NON SONO CANDIDATO A SINDACO E NON HO DEFINITO NESSUNA LISTA
In questi giorni e da un più di due mesi a questa parte si è sparsa la voce che io avrei già composto una lista per le prossime elezioni comunali e che sarei il candidato a Sindaco.
Chiarisco che queste voci sono infondate e che non ho mai contattato nessuno per realizzare una nuova compagine.
Ho sempre sostenuto e sostengo che il bene pubblico si conquista attraverso il rinnovamento, la passione e l’abnegazione poiché senza questi elementi difficilmente si potrà portare a termine un programma elettorale.
La politica, però, non si definisce soltanto sedendosi dentro il palazzo comunale ma anche vivendo all’aperto, in quella grande casa che si chiama paese o meglio amata terra spesso tradita da molti amministratori, venduta e svenduta, abbandonata e lasciata cadere nel baratro con disinvoltura.
D’altro canto se il Comune vive l’espressione desolante di un soggetto privo di identità, ogni cittadino dovrebbe fare un “mea culpa” ed i politici più di uno poiché se abbiamo un porto allo sbando, strutture sportive degradate, centro sociali assenti, strade alla rovina, servizi idrici carenti e una centrale a carbone che avanza come una ferrari in corsa è merito di chi spesso si è girato dall’altra parte.
La caratteristica di ogni elezione sono le promesse. Ora, due possono essere i risultati possibili: o i candidati, poi futuri amministratori, volontariamente ingannano i cittadini promettendo, come si suol dire, “mari e monti”, oppure una volta giunti in via Portovegno ogni progetto diventa impossibile realizzarlo.
In questo caso la coerenza vuole o vorrebbe che il candidato facesse marcia indietro ed evitasse di “giocare” per cinque anni con rinvii e ulteriori promesse.
La politica, quella vera, non è questa. La politica dovrebbe essere concretezza, scommessa personale e pubblica e soprattutto coraggio di ammettere i propri limiti che umanamente sono possibili e giustificabili.
Non è, invece, né giustificabile né ammissibile l’arroganza utilizzata per andare avanti al fine di strappare altri anni ed altro tempo a scapito di chi attende risposte che mai arriveranno.
Così il paese o meglio il Comune va in malora cadendo sempre più in basso. D’altro canto Montebello Jonico cosa può vantare ad oggi? una spiaggia inesistente, un porto distrutto, una ex liquichimica ridotta a pezzi, una officina grandi riparazioni ferma da tempo, una provinciale che tortuosa e priva di sicurezza penalizza chi vive nell’entroterra definendo la dura curva dello spopolamento sempre più acuito a causa dell’assenza dei servizi, una montagna per nulla sfruttata, beni paesaggistici e ambientali mai considerati (grotte della Lamia, Rocche di Prastarà – insediamento preistorico, insediamento arcaico a S. Elia, Rocca S. Elena e molto altro) ed ancora rete idrica tappezzata e mal funzionante soprattutto in estate, acqua all’arsenico ormai da un anno a Masella, pubblica illuminazione carente, servizio elettrico nei cimiteri inesistente, strutture sportive al limite, iniziate e mai concluse, prive di servizi annessi dove, in alcuni casi, l’erba raggiunge quasi la rete e dove la disponibilità di privati li porta allo stato di normalità.
Che dire poi delle fiumare, discariche a cielo aperto, luogo in cui l’amianto contenuto nell’eternit abbonda di mese in mese ed ancora cosa affermare delle frazioni come Mastro Pietro ed altri che, da tempo, attendono la costruzione di tratti di strada pericolanti. Dove sono i centri attrezzati per accogliere anziani, giovani e bambini?
La biblioteca Peter Mozzino è ormai diventata un’odissea, promessa da anni ed anni, prossima alla realizzazione e mai consegnata.
Basta pensare che non si dovrebbe realizzare con fondi pubblici bensì attraverso una donazione privata perché il signor Pietro Scaramuzzino (poi trascritto in american Peter Mozzino) giovane di Fossato Jonico che partì alla volta dell’America negli anni duri di questa Calabria, dopo aver affrontato mille prove in terra straniera diventa ricco e così pensa anche al proprio paese di origine lasciando una cospicua somma per la realizzazione di una biblioteca. Il denaro tra la burocrazia italiana e straniera ci dovrebbe sempre essere ma la biblioteca, ad oggi, no!
Le frazioni Trunca ed Embrisi forse in pochi sanno dove sono collocate tanto è vero che per la poca attenzione mostrata dal Comune negli anni passati, relativamente al servizio scuolabus non garantito, i cittadini hanno dovuto iscrivere i propri figli a Bagaladi. Così a Fossato si perdono le classi, a Montebello scompaiono, a Masella tentennano mentre in altri posti si conservano con i bambini degli altri Comuni!
