Montebello Jonico – L’incendio ancora continua. Non è finito con il panico di ieri. Nella parte alta di D’Adora tutto è in fumo mentre le fiamme divampano la pineta.
È difficile fare il bilancio di ciò che è accaduto il giorno dopo il terribile incendio. Una cosa è certa: ettari ed ettari di territorio sono stati spazzati via alla velocità del vento. La vegetazione è sparita così come anche il canto delle cicale. Sono scomparsi i nidi degli uccelli, così come tutti gli animali selvatici che popolavano la gigantesca area interessata dalle fiamme.
Oggi ciò che si può vedere è una macchia scusa. Alberi piegati su sé stessi e altri ancora in fumo.
Una vera e propria tristezza. Tutto è silenzio nel territorio montebellese. C’è spazio per osservare ogni cosa, compreso i meravigliosi muri a secco costruiti dagli agricoltori montebellesi, nei pendii più impensati. Il loro lavoro non è stato vanificato dal tempo. A distanza di secoli, quei muri sono lì a testimoniare il lavoro di chi ha costruito la storia di questo centro.
Il paesaggio che si osserva da sud a nord e da est ad ovest non ha precedenti. Intanto si alza il pericolo viabilità lungo la provinciale. Massi e sassi cadono da tutte le parti per l’assenza della vegetazione. Il fuoco ha devastato ogni cosa. A Moro, a Monica, a Placa, a Stinò, Lianò, a Mastro Pietro, a Montebello le case si son viste il fuco accanto alla porta.
A Placa, in particolare sono cadute nella rete delle fiamme delle autovetture. Nella parte alta di Saline i cittadini raccontano di aver visto maiali, pecore e capre bruciare vivi.
Emblematica anche la situazione di alcuni anziani che rifiutavano di lasciare le abitazioni per paura di rimanere senza casa.
Intanto nell’area di Molaro – Stinò, diversi cittadini sono stati trasferiti d’urgenza in ospedale per malori a causa del fuoco e del fumo mentre vicini Caracciolino una abitazione è stata accerchiata dalle fiamme. I canadair ancora solcano il cielo nell’intento di fermare il fuoco.

Vincenzo Malacrinò