CADE L’ULTIMO MURO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA
12 aprile 2009
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Montebello Jonico – E’ caduto l’ultimo pezzo di muro capace di testimoniare la presenta della Chiesa di Santa Maria nell’omonimo rione del centro storico.
Alto circa due metri e mezzo rappresentava uno dei pilastri di una cultura passata e risalente al periodo in cui sicuramente era presenta nel loco una religiosità di tipo greco bizantina.
Nella parte bassa della Chiesa ancora oggi è presente la camera tombale con volte a botte per cadaveri a sedere.
Si tratta di un reperto unico ma mai valorizzato nel tempo. Un muro e un’area più volte evidenziata sulle pagine di questo giornale e verso cui i cittadini chiedevano attenzione.
I resti mortali sono, purtroppo indecorosamente posizionate dentro cassette di legno, normalmente utilizzate per la frutta. Eppure quegli uomini hanno lavorato per costruire Montebello e la sua storia, hanno lavorato certamente nei campi e in quella parte più storica di Montebello nell’intento di lasciare una traccia.
Sicuramente mai avrebbero pensato di doversi poi trovare dentro cassette di frutta. I cittadini sono intenzionati a chiedere ufficialmente all’amministrazione di prendere un provvedimento in merito e soprattutto di dare dignità a quei resti che meritano tutta l’attenzione.
Inoltre si chiede che il sito venga valorizzato perché tutti sappiano e scoprano la storia anche attraverso le ultime testimonianze rimaste.
Il sindaco Loris Maria Nisi ha precisato che si trova concorde con quanto evidenziato i cittadini e che farà di tutto risolvere il problema entro tempi ragionevolmente brevi.
“E’ bene dare dignità ai resti mortali dei nostri concittadini che hanno vissuto in epoche lontane ed è altrettanto necessario fare di tutto perché l’intero sito venga recuperato”.
Nisi si è dimostrato disponibile a risolvere il problema affermando che incaricherà l’ufficio tecnico ad effettuare un sopralluogo perché chiarisca tecnicamente i termini del problema.
Il muro anche se è a terra non si è distrutto. Forse potrebbe essere ricollocato nel posto di origine al fine di dare ai montebellesi e alla storia futura una testimonianza del passato.
Questo potrebbe essere un modo per far rivivere la storia. Quel pezzo di muro andrebbe raccontato ai posteri perché non venga visto solo come pietre ammassate e trattenute da malta ma come la sintesi di un momento storico e di una cultura che ha caratterizzato il passato.
Per far ciò, forse sarebbe il caso che il comune mappasse tutti i siti di interesse archeologico e storico – culturale perché, spesso, si dimentica perché non si conosce.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria” 12 aprile 2009
foto di Giovanni Romeo