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ALLA REGIONE CALABRIA SI CHIEDE IL “NO” AL CARBONE

18 luglio 2012 Nessun Commento

Montebello Jonico – Al Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti è stato chiesto di impugnare con urgenza al TAR il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo alla centrale a carbone di Saline.

A rompere il silenzio e a chiedere urgenza e chiarezza a Scopelliti, così come del resto anche ai sindaci ed in modo particolare a quello di Montebello Jonico, Nino Guarna,  è il movimento politico “Democrazia e Libertà” costituito da Fabio Zampaglione e Fortunato Tripodi.

I due con molta schiettezza, nel comunicato, rivolgendosi a Guarna, affermano che  sull’argomento “non si può tergiversare. E’ impensabile di affidarsi ancora a tavoli di concertazione o addirittura aprire un dialogo con la SEI. Queste due ipotesi non fanno altro che alimentare il dubbio che qualcuno questa centrale la voglia veramente”.

Poi, sempre a Guarna, chiedono perché ad oggi il consiglio comunale a Montebello Jonico non è stato convocato. Perché questo silenzio giusto quando c’è bisogno di agire velocemente dal momento che il 28 luglio scade il tempo per presentare il ricorso. “Il tempo dell’attesa e delle passerelle è finito si deve agire. Ognuno deve dare il proprio contributo per cercare di far rispettare la volontà popolare e politica già espressa da tempo fermo restando che il nostro Comune, in qualità di Ente interessato non dovrebbe stare a guardare ma essere di esempio a tutti gli altri”.

Queste le affermazioni di Zampaglione e Tripodi  ribadendo che “il Sindaco di Montebello Jonico non può e non deve aspettare ulteriormente”.

A Scopelliti chiedono un intervento urgente perché ponga in essere tutte le attività amministrative volte a bloccare il progetto della centrale a carbone poiché le motivazioni “spaziano dalla incompatibilità del progetto, alla naturale vocazione turistica dell’area grecanica nonché sulla salute pubblica e ai danni all’ambiente senza rispettare i piani energetici regionali”.

Al presidente della Regione, ricordano che il termine per impugnare il decreto è di trenta giorni e che questi scadono il 28 luglio.

A Scopelliti si chiede di continuare nel “no” netto dato nel passato e dallo stesso indicato nel passato poiché l’orientamento e la vocazione di questa terra non  è l’industria ma il turismo, cosa su cui, tra l’altro la Regione, sta lavorando e cercando di valorizzare.

“Facciamo seguire alle parole i fatti. Aprire tavoli di concertazione con la SEI è sconcertante e del tutto lontano dalle deliberazioni già avvenute e dalle scelte popolati”.

Poi Zampaglione e Tripodi evidenziano che se la politica rimane distante da questo problema fino al punto di far scadere silenziosamente il termine per un ricorso significa che “la volontà popolare non ha valore e che le istituzioni calabresi hanno una posizione favorevole alla realizzazione della centrale”.

Poi aggiungono che a loro avviso non è così e che sperano ci sia a breve una mobilitazione politica per allontanare la forza del capitalismo da progetti lontani dalla vocazione del territorio. Ciò si potrà realizzare se il Presidente Scopelliti deciderà di impugnare il Decreto prima della scadenza.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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