OSPEDALE DI MELITO P.S.: LA DIGNITA’ UMANA PRIMA DEI TAGLI
Alcuni “Tizi”, figli di una politica distorta, seduti su poltrone di velluto, garantite dalle tasse pagate dai cittadini, si permettono il “lusso” di voler “tagliare” a tavolino, con colpi di bisturi secchi, lenti ma violenti, l’Ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo.
In nome dei tagli ci potrebbe essere una sorta di riduzione drastica dei servizi ospedalieri tanto che già la gente è scesa in piazza per protestare e non sono pochi quelli che hanno già interpretato tale stato come l’inizio della chiusura o a un declassamento della struttura sorta sin dai primi del ‘900.
Il “Tiberio Evoli” è stato classificato ospedale generale per acuti, dove secondo quanto stabilito dai livelli minimi di assistenza alla popolazione sono previsti almeno due strutture complesse: medicina e chirurgia. Allo stato solo la Medicina è considerata tale perché la chirurgia pur lavorando sodo, in atto, non è complessa tanto che da più di due anni è priva di primario.
Una realtà che non può essere accettata dalla gente poichè la salute dell’uomo non è paragonabile ad una sorta di spesa opzionale di antica bottega, tantomeno negoziata con numeri e cifre.
Certo, su questi ci si dovrebbe concentrare e magari proprio giusto su quelli di chi percependo superstipendi pratica tagli anche alla sanità.
Tra l’altro l’articolo 32 della Costituzione Italiana parla chiaro e non ammette diverse interpretazioni precisando che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
I servizi della società possono essere razionalizzati ma non tagliati. Questo è il caso degli ospedali.
Il diritto alla salute non si può negare ai cittadini, nè “garantirlo” a chilometri di distanza perché, in questo caso, paradossalmente, la garanzia diventa una vera e propria negazione.
Se l’ospedale di Melito di Porto Salvo dovesse essere chiuso più di 55.000 abitanti, corrispondenti a circa 19.000 famiglie, si troverebbero costretti a dover fare riferimento a quello di Reggio Calabria o di Locri perché tra questi due centri, ad oggi, c’è solo il “Tiberio Evoli”. Bisognerebbe aggiungere che i tempi necessari per raggiungere il “nuovo” ipotetico ospedale si triplicherebbero rispetto a quelli necessari per raggiungere Melito Porto Salvo.
Che dire di un paziente che da Roccaforte del Greco deve giungere il “Riuniti” e non il “T. Evoli”. Forse augurarsi che giunga vivo.
Chi si reca in ospedale, d’altro canto, lo fa per motivi seri e non per passatempo. L’uomo ha, infatti, il diritto-dovere di tutelare la propria vita; Ma forse a qualcuno bisognerebbe insegnare il valore della stessa non paragonabile ad un oggetto orientabile bensì ad un qualcosa di profondamente diverso che trova spiegazione solo nella consapevolezza del vivere nel senso vero del termine questo immenso dono.
Spesso, però, l’uomo, viene paragonato, paradossalmente, da altri uomini come un numero, un oggetto che può essere collocato in questo o in quel luogo senza tener conto del dramma nel dramma che può vivere un malato e la sua stessa una famiglia “sballottati” a 100 o a 200 Km di distanza, trovandosi di punto in bianco dove qualcuno ha deciso.
Alla sofferenza non si può sommare sofferenza e disagi. E poi, la vita ha un valore alto tanto da non poter e da non dover essere sminuito dal mero costo dei servizi.
Eppure all’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, l’intervento chirurgico è iniziato da tempo.
Anestesisti specializzati hanno fatto in modo che nessuno sentisse le urla e le grida di chi stava per essere condotto in sala operatoria tanto che in modo, apparentemente professionale, hanno amputato il primo arto: il reparto maternità. L’intervento non si poteva definire concluso tanto che il “Tiberio Evoli” veniva riportato in sala per amputare il secondo arto: il reparto pediatria.
Per completare l’opera, l’equipe operatoria ha continuato a tagliare piano piano fino al punto di eliminare anche il reparto di psichiatria, quello di oculistica e otorino.
Certo, poi bisognava suturare in fretta così i lembi dell’ortopedia venivano uniti a quelli della chirurgia tanto da fare dei due reparti uno solo.
Per la medicina ci avevano già pensato ed ecco che dai due reparti, uomini e donne oggi si può contare su uno solo.
Però i medici a Melito ci sono e sono anche bravi. Certo sono massacrati da chi li mette con le spalle al muro senza risorse e senza collaboratori.
Ci sono medici veri che lavorano e resistono con la collaborazione di un solo infermiere ed altri ancora che fanno salti nel vuoto per riuscire nei loro intenti mentre qualcuno avrebbe anche il coraggio di additarli.
Facile parlare e calpestare la dignità di chi ogni giorno sta in trincea. Facile affermare che l’ospedale non funziona.
Certo se a un pilota di “formula uno” al volante di una Ferrari si lasciasse il serbatoio vuoto mai giungerebbe al traguardo.
In questo caso nessuno direbbe al valido pilota che è inefficiente o sprovveduto ma tutti additerebbero la scelleratezza di chi ha lasciato il serbatoio vuoto.
Forse questo potrebbe spiegare, in sintesi, la strada dell’ospedale di Melito Porto Salvo, o meglio a cosa lo stesso è stato ridotto da chi, nel tempo, ha dimenticato, o ha voluto dimenticare, di aggiungere carburante, proiettando la struttura non verso i bisogni della gente ma al “risparmio” e ai numeri.
Per concludere bisognerebbe verificare il valore del risparmio per comprendere se esiste o se, invece, sulla base dello stesso la coperta della spesa è stata solo spostata da un punto all’altro, togliendo ed aggiungendo sulla base dei numeri e non delle reali necessità.
Vincenzo Malacrinò
I cittadini scenderanno in piazza venerdi 8 febbraio 2013 a Melito.
ore 9 presso piazza del Fortino
ore 10 presso la stazione
Partecipate
nella sezione FOTO e VIDEO le fotografie ed il video della giornata a cui hanno partecipato “fiumi” di persone.
febbraio 8th, 2013 at 15:31
Vincenzo,
come al solito, tu cerchi di sensibilizzare, con stringenti ragionamenti, la pubblica opinione e i vertci sanitari e politici che contano, nella speranza che tutto giunga a buon fine.
Alla manifestazione, spero che siano in tanti, anche dall’entroterra, perchè questo è un servizio fondamentale per tutti.
Non si può tagliare a tavolino un servizio così essenziale, senza prima aver verificato le esigenze del vasto bacino di utenza dell’Ospedale di Melito P.S.
Luigi Scalapri
febbraio 7th, 2013 at 23:31
I cittadini scenderanno in piazza venerdi 8 febbraio 2013 a Melito.
ore 9 presso piazza del Fortino
ore 10 presso la stazione
Partecipate