A MASELLA IL PRESEPE DELL’ACCOGLIENZA
Montebello Jonico – Presepe dell’accoglienza a Masella a cura di artiste e giovani capaci di trasferire con piccoli e semplici personaggi l’emozione della riscoperta, della nascita ed ancor prima del rapporto con se stessi.
Maria Carmela Romeo, Pina Marrari, Federico Familari, Pippo Guarnaccia, Matteo Foti, Domenico Sapone e tanti altri giovani di Masella si sono messi in prima linea per realizzare l’opera.
Un presepe allestito all’ingresso principale, a dare il benvenuto ai fedeli e a quanti per un istante vogliono meditare sulla nascita e sulla straordinaria presenza di Dio sulla terra, così come affermato dal parroco don Roberto Aparo.
I giovani, ha detto soddisfatto il sacerdote, sono stati capaci di riassumere nel poco il molto ossia il miracolo della nascita che ogni anno i cristiani ricordano.
Riscoprire, quindi la natività per scoprire il bambino che nasce dentro ogni cuore di uomo.
Questo l’intento di chi ha lavorato nella realizzazione delle immagini e delle scene che hanno portato i fedeli a ritornare con la mente e con il cuore indietro nel tempo alla scoperta dell’accoglienza e della semplicità.
La nuda capanna, le povere case e il paesaggio carico di personaggi intenti a vivere l’attimo e non il giorno rappresentano lo stile artistico del presepe di Masella.
Il presepe realizzato dentro la Chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano ha regalato a tutti la gioia a molti di vivere il Natale
dentro l’atmosfera giusta fatta di luci e proiettata verso la stella cometa.
Non è l’esteriorità a modificare il vivere cristiano del Natale ma certamente questo contribuisce e serve per aiutare l’uomo a
riscoprire il senso dell’autenticità delle cose.
Il poco, o il niente impone all’uomo la ricerca di se. Ed è proprio questo l’obiettivo che si son poste le artiste nel disegnare mentalmente le scene significative del presepe della propria parrocchia.
L’acqua, la terra, la neve e la luce delle stelle hanno coronato la base e lo sfondo dell’opera natalizia mentre la semplicità delle case accuratamente collocate nei giusti angoli dava il senso dell’apertura e dell’abbraccio a Dio che nasce nel mondo.
Contenti e soddisfatti tutti. Dai giovani agli anziani; da chi ha potuto lavorare fino a tarda sera a chi ha potuto dare il proprio contributo morale.
Ognuno in quel presepe ha messo del proprio e ognuno dentro quelle case ha cercato di rivedersi e soprattutto di
relazionare la propria vita con l’accoglienza nei riguardi di Dio.
Ogni casa poteva ospitare tutti gli abitanti di Masella.
A loro il compito di dare calore alle fredde mura. A loro, il compito di muovere
il cuore verso la cera stella cometa che è Gesù nato per ogni uomo.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”