IL “NO AL CARBONE” SBARCA IN PROVINCIA E ALLA REGIONE
Montebello Jonico – “Non ci fermeremo. Andremo avanti compatti come sempre e saremo presenti al consiglio provinciale di oggi e a quello regionale del 15 novembre”.
Questa la sintesi del pensiero del coordinamento per il “no carbone a Saline”, il grande comitato che ha invaso il paese giorno 6 e che sta crescendo sempre più.
Oggi saranno presenti al consiglio provinciale che si terrà nel palazzo di Piazza Italia e lunedì, in modo ancor più corposo, davanti al palazzo regionale per ricordare il forte dissenso verso il progetto e ai politici l’impegno di tutelare i cittadini secondo quanto dichiarato in precedenza.
Proprio per il consiglio regionale sarà presente una delegazione di cittadini e di comitati provenienti da Rossano, luogo in cui esiste una centrale che si vorrebbe convertire a carbone.
Loro hanno assicurato alla parte più distante dello stivale massimo appoggio e a Montebello, paese delle “tre ex”, solidarietà piena.
Quindi non solo Montebello unito ma la Calabria vicina su una causa sposata dalla maggior parte della gente.
“Chi non si esprime o chi dice si, affermano gli organizzatori della mobilitazione, è solo perché non conosce le concretezze progettuali. Molti pensano che inizieranno i lavori, e poi tutto rimarrà come sempre nel mezzo del niente”.
Intanto tra la gente inizia a farsi strada l’idea che i posti di lavoro messi a disposizione dalla nuova realtà non soddisferebbero le esigenze e le aspettative dei giovani tanto che si fa presto a prenderla con qualche politico che, nei giorni scorsi, ha dichiarato il contrario.
Nelle riunioni che si sono svolte nei giorni scorsi a Montebello, tutti hanno parlato la stessa lingua. Da chi propone il referendum a chi proteste democratiche nella capitale. Nessuno si è discostato dalla linea base del “no carbone”.
La gente inizia adesso a sapere, a conoscere e a voler approfondire. Fino ad oggi tanti avevano messo in dubbio la reale possibilità che il progetto potesse andare avanti e questo anche molti amministratori.
Pensavano si trattasse della “solita” idea tesa a far qualcosa. Ed invece ora ci si rende conto che le cose stanno esattamente all’opposto. La decisione della commissione nazionale di valutazione di impatto ambientale ha dato la stoccata a quanti erano scettici.
Da qui la presa si coscienza che la società elvetica non scherza e che se pur con il parere contrario del Ministero dei Beni Culturali, la partita è tutta da giocare.
Montebello, l’area grecanica, la Jonica, Reggio e tanti altri paesi iniziano a mobilitarsi. In tanti pensano che è necessario scendere in piazza coralmente per dire a Roma, ancora una volta, che i progetti non posso essere imposti al territorio.
Una è la domanda: visto che Regione, Provincia, Comuni, associazioni e popolo hanno detto “no” e dal momento che gli Enti lo hanno fatto con atti formali, perché tutto è andato e va avanti come se nessuno avesse mai parlato?
Ed ancora: nella “repubblica” della Calabria, dove al popolo, spesso, tutto si può imporre e dove lo Stato ha salutato i giovani già da un pezzo, c’è la democrazia, ossia il volere e il potere del popolo?
Chi lo sa, forse se la Calabria fosse terra della “Lega Nord” l’itera penisola sarebbe stata sensibilizzata. Certo lì i politici scendono in campo, qui, alcuni, spesso bisogna rincorrerli per sapere solo una parte del loro pensiero.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”
novembre 20th, 2010 at 13:55
ultimamente in classe anche noi stiamo trattando questo argomento,manifestando il nostro evidente disappunto per un progetto che se realizzato avrà effetti deleteri,non solo per Montebello,ma per tutta la provincia di Reggio Calabria.Per questo inviterei tutti noi a protestare contro questa poltica che mira soltanto ad ottenere dei vantaggi economici!…un ringraziamento in fine al mio carissimo ex professore Vincenzo Malacrinò,creatore di questo importante sito.
novembre 13th, 2010 at 20:24
Anche io sarei per il NO alla centrale a carbone, ma tanto noi poveri ttadini non comandiamo più di tanto, ne pagheremo sempre e soltanto le conseguenze, sono solo i “grandi” a prendere le decisioni… poveri noi! Oggi inoltre ho appreso dai giornali una notizia che lascia senza parole, qualcuno che dice il suo “si” e aggiunge “meglio morire con la pancia piena che con lo stomaco vuoto, perchè non ha senso rifiutare una proposta allettante di un miliardo e 500milioni”… e allora dico io, è soltanto una questione di interesse? quanto costa la vita dei cittadini? la si può vendere così? Spero solo che chi ha un cuore riesca ad usarlo