AUTELITANO LANCIA IL REFERENDUM
Nei giorni scorsi è sceso in campo, Leo Autelitano, rappresentante del movimento per l’Autonomia del Sud, lanciando proprio dalle pagine di questo giornale, l’idea forte di un referendum per la centrale a carbone di Saline. A lui abbiamo posto delle domande per entrare meglio nel merito della sua proposta.
Perché presidente il perché del ricorso al Referendum, visto anche i rischi che un pronunciamento libero può comportare.
Intanto preciso che la gente si è già espressa ma forse questo non basta per dire a chi insiste che la Calabria non è terra di conquiste. Quindi è’ importate che il no alla realizzazione pervenga dal vasto e variegato mondo sociale e quindi dalla popolazione che vive il territorio ed ha il diritto di viverlo senza imposizioni e senza violenze, senza il dover subire e il dover chinare la testa come servi. Un “no” referendario, metterà un punto alla questione e per la Calabria darà una vittoria.
Voi come movimento state lanciando una nuova strategia di lotta. Ci può spiegare di cosa si tratta?
Esattamente! Siamo stanchi di decisioni calate dall’alto e del comportamento dei partiti Nazionali, i cui rappresentanti locali, sono come lo “zerbino” sul quale pulire le colpe di una classe politica Nazionale intonsa che non sa fare altro che massacrare il mezzogiorno con le proprie decisioni. Il pronunciamento del nucleo VIA, presso il Ministero, è di una gravità inaudita, in quanto esso suona come un trattamento amministrativo della pratica che scavalca il territorio e nulla dice sull’impatto che un tale insediamento provoca sull’ambiente! Tale decisione amministrativa viene assunta in dispregio alla legge e nella più assoluta irriverenza nei confronti della sovranità della popolazione locale.
Fermiamoci su quest’ultimo punto: Non crede che un pronunciamento positivo attraverso il referendum, frutto anche di una difficilissima campagna di informazione della popolazione locale, possa portare ad un si alla centrale che legittimerebbe a sua volta la strada della realizzazione?
Rivendichiamo non solo il diritto di decidere, ma anche quello di sbagliare, in quanto anche attraverso gli errori si cresce! La Calabria si trova in queste condizioni, perché la società calabrese non ha mai sbagliato, in quanto non ha mai deciso nulla riguardo ai propri destini.
E la violazione della legge, in che consisterebbe?
E’ stato approvato, durante la legislatura del governo Chiaravalloti, con Legge Regionale votata all’unanimità dai rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, il Piano Energetico Regionale tutt’ora in vigore. Detto Piano disciplina, sia la realizzazione di nuove centrali che la riconversione di quelle esistenti. In entrambi i casi, è vietato il ricorso all’impiego del carbone per produrre energia! Ma nonostante ciò e cioè nonostante l’esistenza di una legge mai impugnata o modificata lo statuisca, nessuno ne invoca in questo caso l’applicazione! Non trova strano che il corpo degli amministratori locali non si appelli all’applicazione della legge, anzicchè rincorrere dubbi pareri di altrettanto dubbie commissioni scientifiche? E non trova altrettanto singolare la posizione di consiglieri regionali, assessori, consiglieri provinciali i quali, pur dichiarandosi a parole contrari alla realizzazione della centrale, non si appellano anch’essi ad una rigida applicazione della legge? In ogni caso noi, da poveri figli della cultura popolare, nei prossimi giorni, procederemo all’organizzazione del Referndum, chiamando i cittadini ad ogni forma di mobilitazione, a partire da quella del prossimo sabato a Saline Joniche.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”