LA MADONNA BENEDICE IL POPOLO
Montebello Jonico- Un fiume di fedeli e mani che si univano con forza, nel forte abbraccio della preghiera e nell’applauso corale, per salutare la Madonna di Fatima.
Ieri a Saline alle 17.15, all’ingresso del paese, dove si trova la statua di Gesù Salvatore, è giunta la “carovana della speranza”. Così è chiamata l’iniziativa che porta per tutta la penisola italiana e nei paesi dell’est della Romania e della Siberia la statua della Madonna di Fatima.
Bambini, vestiti di bianco con rose tra le mani, uomini anziani, giovani, donne, ragazze e ragazzi. Tutti presenti per il grande ed atteso evento. Presente don Paolo Ielo, parroco di Saline, il Sindaco Loris Maria Nisi, i carabinieri di Saline diretti dal Maresciallo Davide Micale, i vigili Urbani, il presidente della pro-loco Mimmo Romeo, il presidente dei ranger di Saline Nuccio Foti e tanti altri.
La statua della Madonna è stata portata dai portatori della vara di Saline, là dove tutti la attendevano. Applausi e emozione grande all’arrivo così come quando è passata tra la gente.
Roberto Bertogna, dell’Associazione “Luci dell’Est” che vive ed accompagna questi momenti ha precisato che l’iniziativa vuol essere un vero e proprio apostolato teso alla conoscenza ed alla diffusione del messaggio di Fatima. Un messaggio forte e profondo, un messaggio che richiama alla preghiera, al rosario e alla conversione vera del cuore.
E’ necessario ed indispensabile, in questo particolare momento storico, correre sulle strade della fede, dove tutto assume significato vero e profondo e dove niente è materia e fluire continuo.
Il materialismo ed il consumismo, base e pilastri devastanti su cui l’uomo poggia la propria vita destano preoccupazione perché smantellano lo spirito fino al punto di ridurlo in semplice ricordo.
Ma non è questo il mondo, non è questa la gente perché se da un lato avanza ciò che riduce lo spessore dello spirito dall’altro emerge il desiderio e la sete di Dio.
L’uomo ha bisogno di un rapporto diretto con Cristo, avverte la necessità del suo calore e del suo abbraccio. I giovani sentono il bisogno di vivere la fede. Il problema vero è rappresentato dalla distrazione di ogni giorno e dalla totale immersione del cuore umano dentro le tensioni quotidiane.
Sono queste ad assumere, spesso, primati, mettendo da parte ciò che veramente serve all’uomo: la fede e da qui la felicità di aver incontrato Cristo.
In tutto questo percorso la preghiera rappresenta il vero la strada che permette di giungere là dove il cuore desidera. La Madonna è grande testimone di Cristo, grande testimone della fede e grande testimone di vero abbandono alla volontà divina.
Oggi Cristo ha bisogno di veri ed autentici testimoni, di persone capaci di mettere da parte l’ipocrisia per “essere” e non per “apparire”. La Madonna è il grande esempio di testimonianza ed è anche grande esempio di speranza.
Là sotto il cielo ormai chiaro le parole tuonavano forte nel cuore della gente. La pioggia che fino a poche ore prima aveva destato preoccupazione tra gli organizzatori lasciava spazio ad un sole presente al punto giusto.
Un sole che invita alla speranza, così come affermato da don Paolo nelle sue parole forti e chiare. Alla Madonna, ha affermato chiedo tre grazie, la prima di convertire il mondo ed ogni uomo, la seconda di darci la possibilità di aprire le porte a Cristo e la terza di portare lavoro per questi giovani perché non debbano essere sradicati da questa terra né loro né altri.
Don Paolo Ielo ha precisato che la Madonna rimarrà in Chiesa, a saline, per tutta la settimana e che verrà portata solo alle officine “Omeca” di Reggio Calabria per chiedere ancora una volta di intercedere presso Dio perché chi ha responsabilità in ambito di promozione del lavoro si impegni perché ogni giovane possa trovare la giusta collocazione nel posto in cui è nato.
Parole dette con cuore quelle di don Paolo e che riassumono il dramma della mancanza di lavoro in questo sud. Carenza che, spesso, porta i giovani a sbagliare, a tradire, ad allontanarsi da Dio e ad introdursi in “strade facili” da dove poi diventa difficile tornare indietro.
Una preghiera, quindi quella di don Paolo ma anche un invito forte e chiaro alle istituzioni perché cooperino sempre più per il bene vero del prossimo e non con parole ma con fatti.
Subito dopo la processione lungo la strada provinciale per poi giungere dentro la Chiesa. Grande l’emozione e lungo e largo il lenzuolo di fedeli al seguito della statua.
La Chiesa del SS. Salvatore non riusciva a contenere tutti fedeli tantè che in molti hanno assistito alla liturgia dall’esterno.
Questo è il chiaro messaggio di come e di quanto si attendeva questo straordinario evento.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “L’Avvenire di Calabria”