ed ancora chi ha bisogno di avere sentirsi portato aventi per mano”.
Il prete, ha aggiunto è chi riesce ogni giorno a rimboccarsi le maniche con la gente nei momenti di fatica e di bisogno, chi sa stare lontano dall’aria condizionata e sotto il sole perché la comunità ha bisogno di te.
Il prete è chi sa essere come Gesù, povero tra i poveri, generoso, vero, ed amico di tutti. “Questo è il mio modello di prete e così voglio andare avanti.
Tutto sommato, la sua panda, senza aria condizionata, la sua piccola casa dove si trova solo l’essenziale e i suoi abiti semplici dicono tutto di un prete che a 35 anni vive una vita degna di essere osservata.
Vincenzo Malacrinò