Che dire poi del “balletto” mostrato da tutti i politici relativamente alla costruzione della centrale a carbone? Una vera e propria vergogna che ha segnato l’assenza di coerenza e di determinazione da parte di chi aveva il dovere di ascoltare la bocciatura proveniente dai cittadini ma ancora più, il dovere di far rispettare il piano energetico regionale che vieta l’utilizzo del carbone nella nostra terra.
Bene, forse bisognerebbe affermare l’assurdo o meglio ancora il paradosso: si riesce persino a non far rispettare le leggi!
La Regione Calabria a stendo e strattonata dalla gente, ha ribadito un “no” alla costruzione della centrale a carbone mentre tra un consiglio e l’altro i politici sembravano portati al patibolo. Segno questo di chi la politica non la vive ma forse la subisce. Segno di chi poco ama il territorio. Così, mentre in molti già stanno per preparare campagne elettorali, la Sei, con la quale bisogna solo congratularsi, sta andando avanti, promuovendo persino gli espropri, per costruire in questa terra di Calabria, carica di sole, una centrale a carbone.
La Provincia, mentre il Comune danzava con il “no” e il “ni”, in merito alla costruzione della centrale a carbone, ha speso persino soldi ed energie per sviluppare un progetto di idee per “verificare” quale “scienziato” potesse dare un “lume” per cambiare il volto a quella parte di mondo, così bello, al fine di sottrarlo dalle “grinfie” della Sei mentre il Presidente Raffa, in un primo momento, deciso al secco “no” poi, improvvisamente, attraverso il suo tecnico delegato, ha dato l’assenso per la concessione di 50 anni dell’area portuale.
Forse non era necessario bandire un concorso di idee per capire cosa fare di quell’area. Sarebbe bastata una gita nella vicina Sicilia e precisamente a Etnaland per verificare come in una area collinare, che nulla ha a che vedere con la bellezza delle nostre coste, uomini tenaci e determinati hanno “inventato” senza l’intervento di scienziato alcuno una struttura che richiama milioni di turisti desiderosi di vivere una o più giornate di svago.
Questa struttura porta lavoro, occupazione, soldi ed economia ai residenti e non. Eppure loro non hanno il mare ma l’acqua sono riusciti a farla giungere fino a destinazione! Risultato? Seminano lavoro più di una centrale a carbone, non inquinano e vivono in sintonia con la natura e con l’ambiente!
Ma qui, da noi, in questa terra, forse è meglio delegare che fare”! meglio che altri realizzino una centrale a carbone che la politica si impegni perché si realizzi un villaggio turistico o altro!
Quanto è stata decantata la nostra l’Area Grecanica, il mare limpido e cristallino che fa da specchio e il meraviglioso Pentidattilo che con la sua suggestiva bellezza incanta ogni passante!
Risultato? Nessun euro stanziato o comunque giunto fattivamente in queste aree. Lo sviluppo tanto decantato dovrebbe avvenire da solo!
Così se il progetto della centrale a carbone si realizzerà, poi in molti si lamenteranno come è solito fare ma una cosa è certa: chi poteva e doveva tutelare la Calabria e Montebello Jonico nello specifico, non lo ha fatto, anzi, si è solo “lavato” la bocca con parole di spessore quali potrebbero essere: “terra del gelsomino”, “terra del bergamotto” ed ancora “area meravigliosa che profuma di grecità”, o “luogo incantato e privilegiato”! Questi soggetti, per l’ennesima volta, hanno lavorato con la sola demagogia politica.
Queste parole, infatti vengono esternate con convinzione ad ogni campagna elettorale e non solo dai candidati comunali ma anche provinciali e regionali, inclusi coloro che si presentano alla Camera, al Senato e al Parlamento Europeo.
Cosa c’è di più bello di far intravedere dalle concrete potenzialità del territorio, motivi di sviluppo reale? D’altro canto come si può screditare chi promette posti e posti di lavoro avviando una ex Officina Grandi Riparazioni? È più che credibile! Anzi credibilissimo! Il problema è che bisognerebbe far partire il treno ma per questo c’è sempre tempo per spiegare i motivi di ogni ritardo, rallentamento e persino della fermata! L’importante è parlare, parlare e promettere. Fare chiacchiere, girare e raggirare gli ostacoli allontanando sempre più i tempi con “faremo” e “vedremo”.
Se ne potrà sempre parlare alla prossima elezione! Questa terra, paradossalmente, ha in sé ogni elemento per far vincere tutte le elezioni. Riesce a far parlare tutti i politici e anche tanto per il “molto” che possiede e per il niente che ha. Il “molto” e il “niente” diventano trampolino di lancio!
