LA PROVINCIA SI RIBELLA E CHIEDE LA CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO
25 ottobre 2010
Nessun Commento
Montebello Jonico – Il “via” della VIA (commissione Valutazione di Impatto ambientale del Ministero) di ieri ha già mobilitato la politica del “no”.
La prima a voler rimarcare e a voler discutere del problema è la Provincia. Per questo proprio ieri i consiglieri Omar Minniti, Bernardo Russo, Antonino Romeo, Annunziata Tripodi (Vicepresidente del Consiglio), Giuseppe Mazzaferro, Giovanni Nucera (Questore del Consiglio), Giovanni Barone, Carmine Alvaro e Rodolfo Malaspina, ai sensi dello Statuto della Provincia e del Regolamento per il funzionamento del Consiglio provinciale hanno chiesto la convocazione di un urgente consiglio provinciale da svolgersi entro e non oltre una settimana.
Con carattere di urgenza, i consiglieri, hanno scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Giordano, al presidente della Provincia, Giuseppe Morabito e all’assessore all’ambiente Giuseppe Neri.
La seduta, secondo quanto richiesto, dovrà essere monotematica e aperta con il seguente ordine del giorno: “Dibattito e deliberazioni sul progetto della centrale a carbone Sei a Saline Joniche”. Niente spazi per chiacchiere ma azioni concrete per entrare nel merito della questione “carbone”.
L’urgenza, spiegano i sottoscrittori è data dal parere favorevole espresso dalla Commissione VIA del Ministero dell’ambiente “nei confronti del progetto della multinazionale svizzera, scavalcando così i pronunciamenti contrari del Ministero dei Beni Culturali, della Provincia di Reggio, della Regione Calabria e altre Istituzioni locali”.
L’urgenza, spiegano i sottoscrittori è data dal parere favorevole espresso dalla Commissione VIA del Ministero dell’ambiente “nei confronti del progetto della multinazionale svizzera, scavalcando così i pronunciamenti contrari del Ministero dei Beni Culturali, della Provincia di Reggio, della Regione Calabria e altre Istituzioni locali”.
Di fatto sul progetto “Centrale a Carbone” il Ministero dei Beni Culturali si era espresso contrariamente così come Comuni, Provincia e Regione. Tra l’altro la centrale dovrebbe sorgere a pochi passi da un’area SIC (Sito di interesse comunitario), luogo in cui c’è tra l’altro anche il pantano.
I firmatari dell’istanza chiedono ai sindaci dell’Area Grecanica di essere presenti così come agli altri primi cittadini interessati nonché alle associazioni ambientaliste e non e ai comitati dei cittadini perché “si metta in campo un’azione di opposizione avverso tale opera nociva all’ambiente, le popolazioni e le prospettive di sviluppo turistico e promozione del nostro territorio”.
Queste le motivazioni addotte alla richiesta fulminea da parte dei consiglieri provinciali.
Si tratta di un evento significativo, quello promosso, perché tende a voler battere sul tempo la decisione romana. Certo adesso bisogna attendere le determinazioni concrete della Regione.
Si tratta di un evento significativo, quello promosso, perché tende a voler battere sul tempo la decisione romana. Certo adesso bisogna attendere le determinazioni concrete della Regione.
Nuccio Barillà di Legambiente ha ribadito che è necessario palesare il “no” a livello regionale perché la costruzione della centrale a carbone a Saline si scontra con quanto prescritto dalla Regione in termini di energia.
“La Calabria, ribadisce Barillà, non prevede questo genere di costruzioni ed è bene precisare che noi esportiamo energia. Pertanto, perché mai la Calabria si dovrebbe caricare di costi ambientali così alti?”. Questo è l’interrogativo di Barillà mentre quello dei cittadini è ancora più duro: lo Stato o i privati cosa hanno regalato fino ad oggi a questa terra e a questi cittadini tanto da dover pagare un prezzo così alto?
La disoccupazione che impera, ad avviso dei montebellesi, non sarà assorbita da una centrale ma da tutto un sistema che si deve progettare. Quindi fatti e non parole.
Questo si aspetta la gente.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato u “il Quotidiano della Calabria”