LE OPINIONI DEI LETTORI
20 settembre 2009
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Ciao Vincenzo,
ho avuto modo di leggere nel tuo blog l’articolo relativo all’affresco di Sant’Anastasio.
Mi chiedevo come fosse possibile che un pezzo di storia si possa cancellare per sempre, mentre le autorità competenti in materia non mostrano la minima sensibilità.
Quando penso alle ricchezze della nostra terra e allo stato delle cose, esse viaggiano su due binari differenti.
Francesco Alati
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Caro Francesco,
grazie per la tua attenzione non solo verso il blog ma soprattutto per le problematiche che riguardano il nostro territorio ed ancor più per quelle legate alla storia, all’arte e al patrimonio culturale da cui proveniamo.
Noi come cittadini dobbiamo certamente svolgere il nostro ruolo di collaboratori costruttivi della società ma è chiaro che non abbiamo gli strumenti in mano per poter invervenire.
Per questo vi sono le istituzioni, ossia i soggetti che rappresentano il popolo. Proprio questi ultimi si devo attivare perchè lo stato delle cose si inverta.
La loro sensibilità deve riassumere e rappresentare quella dei cittadini e soprattutto deve essere operativa sempre e anche quando le soluzioni sembrano lontane da ogni realizzazione.
Nel caso degli affreschi della Chiesa di S. Anastasio, non penso che si debba fare molto dal momento che il passato è ricco di carte, di documenti e di rapporti intercorsi tra il Comune e la Soprintendenza.
Bisogna solo avere la pazienza di attivare il dialogo perchè non si perdano i finanziamenti e perchè si realizzi quanto già stabilito in un progetto così come parla la Soprintendenza stessa.
Solo così si può mettere un punto alla lunga storia degli affreschi della Chiesa di S. Anastasio e si potrà dare dignità, lustro e decoro alla storia e a tutti quegli uomini che hanno lavorato, sudato e lottato per costruirla.
Spesso la superficialità porta l’uomo a coprire le mille luci che vengno dal passato o meglio da quel lungo filo nel quale sono contenute le nostre discendenze.
Le istituzioni possono e debbono intervenire al fine di invertire lo stato delle cose migliorando con azioni significative quanto permane dentro lo spettro del degrado.
E a Montebello di opere degradare ce ne sono tante.
Al sindaco, chiederò ufficialmente, come cittadino, di intervenire verso la soluzione del problema.
Andiamo avanti! L’importante è fare bene ciò che si fà.
Vincenzo Malacrinò