UNA FAMIGLIA DI MONTEBELLESI IN ABRUZZO
14 aprile 2009
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“Ancora ho dentro la testa il boato di quella notte.
Non riesco a pensare ad altro se non alle scene raccapriccianti dei miei vicini presi dal panico e intenti ad urlare nei vari angoli del nostro ingresso dove tutto stava per crollare”.
Con queste parole Rosangela Palermo, originaria di Montebello Jonico, ancora scossa e con i singhiozzi alla gola ricorda la terribile notte che ha devastato L’Aquila.
Un orrore. Così è stato descritto mentre ancora oggi sono tutti nel panico.
“La terra trema, bolle sotto i nostri piedi e a distanza di poche ore le scosse si susseguono l’una dall’altra senza dar tregua. E’ una catastrofe.
Nessuno poteva mai pensare ad una cosa simile”. Queste le affermazioni di Donato Rotilio, marito di Rosangela e padre di Mariagiovanna e Daniele.
Una famiglia colpita come tutte le altre dal dramma del sisma. Una famiglia disorientata per la terribile esperienza vissuta.
A L’Aquila, loro, vivevano ormai da circa venti anni. Lontani dalla propria terra per servire con orgoglio lo Stato e per dare un contributo fattivo per la crescita di un pezzo di mondo.
Ora sono proprio loro che hanno bisogno di tutto e persino dell’acqua così come dice la signora Rosangela, fortemente provata psicologicamente per il dramma vissuto.
“Siamo scesi scalzi in strada. Non sapevamo che fare ed intanto la terra ballava sotto in ostri piedi”.
Le case sono state descritte da Donato come una nave in preda alle onde in mezzo allo stretto. Non ad onde comuni ma fortissime e tali da far volare come piume quadri, armadi ed ogni cosa.
Le case sono state descritte da Donato come una nave in preda alle onde in mezzo allo stretto. Non ad onde comuni ma fortissime e tali da far volare come piume quadri, armadi ed ogni cosa.
Ieri ancora la situazione restava drammatica. “Noi come tanti altri siamo in campagna, abbiamo trascorso la nottata in macchina ma senza chiudere occhio perché la paura è tanta”.
Una notte dura, lunga, interminabile e soprattutto piena di spavento. Una notte fredda perché anche in preda alla neve.
Nessuno ha chiuso occhio su una delle due macchine rimaste illese del signor Rotilio.
“Durante la notte sembrava che quattro uomini cercavano si spostare la mia autovettura”.
Scene veramente da panico o meglio da racconti inverosimili.
Ed invece è tutta realtà. Realtà cruda e nuda che ha toccato il cuore della gente.
Intanto le ore passano e la famiglia Rotilio, comunica telefonicamente che altre scosse, anche forti, si stanno ancora registrando. “Qui vicino è tutto crollato. Stamattina sotto l’azione di una scossa è crollato un altro pezzo di fabbricato”.
Tutto è in continua evoluzione. Il dramma, purtroppo non si può considerare concluso e mentre la gente si chiede cosa fare la terra trema.
Anche stasera e come non mai in vita loro ad attendere la famiglia Rotilio non è più la solita casa ma la macchina utilizzata per scendere in Calabria.
Forse il ricordo di questa terra potrà rasserenare il buio della notte.
Vincenzo Malacrinò
pibblicato su “il Quotidiano della Calabria”
foto 1 www.cdt.ch
foto 2 www.corrieredellosport.it
foto 3 www.fainotizia.it
foto 4 renzotondo.blogspot.com