SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI A MONTEBELLO JONICO
In alcune parrocchie sono già iniziate le feste patronali mentre in altre si stanno avviando i preparativi per le celebrazioni in onore dei Santi patroni dei vari paesi.
Si tratta di momenti in cui il popolo si riunisce per vivere con grande intensità la festa religiosa e quella civile.
Sarebbe il caso di non fare mai confusione tra le due e vivere nel silenzio e nella meditazione il momento liturgico e religioso per poi condividere allegramente quello civile.
Il vescovo Vittorio Mondello, attento agli aspetti legati alle feste patronali, al fine di eliminare antiche abitudini, aveva già inviato ai sacerdoti degli spunti volti a far vivere al popolo cristiano la festa puntando molto sull’aspetto liturgico e sacro, evitando così la sovrapposizione di tutte quelle azioni che distano dal senso vero della festa religiosa.
Don Carmelo Perrello, parroco di Fossato, afferma che il silenzio e la meditazione sono i due pilastri su cui si deve e di può poggiare il percorso del cristiano che intende vivere la festa.
Per don Carmelo non sono certamente gli spari ed i fuochi d’artificio l’essenza di una festa, anzi al contrario li reputa uno spreco a cui bisogna guardare con molta attenzione.
Per la festa del Corpus Domini che si è tenuta a Montebello, per esempio, non è stata presente nemmeno la banda perché, così come lo stesso don Carmelo ha affermato “la vera sinfonia è la preghiera e il cuore dell’uomo, soprattutto quando si tratta di una festa così importante come quella del Corpus Domini, dove non servono distrazioni ma solo ed esclusivamente la grande comunione con Cristo”.
Parole condivise dalla gente che ha sposato pienamente l’azione del giovane parroco, il quale in diverse occasioni ha cercato di ricondurre all’essenziale le liturgie spogliandole di quanto non serve pienamente per la crescita del popolo cristiano.
“La gente sa e capisce e sa condividere le scelte vere soprattutto quando riguardano l’animo e la crescita dello spirito”.
E’ ottimista don Carmelo, parlando del popolo a lui affidato e precisa che le processioni non sono certamente una passeggiata tanto che vanno vissute come continuazione della preghiera che si celebra dentro le mura della Chiesa.
Parole queste proposte anche per la festa del Corpus Domini che si è tenuta a Montebello Jonico dove il parroco prima della processione ha ricordando ai fedeli il silenzio e la meditazione poiché portare Gesù presente nell’Eucarestia per le vie del paese, altro non rappresenta che una continuazione della celebrazione Eucaristica.
Don Carmelo ha spiegato ai fedeli che la festa del Corpus Domini rappresenta la vera festa o meglio la più importante poiché l’Ostia Consacrata è Gesù vivo e vero che passa nel mondo.
“Dobbiamo fare entrare Gesù nel nostro cuore, ha affermato don Carmelo, per poterlo abbracciare e annunciare al mondo, a quel mondo che guarda con distacco e che vive lontano dalla salvezza”.
Parole profonde, quelle del giovane parroco che richiamano i fedeli all’unità e alla consapevolezza delle fede.
Per don Carmelo non servono coreografie. Anche gli altarini sono stati realizzati seguendo la linea della massima semplicità.
In tre punti del paese, infatti, piccoli e semplici strutture con le candele accese e fiori hanno accolto Gesù che è passato per chiamare ogni fedele alla conversione.
Don Carmelo specifica e sottolinea la necessità di ri-evengelizzare e di ri-convertire l’uomo all’essenza della fede “poiché spesso si vive lontani da quelli che sono i pilastri del Vangelo”.
Don Carmelo ha voluto ricordare a tutti che Cristo è presente a Montebello e nel mondo sempre ed in ogni angolo “l’importante è avere il desiderio di guardarlo e fissarlo negli occhi, solo così si può cambiare e si può essere veramente cristiani della verità”.
Un invito, quindi a vivere le feste in modo nuovo e diverso, in modo autentico e vero poiché non sono le coreografie, le musiche o gli spari che fanno l’essenza di una festa ma la semplicità e il vivere in sintonia con Cristo che rende alto ogni momento.
Canti e preghiere, quindi, hanno caratterizzato il percorso che si è tenuto lungo la via principale di Montebello senza aggiungere altro.
I bambini avanti, vestiti di bianco, con rose in mano, segnavano l’inizio della processione mentre ragazze con cesti di petali seminavano al suolo variopinti colori.
Un vero e proprio tappeto di fiori accoglieva Gesù lungo tutto il percorso mentre la preghiera faceva da corona. A conclusione, nella Chiesa Arcipretale dell’Isòdia, (Presentazione) veniva data la benedizione solenne con l’invito di portare a casa la gioia di Cristo vivo e vero nel Sacramento dell’Eucarestia.
Don Carmelo ha voluto specificare ancora una volta che l’Ostia consacrata è Cristo realmente presente e vivo proprio in quel piccolo pezzo di pane consacrato. Cristo che vive per l’uomo e nell’uomo, nel mondo e per il mondo.
“Lui, fedele alle Sue parole, non lascia mai l’uomo solo; le parole della consacrazione rappresentano il grande miracolo che ogni istante nel mondo avviene attraverso i suoi ministri”.
Con queste parole don Carmelo ha chiuso la liturgia del Corpus Domini ricordando ancora una volta il senso vero della festa e trasferendo ai fedeli un nuovo modo di vivere il momento religioso, fortemente in sintonia con il proprio “io” e ricco del silenzio capace di suggerire al cuore grandi cose.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “L’Avvenire di Calabria”