Però se le promesse di lavoro si dovessero realizzare molti diventerebbero liberi e non più schiavi e forse, ponendo sulla bilancia “libertà” e “schiavitù” per alcuni è preferibile far pendere il piatto verso quest’ultima così, ad ogni tornata elettorale si potrà avere gente da ricattare nella mente in modo miserabile.
Più volte è stato promesso che quell’anonimo porto di S. Elia di Montebello Jonico sarebbe stato recuperato a fini turistici. Chi dei tanti giovani potrebbe dubitare che una struttura turistica non porti sviluppo? Bene, poi ad elezione avvenuta nascono i problemi, tutto si complica tanto che diventa molto facile, così come ha fatto la Provincia di Reggio Calabria, firmare carte e concederlo a chi dovrà costruire la centrale a carbone per 50 anni anziché lavorare seriamente per trasformarlo, modificarlo e renderlo così come era stato promesso!
Meglio liberarsi dei pesi firmando carte che seriamente intraprendere un cammino di cambiamento concreto e reale. Ma l’importante è promettere, promettere, sognare e far sognare. L’importante è ubriacare la gente come spesso fanno i paesi dittatoriali. In molti paesi dell’America Latina, di sabato lo Stato garantisce ai cittadini divertimento e alcool, musica e ballo. In quella giornata ogni strada si trasforma in piazza e ogni sogno sembra realizzabile. Ma poi giunge la nuova settimana ed ogni uomo dovrà fare i conti con la dura realtà che si trova accanto o meglio dentro se stesso!
Qui, da noi, non si regala né alcool, né musiche e né balli. Questi già i cittadini già li hanno! Qui si regalano carte, firme e protocolli di intese. Qui si inviano regali molto più eleganti ai cittadini e sono quelli che su tanti fanno presa.
Tutti prima di ogni elezione, recupereranno i borghi fatiscenti e anche qui bisognerebbe capire il perché di tanta bruttura e come sia stata gestita nel passato.
Prima di piangere sullo spopolamento e sulla fatiscenza, forse, bisognerebbe chiedersi chi li ha prodotti. La risposta è semplice: l’assenza di una degna strada che collegasse i paesi interni con il mare. Ma anche qui ci sarebbe molto da dire…. L’importante era far asfaltare un tratto di strada, recuperare un pezzo di parapetto e poi sommare catrame su catrame senza manco togliere lo strato sottostante tanto che in alcuni punti sono spariti persino i muretti di protezione.
Così tante curve c’erano nel lontano anno in cui è stata costruita la provinciale, tante curve ci sono oggi e mentre un tempo il manto stradale era “forte e vigoroso” oggi è ricco di avvallamenti, distrutto a tratti da chi ha ritenuto dover passare i tubi del metano e della fognatura proprio nel punto in cui corrono le ruote delle autovetture per poi rattoppare con catrame sparso alla meno peggio mentre i parapetti si lasciano frantumare come burro.
Ma nessuno vede e nessuno passa da questa strada! Tutti vedono prima di ogni elezione per poi dimenticare un’altra volta!
Ma quanto è bello Pentidattilo poi, quando da Masella sembra toccarlo con le mani! Tanto bello e tanto importante da essere riportato assieme allo stesso Montebello Jonico da Edward Lear nel suo libro, scritto nel 1847 titolato “Diario di un viaggio a piedi”. Proprio di fronte a Pentidattilo è stata costruita una stele, un’vera opera d’arte con tanto di aiuole vuote mentre tutto è ormai abbandonato all’attenzione del tempo.
Che dire poi delle fiumare! In molti paesi del mondo ed in Inghilterra in particolare esistono le greenway, sarebbero delle vie verdi, in mezzo alla natura. Molti li realizzano ai bordi degli alvei delle aste fluviali promuovendo piste ciclabili ed aree di sosta.
Ma non è questo solo un fatto inglese, in molti altri paesi del mondo ciò rappresenta una normalità. Anzi chi è privo di tappeti erbosi li costruisce artificialmente. In Italia il 20 luglio 1988 nasce l’Associazione Italiana Greenwey al fine di promuovere le vie verdi nei diversi luoghi.
Le fiumare di Montebello Jonico sarebbero l’ideale. In molti posti, solo così si costruisce turismo. Da noi no. Da noi è bene che le fiumare siano popolate da amianto contenuto negli eternit!
Certo qui il merito va ai cittadini che associano il fiume al luogo del degrado e della discarica aperta tanto da sentirsi autorizzati a svuotare ogni tipo di oggetto.
Tuttavia i candidati, ad ogni tornata elettorale, si impegneranno per promuovere la cultura, il territorio, l’ambiente…. Tutti affermeranno con convinzione che è possibile realizzare strutture, strade, condotte, acquedotti…. Tutti diranno a voce alta che … gli altri non hanno lavorato per niente, senza chiedersi però nulla sul proprio operato! Tutti poi prometteranno di promuovere qualche “onda” di lavoro per i giovani e tutti prometteranno di risolvere ogni difficoltà presente!
