PROTOCOLLO PER LA NOMINA DELLA COMMISSIONE
25 ottobre 2010
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Montebello Jonico – Porte chiuse per la stampa alla delegazione municipale di Saline, dove il sindaco Nino Guarna ed altri sindaci si erano riuniti per firmare un protocollo per la nomina di una commissione che dovrebbe studiare il progetto sulla centrale a carbone.
La stampa, quindi, non solo non era stata invitata ma alla stessa è stato detto che l’accesso era vietato.
Si poteva solo entrare per prendere nota dei presenti per poi uscire. Ma forse, non era proprio il caso.
Alla riunione c’erano: il Sindaco di Montebello Guarna, il consigliere capo-gruppo dell’opposizione Cuzzucoli, il Consigliere Regionale Imbalzano, il sindaco di Roghudi Zavettieri, il sindaco di Melito Iaria, l’assessore del Comune di Condofuri Nucera, il sindaco di Calanna Catalano e il sindaco di Motta San Giovanni Laganà.
Il Comune, campana di vetro per tutti i cittadini, compreso per chi fa diritto all’informazione, ieri, era blindato con il portone d’ingresso chiuso.
Alla domanda della stampa diretta al sindaco Guarna di poter partecipare, lo stesso, dalla finestra, in modo sereno, rispondeva che “non è possibile”.
Siamo in democrazia e ognuno può esprimersi come vuole.
In quella riunione si discutevano cose di interesse pubblico il cui contenuto sarebbe stato affidato ad un comunicato stampa.
Ma la gente non vuole il resoconto di un comunicato bensì la cronaca degli eventi.
Ma perché è stato vietato l’ingresso ai giornalisti? Perché forse ritenuti di parte? Non si dica che la stampa è contro questa o quella amministrazione. Non si dica che è contro la centrale a carbone.
La stampa si è sempre limitata e si limita a riportare i fatti e non è colpa della stessa se ai giornalisti viene negato l’accesso alla riunione e poi riportato sulle pagine dei quotidiani.
Certamente non si trattava di una riunione privata altrimenti non si sarebbe svolta in delegazione né il suo contenuto si sarebbe affidato ad un comunicato.
Tra l’altro, in passato, quanto c’era il consiglio comunale aperto sul tema della centrale, indetto dal sindaco Loris Maria Nisi, non è stata la stampa a dichiarare in piazza che gli effetti di una ipotetica centrale a carbone erano negativi.
La stampa di limitò ad ascoltare l’attuale sindaco che allora parlava da medico.
Poi in campagna elettorale Guarna, ha voluto porre l’accento contro la centrale dimostrando a tutti di esporsi pubblicamente.
In quell’occasione fece sfilare per le strade del Comune un furgone tappezzato di gigantografie con la scritta “no al carbone, si allo sviluppo ecosostenibile” mettendo in primo piano il suo volto a garanzia della propria affermazione.
Sui muri, imperavano gigantografie chiare e senza titubanza alcuna dove si precisava che non c’era spazio per il carbone.
Se poi sono sorti i “ma” e i “forse” non è colpa della stampa.
La stampa non centra niente come non centra niente quando riporta sul giornale che la nota del Ministero tesa a invitare l’esperto del Comune, giunta agli uffici con due giorni di anticipo, non viene recapitata al destinatario in tempi utili.
Ma questi sono fatti non è essere contro o a favore.
Non è poi stata la stampa a passare dal “no” secco al “non dico né si e né no” ed ancora più tardi al “non si può dire sempre no”.
Non è poi stata la stampa a passare dal “no” secco al “non dico né si e né no” ed ancora più tardi al “non si può dire sempre no”.
La stampa ha riportato rispettando la libertà.
Ed è stata la stampa a riportare il bisogno di chiarezza ma solo nell’ottica costruttiva perché sono proprio i cittadini a chiedere agli amministratori di avvicinarsi in modo concreto.
La Sei, in tutto questo non ha certamente colpa.
Anzi svolge il proprio lavoro con professionalità degna di ammirazione dal momento che cerca di fare investimenti sul territorio.
Forse gli amministratori dovrebbero essere più chiari, meno fuggitivi e soprattutto capaci di esplicitare in modo netto le proprie idee senza “ma” e senza “perché”.
Questo è il miglior modo per lasciare le porte aperte.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su. “il Quotidino della Calabria”