A SALINE IL PRESEPE IN STILE ORIENTALE
Montebello Jonico – Un paesaggio orientale, dei segni forti che riconducono ala vita di un tempo, la semplicità delle linee, la leggerezza dei colori e la plasticità delle forme hanno firmato anche quest’anno il presepe realizzato dall’artista Nella Coniglio, all’interno della Chiesa di saline dedicata al Santissimo Salvatore.
Come ogni anno la Coniglio, supportata dall’Associazione dei portatori della Vara, ha realizzato l’ennesima opera d’arte che presenta con toni e colori tenui la bellezza di un presepe che parla di 2016 anni fa, quando Gesù nacque nel silenzio di un’atmosfera solitaria, circondato da Maria e da Giuseppe. La Donna del “sì” e l’uomo della fede, si sono rivestiti di una luce nuova, credendo fermamente nella Parola di Dio. Gli abiti posti sulle statue da Nella Coniglio intendono trasferire il significato dell’essere uomo nuovo rivestito dalla fede, sola e vera compagna che permette di affrontare qualsiasi viaggio.
Poi a terra il deserto, rappresentato dalla sabbia mista a terra, nella certezza che dal niente può nascere il tutto; ecco lo spuntare di agavi, piante forti che vivono in condizioni avverse.
Un invito all’uomo o meglio al cristiano ad essere testimone sempre e nonostante tutto, persino nel deserto, nella consapevolezza che la vita, lì è più forte e più resistente.
Don Paolo Ielo, parroco di Saline, da anni sostiene il progetto del Presepe facendolo diventare un appuntamento annuale.
Per questo la Coniglio e gli amici della parrocchia si spendono al massimo, regalando alla comunità il meglio delle proprie energie, proprio come quel pozzo posto nell’oasi, segno della vita che cambia ogni cosa. La forza vince nonostante tutto e la determinazione trasforma persino ciò che arido.
Tutto ancorato alla fede, alla bellezza e alla semplicità di saper essere pastori, ossia uomini semplici, così come bene interpretati nella scena.
La semplicità rende bella la povertà. Questo un altro messaggio trasferito dall’artista la quale evidenzia il senso della famiglia, della maternità e della paternità, temi forti oggi sempre più discussi.
Al centro Gesù Bambino, Luce del mondo, capace di vincere il buio con la forza della Sua Parola che è luce rappresentata dalla lampada posta l centro e ai lati della “grotta”.
Una grotta particolare quella del presepe di Saline, dalle forme orientali e dall’architettura complessa proprio per contrastare il volto del mondo e quello di quel piccolo angolo di terra dove, oltre alla Sacra Famiglia è presente il bue e l’asinello, animali semplici capaci di scaldare quel luogo freddo mentre, tutto e tutti, fuori continuano la propria vita senza pensare che nel cuore del mondo è nato il Salvatore.
Quel “non c’è posto” ripetuto dagli albergatori e quella grotta, ancora oggi, interrogano il mondo che, nonostante la presenza di Dio, vive tra guerre e tempeste in una sorta di delirio di onnipotenza. Il senso di immortalità, che spesso pervade l’uomo, fa perdere il senso vero della vita fatta per il Regno dei Cieli, luogo in cui Gesù attende ogni Suo figlio.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano del Sud”