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IN AFRICA PER COSTRUIRE UN OSPEDALE

29 gennaio 2011 Nessun Commento

Montebello Jonico – Costruirà un ospedale a Kilomeni, in Africa. Il suo viaggio, tra la gente povera, lo ha fortemente interrogato. Quella stanzetta, piccola ed angusta, con un lettino macchiato di ruggine, adibita a sala parto lo ha inquietato.

Santo Macheda, imprenditore di Montebello non è rimasto inerme difronte alle necessità di quei luoghi.

Partito per un semplice viaggio in Africa con la figlia Domenica, laureata in discipline Artistiche, musiche e spettacolo, doveva fermarsi solo pochi giorni.

Era il 2009. Assieme a loro anche don Liberatus Kadio, sacerdote che aveva servito la parrocchia di Masella con grande fervore.

Un viaggio lungo e bello. Poi la città, il progresso e a pochi passi il niente; o meglio il cuore nudo della gente ferma ad osservare. Gli italiani, subito hanno conquistato il cuore della gente ma soprattutto dei bambini.

Una caramella valeva più di un gioco.

Non dieci o venti ma centinaia di bambini lungo la strada sterrata. Scalzi e con vestiti di fortuna erano felici.

“Il loro sorriso mi ha colpito e conquistata”. Queste le parole di Domenica Macheda. Non aggiunge altro se non il ricordo dei loro abbracci e la loro grande voglia di vivere.

Le case, costruite in argilla e con materiali poveri rappresentavano la sola ricchezza della grande famiglia nei villaggi africani.

Non avevano altro.

Poi la visita ai vari angoli del paese. Mercati, bancarelle e bambini ovunque. È stata l’osservazione del loro “pronto soccorso” a determinare in Macheda l’idea di costruire un ospedale a Kilomeni.

Nel 2009 c’era solo una stanzetta, un lettino e una sorta di tavolo da sala parto arrugginito per più della metà.

Poi l’amara scoperta: tante donne morivano durante o dopo il parto per l’assenza di locali idonei e di assistenza medica. Tra queste anche la cognata di un prete conosciuto a Montebello e a Masella.

Tra le notti trascorse in Africa Santo Macheda pensava al dopo. Doveva partire ma non poteva farlo senza trovare una soluzione. Si sentiva ormai parte di quella grande famiglia.

Serviva un ospedale ma non si poteva costruire con le idee.

Tornato in Italia istituisce una associazione. Poi diverse iniziative a favore dell’Africa e la raccolta di fondi. Questo gli ha permesso di fare iniziare i lavori e gettare le fondamenta della speranza per un grande popolo.

A Kilomeni nel 2010 inizia la costruzione e si posa la prima pietra di un sogno che ormai si chiama ospedale. Ancora la strada è lunga ma tutto è iniziato. Il tempo passa e l’Africa chiama. A ritornare questa volta l’altra figlia di Macheda, Federica ed altri amici di Masella. Tra questi Nicola.

L’Africa è la stessa ed i bambini hanno il solito sorriso.

La vita dura non ispessisce i sentimenti e la tenerezza di chi vive quella realtà. Adesso ad alleviare le loro fatiche c’è anche don Liberato, grande prete che ha presentato a quanti lo hanno conosciuto il dono della semplicità.

Santo Macheda, sposato con Consolata Romeo è felice di condividere con la sua famiglia questo progetto nato dall’incontro non casuale con don Liberato.

Questo il segno tangibile di come Dio cambia la vita a tanti attraverso una semplice conoscenza.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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