Così gli anni passano e la gente, di volta in volta, forse perchè ha bisogno di convincersi che le cose cambieranno, si lega oggi a questo, domani a qual politico, dimenticando il poco o il niente realizzato in precedenza e sperando che “questa sia la volta buona per cambiare pagina”.
Con questo sistema e con questa tecnica chi ha sempre “vinto” sono stati i politici e chi ha perso solo i cittadini che aspettano la realizzazione delle promesse, mentre chi le ha fatte sa bene che dopo qualche tempo verranno dimenticate. Così ancora si attendono i 50 milioni di euro promessi per la riqualificazione dell’Area della ex liquichimica, luogo dove dovrebbe sorgere la centrale a carbone, promessi dall’allora presidente della Regione Agazio Loiero.
Ma dove è stata la politica locale? chi dei nostri politici si è recato a Catanzaro per “tirare” benevolmente dalla giacca i venditori di fumo per garantire quell’area degradata e la gente che da tempo attende una svolta?
Qualcuno si lavava le mani con dichiarazione sui giornali, come se questi ultimi fossero gli unici strumenti efficaci per risolvere ogni problema.
Ovviamente ciò che si registra a Montebello Jonico non è un caso isolato; gli altri Comuni vivono sorti simili e ciò è dettato, forse, da chi sceglie di fare il politico e di non essere politico, ossia uomo che serve lo Stato attraverso il servizio autentico ai cittadini.
Oggi un’altra notizia ci dovrebbe allarmare: secondo gli atti dei Servizi Segreti, desecretati dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Montebello Jonico sarebbero stati sotterrati bel 100 fusti radioattivi o tossici.
Una terra bella la Calabria, benedetta da Dio ma piegata, abbandonata e abbondantemente distrutta dagli uomini.
Vincenzo Malacrinò
luglio 28th, 2014 at 23:34
Gentilissima signora Floriana,
la ringrazio immensamente per il suo contributo sempre nobile, puntuale e carico di verità!
Che dire della sua coerenza e del suo coraggio teso a nascondere la sua stessa identità. Oserei dire raro; si, proprio raro o forse introvabile!
Ricordi signora Floriana che non vi è peggiore cosa di aver paura delle proprie idee nascondendosi dietro nomignoli di fantasia che poco hanno a che fare con la realtà.
Vede, signora Floriana le divergenze di idee rappresentano una ricchezza ma finchè lei continua ad attribuirle ad una ipotetica Floriana fa solo cattiva figura con me, con i lettori e soprattutto con se stessa perchè, infondo, non ha il coraggio delle sue stesse idee.
Si faccia aiutare dunque e non esiti ad esternare se stessa poichè così sperimenterà la bellezza della libertà, cosa ancora per lei nascosta e priva di fisionomia considerato che le sue idee vivono dentro schemi ristretti quanto angusti corridoi.
Si faccia aiutare dunque, signora Floriana e dica al mondo intero chi è e così tutti comprenderanno le motivazioni del suo scrivere.
Un caro saluto
Vincenzo Malacrinò
luglio 1st, 2014 at 16:22
Caro Luigi,
grazie!
Vincenzo Malacrinò
luglio 1st, 2014 at 01:02
Vincenzo,
fantastica questa requisitoria in difesa di te stesso contro chi ha messo ad arte, notizie malfondate su tue supposte aspirazioni a divenir Primo cittadino di Montebello J.
Ma soprattutto fa-vo-lo-sa l’analisi impietosa del nostro territorio degradato per colpa di noi cittadini, innanzitutto, ma poi anche per colpa delle civiche amministarzioni ammalate di immobilismo, che si sono succedute al Palazzo di Via Portovegno.
Mi piace solo rimacarcare un fatto: le due realtà frazionali di Embrisi e Trunca che molti montebellesi non sano nemmeno far parte del comune di Montebello J. e che se Reggio potesse, sottrarrebbe volentieri alla nostra giurisdizione amministrativa. Queste due relatà territotiali mandano i loro figli alla scuola dell’obbligo, in comuni diversi dal nostro, facendo oosì venir meno la popolazione scolare nel nostro Comune.
Chi ha orecchi da intendere, dunque intenda.
Bravo, Vincenzo, scommetto che più di uno, leggendo la tua “requisitoria”(Cicero pro domo sua), la prenderà ne farà il suo programma politico per le elezioni prossime venture, data l’ottima analisi dei bisofgni del territorio comunale .
Sono con te. Avanti così, a fronte alta e nella massima chiarezza.
Ti abbraccio forte forte.
luigi sclapari