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QUEL FILO CHE OSCURA LE VIE

6 aprile 2013 Nessun Commento

Montebello Jonico – Nel 2013 non sono sufficienti 13 giorni per riparare un filo interrotto solo per cinque centimetri. In altri luoghi, nello stesso tempo, si costruiscono palazzi e magari anche qualche tratto di autostrada. A Montebello Jonico no. Qui tutto è normale.

Se manca l’acqua è normale e bisogna attendere, così come se la spazzatura si accumula o se la luce è assente. E’ normale. Bisogna attendere.

Bisogna attendere anche se una strada è interrotta e la gente deve invertire i propri percorsi per giungere in paese, come è il caso di Mastropietro.

Bisogna attendere e non lamentarsi perchè chi si lamenta è “prevenuto” oppure, peggio ancora, appartiene ad un’altra ipotetica corrente politica.

Penso che in termini di problematiche e di sottolineatura delle stesse, non esistono schieramenti o coalizioni a cui fare riferimento se non solo l’intento collaborativo di risolvere i problemi.

Ovviamente, per comprendere ciò è necessario osservare, capire ed interpretare l’altrui pensiero da un livello distaccato dalla solita e routinaria mentalità. Ciò non è facile.

Dalla sera del 25 marzo, a causa di un cortocircuito, cinque centimetri di filo della pubblica illuminazione si sono fusi. Bene, da quel giorno, tutto tace. Eppure la notte stessa ho avvisato l’Enel.  Subito, la stessa, ha messo in sicurezza la strada. L’indomani è stata fatta la segnalazione al Comune tanto che è  giunta la ditta sul posto.

Si pensava che, con le scale e gli attrezzi portati, il danno si sarebbe riparato ma si trattava di una vana illusione. “Noi abbiamo il compito di staccare i fili per mettere in sicurezza, hanno detto, per il resto la nostra ditta dovrà comunicare con il Comune e stabilire i dettagli della riparazione del danno.”

Da quel giorno, nonostante ripetute telefonate fatte al Comune, nulla è mutato. Anzi si apprende che sono necessari ben 590 euro per riparare il danno. Ad oggi però quella via è al buio e tutto è come se fosse normale. Tutto solo per  una banale interruzione di soli cinque centimetri di filo elettrico.

Servirebbero 590 euro. Non sarebbe quindi ordinaria amministrazione. Al di là di questo, che poco importa, la gente è costretta a percorrere quella strada al buio, di sera e di notte, scendendo persino i gradini con lampadine tascabili.

Cosa grave se si considera che il centro storico è vissuto solo da anziani. Ma cosa importa se gli altri rischiano la propria incolumità.

L’importante è che prima o poi i problemi si risolvano. La gente può anche aspettare.

E poi, dopotutto, mica aspettano da molto. Solo 13 giorni ad oggi e se fossero 15 o 20 non cambia mica il mondo.

Le tascabili, dopotutto, funzionano a batterie, che costano anche poco.

In ogni caso sarebbe giusto ricordare che sia le batterie che la pubblica illuminazione vengono pagate con i soldi dei cittadini.

Vincenzo Malacrinò

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