MULE E ASINA PER GIRARE L’ITALIA
Due mule, un’asina e un grande messaggio: rallentare, non correre, vivere la vita nel rispetto dell’ambiente, amare la natura, la diversità e non l’omologazione.
Con questo intento Francesco Lanzino, palermitano, 28 anni, dell’associazione “Wood vivors”, parte dal Parco Nazionale di Pantelleria verso Torino attraversando l’Italia a dorso di mulo. Sei mesi di percorso e 110 tappe per ribadire la necessità di vivere in sintonia con l’ambiente.
Ora, si trova nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte e ha già visitato Bova, Gallicianò, Zervò, Delianuova e molti altri luoghi.
Con una troupe di circa 13 persone sta registrando ogni istante al fine di realizzare un documentario televisivo. “E’ una ricerca antropologica sul campo, dice, mentre accarezza la mula, e proprio questi docili animali rappresentano la chiave di ingresso nel cuore della gente”.
Così, i contadini parlano, raccontano le storie di un tempo. Mostrano come si prepara il formaggio, la ricotta e il siero caldo. Suonano l’organetto e la lira mentre parlano il grecanico. Ogni attimo viene filmato.
Dentro la bisaccia, afferma Lanzino, “è necessario conservare la storia che altrimenti andrebbe persa”.
E mentre il vento soffia e gli alti alberi danzano, il giovane palermitano, osservando le due belle mule e l’asina, dice che esse “hanno molto da insegnarci, soprattutto dal loro passato quando il tempo veniva scandito dalle stagioni, da silenzi, da canti e balli”. Passato povero ma ricco di rispetto verso la natura che molto regala all’uomo. Poi emozionato afferma: “La Calabria è terra ospitale e in Aspromonte ci fanno sentire a casa. Il presidente dell’Ente Parco Leo Autelitano è stato disponibile sin da subito”.
È sera. Sullo sfondo sono presenti i Carabinieri Forestali. È il tenente colonnello Pietro Felice Marchetta con i suoi uomini, sempre presenti sul territorio ed in questa impresa perché nulla manchi. “L’arma dei Carabinieri, dice, sposa queste iniziative che permettono anche di fare rete tra i Parchi nazionali di Pantelleria e Aspromonte”. Poi aggiunge “lo Stato e le comunità locali devono fornire il proprio contributo a tutte le iniziative volte ad una fruizione ecosostenibile e multifunzionale degli ecosistemi che stanno implodendo”.
E mentre si attende il nuovo giorno, già si progetta il viaggio di domani. Tanta strada ancora da accarezzare fino a raggiungere Torino, emblema dello sviluppo industriale, per ricordare al mondo che l’ambiente è in pericolo. Questa è l’ora di ricominciare.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “Gazzetta del Sud”
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