SOLO PROMESSE E NIENTE FATTI PER I RESTI UMANI NELLE CASSETTE DA FRUTTA
Montebello Jonico – Nella cassetta della frutta erano e lì sono rimasti. I resti umani conservati presso l’ex Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Montebello Jonico, nonostante le numerose promesse, non sono stati riconosciuti di una degna sepoltura.
Già nei mesi scorsi, ci eravamo impegnati, sulle pagine di questo giornale, ad evidenziare lo stato indecoroso cui versavano i resti di uomini e donne che hanno costruito la storia di questo tempo ed ancora oggi con insistenza il caso spinge a dover continuare su questa linea dal momento che nulla è cambiato.
Nei pochissimi tesori rimasti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie e precisamente nella camera tombale con volte a botte per cadaveri a sedere, sono visibili i resti di chi ha vissuto secoli di
vita passata a Montebello.
Il muro, caduto negli anni scorsi, è ancora lì intatto a terra in attesa che qualcuno lo collochi nel luogo originario. Loris Maria Nisi, quando era sindaco, aveva preso l’impegno di adoperarsi fattivamente perché l’iniziativa lanciata da questo giornale potesse avere un seguito.
Si proponeva di collocare i resti dei defunti dentro un’urna di vetro posizionando una grata nell’apertura centrale, onde evitare atti vandalici, lasciando sul posto i resti di chi per secoli e secoli è rimasto fermo in quel luogo.
Altra proposta avanzata era quella di riqualificare l’area nel suo complesso, riposizionando il muro nel luogo originario al fine di dare dignità storica, umana e culturale e quanto, purtroppo è abbandonato dall’uomo moderno.
Un impegno passata di mano al nuovo sindaco Nino Guarna che, nonostante le promesse, ancora
non ha fatto nulla per risolvere l’incresciosa situazione.
Si spera, dunque, che dopo l’ennesimo Natale “trascorso” all’interno di una cassetta della frutta, per le povere spoglie degli avi montebellesi deposte là da secoli qualcosa cambi.
La Chiesa ha una storia antica e tutta da scrivere. A spiegarlo è il professore Luigi Sclapari,
storico ed esperto dei luoghi, il quale ha affermato che “la Chiesa di Santa Maria delle Grazie,
dove era presenta una confraternita omonima, era aggregata alla Protopalale dell’Isòdia, oggi nota come Arcipretale di Santa Maria della Presentazione. La prima traccia scritta sull’esistenza di questa
Chiesa si trova negli atti visita pastorale di monsignor Annibale d’Afflitto, Vescovo della Diocesi, svolta il 27 luglio 1595”.
Si trattava di una Chiesa abbastanza grande, così come quella di Sant’Antonio, anche questa cancellata dal tempo. Nella Chiesa di Santa Maria si celebrava in rito greco, dal momento che il vicariato di Montebello rappresentava una delle cinque realtà greche della diocesi di Reggio Calabria quando ormai era diventata latina. Si tratta di un sito capace di narrare una storia intrisa
di religiosità e di cultura. Si recuperi,dunque la storia, che è vero motore del presente e del futuro. Si recuperi l’abito del passato per poter guardare l’oggi in modo completo.
Non si può lasciare alla violenza del tempo e alla sua capacità di corrodere e cancellare le cose rari beni storici capaci di raccontare secoli di vita.
A chiedere l’intervento alle istituzioni, infatti, non è una persona o più persone ma proprio quei resti
umani e l’ultimo muro, appartenente alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie inMontebello Jonico. Questi resti e questo muro parlano più di ogni altro oratore.
Loro, del tempo del passato chiedono aiuto all’uomo moderno.
Alle istituzioni il compito di intervenire, una volta per tutte, per modificare le raccapriccianti immagini restituite dai resti umani presenti dentro cassette di legno.
Per loro si chiede il riconoscimento di vera dignità perché uomini e perché portatori dentro il proprio Dna della storia degli abitanti di Montebello essendo loro gli antenati e i parenti di molti montebellesi.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”