BIVIO CHIUSO FAREBBE CHIUDERE LE ATTIVITA’
Montebello Jonico – Minacciano di bloccare l’autostrada e di scendere in piazza per sollecitare l’Anas a concludere i lavori della rotatoria di Saline. Sono i commercianti che vedono vendite scendere a terra con punte fino a meno 80%.
La nazionale lungo cui insistono le attività commerciali non è più transitata come prima e chi giunge da Reggio o da Melito non ha accesso immediato in quell’area.
Il malcontento cresce a dismisura, tra gli esercenti, perché penalizzati a causa di quei lavori che vanno avanti a singhiozzo e soprattutto perché ieri è stata chiusa l’improvvisata uscita secondaria, in terra battuta.
Uno tra loro ha già deciso: “chiuderò la mi attività e chiederò il risarcimento a chi è responsabile dello scempio economico che da più di due mesi ha invaso la mia azienda”.
Non sono chiacchiere ma fatti. Lo stesso ha già scritto al Codacons ed è pronto ad inviare una raccomandata al Prefetto di Reggio Calabria perché tuteli ogni lavoratore.
“Lo Stato, ha affermato, so che non ci abbandonerà perché, proprio in questo momento è assurdo pensare che un esercizio avviato debba chiudere a causa di una rotatoria che blocca il flusso dei clienti”.
Il 24 gennaio partivano i lavori e ad oggi non sono conclusi, né si sa quando finiranno. Nella lettera inviata al Codacons, si precisa che dopo la riunione del 14 febbraio tenutasi a Saline, presso la delegazione municipale, tutto si è risolto in una bolla di sapone. Promesse e solo premesse. Si specifica che “era presente il Sindaco Antonio Guarna, assessori, consiglieri, responsabile dell’Ufficio Tecnico, il Comandante dei Vigili e molti operatori del settore commerciale di Saline. Da quel giorno i politici sono spariti di scena e siamo rimasti solo e soli noi: operatori del commercio”.
Loro, affermano di non aver visto nessuno attivarsi per risolvere il problema e per questo sono sul piede di guerra.
“Da loro, affermano, non abbiamo avuto nessuna comunicazione”. Ciò che avrebbero voluto è la solidarietà e la forte pressione perché quella rotatoria si apra al più presto.
“Con quattro operai si sarebbe concluso. Ci diano una delega e finiremo noi i lavori lavorando, magari, solo poche ore e non giorno e notte così come si fa normalmente nei paesi civili”.
Irritati fino alla punta dei capelli non nascondono la rabbia nei riguardi di chi neppure li considera e non è difficile scorgere lacrime nel volto di chi, ormai avvilito e schiacciato sa che forse dovrà chiudere e ripartire da zero.
Non è questa civiltà né rispetto verso chi ha dedicato anni della propria vita per costruire sogni e progetti.
Nessuno osi dire, poi, perché alcune attività si sono cancellate e perché la gente disperata non sa cosa fare. Oggi si è ancora in tempo per dare certezza a chi cerca non favori ma diritti. Giusto quelli sanciti nella Costituzione.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”