GARIBALDI SBARCA IN TELEVISIONE
Montebello Jonico – La storia che Giuseppe Garibaldi sbarcò a Montebello Jonico, è approdata anche in televisione. Luigi Sclapari, lo storico che ha scoperto questi dettagli, ha presentato i documenti alle telecamere di Reggio TV evidenziando come l’eroe dei due mondi, nel secondo sbarco, avvenuto il 25 agosto del 1862, non approdò a Rumbulo di Melito Porto Salvo bensì a Pietra Falcone di Montebello Jonico.
Questa è la verità storica, ha affermato Sclapari alla giornalista Annamaria Mazzacuva e pertanto è giusto che la stessa venga acquisita e rispettata da tutti.
“Sono stato anche presso la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria per definire i dettagli della località “Pietra Falcone” qualora ci fossero dubbi, e aggiungo con forza che non ce ne sono. Pietra Falcone si trova a Montebello Jonico alla foce dell’omonima fiumara che taglia le colline soprastanti e sfocia in prossimità del porto di S. Elia di Montebello Jonico.
Alla domanda della Mazzacuva sul perché di queste precisazioni Sclapari ha riposto che “la storia deve essere verità altrimenti diventa storiella”. Tra l’altro, ha aggiunto lo storico “è proprio per amore della storia che sto portando avanti questa tesi, perché la verità, tra l’altro, unisce e non divide fermo restando che stabilire questo o quel luogo non cambia la vita di nessuno” .
Non si tratta, dunque, di campanilismo ma di precisazione storica ossia di necessità di ricostruire l’autenticità degli eventi che daranno lustro al territorio.
“Garibaldi giunse a Montebello Jonico interno alle 3.30, all’alba del 25 agosto. Alle 4 si posizionarono in prossimità della foce della fiumara Falcone per poi iniziare subito le operazioni di sbarco”.
Dalle due grandi navi, “Abatucci” e “Dispaccio” sbarcarono circa 3000 uomini con armi e munizioni.
“Tre barchette facevano da navetta per tutta l’alba e fino a mezzogiorno del 25 agosto”.
Alle telecamere Sclapari ha mostrato i documenti storici uno per uno. Si tratta di antichissimi testi scritti proprio dai memorialisti garibaldini.
Uno, in particolare è scritto a mano ed rappresenta un estratto del taccuino del dott. Giuseppe Basile, medico personale di Garibaldi, il quale anche lui così come Celestino Bianchi e Giulio Adamoli, garibaldini e come Vottorio Visalli ed altri storici scrivono chiaramente la località “Pietra Falcone” senza esitazioni o tentennamenti.
Una storia riportata alla ribalta, questa, per dare lustro e dignità alla verità. Non vi sono altri motivi.
Poi Sclapari sprona l’amministrazione comunale di Montebello Jonico a individuare il luogo per erigere una stele al fine di ricordare il secondo passaggio dell’eroe dei due mondi.
Un impegno serio, stavolta, considerato che già, sin dal mese di Maggio, sottolinea Sclapari, “erano state date precise indicazioni su questo evento storico e proposto di realizzare un convegno storico di studi e la realizzazione di una stele, nonché la denominazione di una pubblica via come via 25 agosto, giorno dello sbarco”.
Nulla di tutto ciò è stato realizzato e così il 25 agosto a Montebello è passato privo di ogni iniziativa.
“Ora è il momento ha detto Sclapari, di scendere in campo per ricordare nel giusto modo questo grande evento storico”.
Certo, gli storici possono ricercare, trovare documenti e proporre iniziative ma poi i realizzatori devono essere altri.
Tra l’altro, sembrerebbe che l’Associazione “Nemesis” abbia richiesto a Sclapari i documenti necessari per portare avanti qualche attività culturale. Altre associazioni vorrebbero collaborare per la realizzazione di un grande evento che vede Montebello al centro di una storia nazionale.
Garibaldi, infatti, quel giorno, così come i libri di storia riportano, da Montebello giunse a Melito e da qui si diresse verso l’Aspromonte su indicazione di alcuni delegati di cittadini venuti da Reggio fino a Lazzaro, luogo in cui avvenne l’incontro con il generale Garibaldi. “In Aspromonte, gli dissero, troverete armi, munizioni, cibo e vestiario per tutti i vostri soldati. Così potrete continuare la vostra spedizione. A Reggio è bene che non veniate perché è posta in stato d’assedio”.
Così Garibaldi si diresse verso l’Aspromonte, dove, però non trovò nulla di quanto gli era stato promesso se non il sicuro scontro con una colonna dell’esercito italiano diretta dal colonnello Emilio Pallavicino di Priola inviato dal generale Entico Cialdini. Proprio lì il 29 agosto fu ferito e catturato insieme a tutti i suoi uomini.
Questa è la storia. Una storia che potrebbe essere rappresentata anche in televisione.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”